Il primo Jurassic Park è un capolavoro del cinema contemporaneo. Rivederlo a distanza di trent’anni dal suo approdo nelle sale, rende la pellicola ancor più fantastica e meravigliosa. Soprattutto dopo cinque sequel poco convincenti, come nel caso di Jurassic World – Il Dominio, nelle sale dal 2 giugno 2022.
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I dinosauri di Jurassic Park sembrano ancora animali realistici, e interagiscono su schermo con gli attori in carne ed ossa. Il film di Steven Spielberg ci ha permesso di sognare soprattutto perché riuscivamo a credere a ciò che stavamo vedendo. Ma quali sono i segreti dietro la creazione di un film cosi memorabile, importante e mastodontico? Scopriamo i dietro le quinte di Jurassic Park, tra animatronics e la primordiale CGI.
Dalle miniature al T-Rex scala 1:1
La Universal acquistò i diritti del libro di Micheal Crichton appena uscì e una volta finita la lavorazione di Hook, Steven Spielberg salì a bordo del progetto. Spielberg avrebbe prima voluto dirigere Schindler’s List, ma la MCA, a quel tempo proprietaria della Universal, approvò il film a patto che prima Spielberg si fosse reso disponibile a girare Jurassic Park.
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Le problematiche principali erano quelle riguardanti la creazione dei dinosauri, il loro movimento e l’interazione con il paesaggio e con gli umani. Spielberg si rivolse a professionisti del settore animatronic e stop motion come Stan Winston e Phil Tippet. La sua idea era quella di ricreare delle miniature in animatronic dei dinosauri da animare attraverso la Stop Motion e da traslare su schermo attraverso il blue screen. La tecnologia era sostanzialmente la stessa utilizzata per i set più grandi di Star Wars.
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In seguito vennero assunti anche Michael Lantieri come supervisore agli effetti speciali sul set e Dennis Muren per la realizzazione digitale che avrebbero lavorato all’armonizzazione tra le riprese effettive e quelle in Stop-motion. Importantissimo fu anche l’apporto del consulente Jack Horner, Paleontologo che supervisionò i lavori di pre-produzione per rendere l’aspetto dei dinosauri più animalesco e meno mostruoso. Spielberg non voleva creare un Kaiju-movie, ma cercare di restituire la realtà, e quindi dare un aspetto di veri e propri animali preistorici ai dinosauri.
Vengono quindi fatte diverse versioni in scale diverse per andare a ricreare animatronic fedeli, fino ad arrivare a creare un grande animatronic in scala 1:1 del T-rex, completamente gestibile attraverso manopole elettriche. Nel frattempo Tippet continuava la lavorazione delle prime animazioni in Stop Motion. Si sarebbe proceduto quindi come prestabilito, utilizzando i grandi animatronic per i campi stetti e le animazioni in Stop Motion per i campi larghi.
Un punto di svolta: la CGI estingue la Stop-Motion?
Le prime animazioni create da Tippet non convinsero però Spielberg, che non le riteneva adeguate per l’interazione con il live-action. Assunse quindi Mark Dippe e Steve Williams per cercare di creare delle animazioni in computer grafica. I due si misero subito al lavoro sul movimento del T-rex. La prima animazione che presentarono fu quella di uno scheletro di T-rex che cammina. L’animazione fu visionata e approvata da Spielberg. I due continuarono il proprio lavoro fino ad arrivare alla famosa scena dell’inseguimento della mandria di gallimimus da parte del T-rex. Alla visione di questa nuova animazione Spielberg approvo l’utilizzo della nuova tecnica.
Si dice che alla visione di quel filmato Spielberg disse: “Direi che siamo disoccupati”, e Tippet, responsabile della Stop Motion, rispose: “Non è meglio dire estinti?”. Un divertentissimo siparietto che viene anche inserito nel film, quando Alan Grant vede per la prima volta i dinosauri, dichiarando che ormai sono i paleontologi a essere estinti.
Ovviamente il reparto Stop Motion non fu automaticamente licenziato. Anzi, fu molto utile per la realizzazione di modellini che venivano animati digitalmente e servivano da reference per il lavoro di animazione Cgi. Vista la limitata potenza dei render e dei computer di quel periodo, il lavoro del reparto Stop Motion fu fondamentale per rendere le animazioni in Cgi così realistiche.
Da questo “scontro” generazionale tra stili di animazione nasce Jurassic Park, uno dei film più amati degli ultimi trent’anni. Una dimostrazione di sperimentazione e confronto e di integrazione di più stili. un lavoro in pieno stile Spielberg.
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sono silvia sorcini di roma ho visto il film di jurassic park è un film molto bello ti fa capire come sono nati i dinosauri mi piacciono tutti i dinosauri in particolare il tirannosauro rex mi ha molto colpito la scena con la povera capra i nipotini di gion si sono spaventati io credo al di la di questa scena il film è bellissimo ci sono anche altri dinosauri come i velociraptor che si mangiano un bufalo è un film pieno di colpi di scena e sopratutto la nascita di un veloceraptor è molto emozionante