La Disney torna al cinema dal 23 Agosto con La Casa dei Fantasmi, remake – anche se non è propriamente così – dell’omonimo film del 2003 con protagonista Eddie Murphy, affidando questa volta il progetto a Justin Simien. La Casa dei Fantasmi fa parte di quel filone di pellicole Disney realizzate per essere adattamenti cinematografici di iconiche attrazioni dei parchi a tema. In questo caso si tratta appunto della Haunted Mansion, come allo stesso modo l’iconica saga de I Pirati dei Caraibi era nata come adattamento dell’omonima attrazione, nonché il più recente Jungle Cruise, con protagonisti Dwayne Johnson e Emily Blunt.
A differenza del film del 2003, che vedeva Eddie Murphy come unica figura realmente di spicco all’interno di un cast piuttosto ordinario, questa volta Justin Simien ha avuto invece a disposizione un parterre di attori semplicemente incredibile: LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario Dawson, Jamie Lee Curtis, Jared Leto e Winona Ryder. Tuttavia, La Casa dei Fantasmi non è purtroppo all’altezza delle fiduciose aspettative che il nutrito cast aveva creato nel pubblico; un film per famiglie che, in fin dei conti, scontenta un po’ tutti.
La Casa dei Fantasmi, misteri a Gracey Manor
Ben (Lakeith Stanfield) è un astrofisico, conosce Alyssa (Charity Jordan), una medium, e se ne innamora. I due si sposano, e Ben, per unire i mondi a cui essi dedicano la propria vita, crea una macchina fotografica quantistica in grado di immortalare i fantasmi, avvicinandosi così al paranormale. Quando Alyssa muore in un incidente stradale, la vita di Ben inizia un lento declino. La sua invenzione non sembra in realtà funzionare, la comunità scientifica lo deride ed è costretto allora a diventare una guida turistica, accompagnando le persone, senza troppo entusiasmo, in alcuni tour all’insegna del soprannaturale.
Questo finché un’occasione non bussa alla porta. Gabbie (Rosario Dawson) e suo figlio Travis si sono trasferiti all’interno di una spettrale villa, Gracey Manor, disabitata ormai da molti anni, e sicuri che sia infestata, chiedono aiuto a Ben per averne conferma. Da principio riluttante, si trova però a constatare l’effettiva fondatezza dei timori di Gabbie, mettendo così insieme un dream team che risolve i misteri che si annidano nella casa infestata. A fare squadra con loro, sono Kent, un prete decisamente poco ortodosso, Harriet, una medium eccentrica, e Bruce, un professore malconcio. “Who you gonna call?” direbbe la colonna sonora di Ghostbusters.
Insieme scopriranno che tutte quelle anime all’interno della casa sono prigioniere di un’entità malvagia di nome Crump (Jared Leto), una sorta di Cavaliere senza testa del burtoniano Sleepy Hollow, e che l’unico modo per liberarle è farlo tornare definitivamente nell’aldilà.
Oltre il paranormale
Nonostante ovviamente – e lo si comprende già dal titolo – il paranormale, e quindi la casa infestata, giochino un ruolo fondamentale all’interno della narrazione, seppur quasi esclusivamente in chiave molto ironica e umoristica, La Casa dei Fantasmi cerca di esplorare la componente emotiva dei protagonisti, portando avanti una linea narrativa parallela che a volte si intreccia con quella principale. La morte è chiaramente un tema centrale nella sceneggiatura del film, non soltanto per i fantasmi che abitano la casa, ma anche perché tristemente presente nel cuore dei protagonisti, tanto da influenzare il loro arco narrativo.
Nel cuore di Ben, innanzitutto, che non hai mai veramente superato il lutto di Alyssa, e in quello del piccolo Travis, che ha perso il padre e sente terribilmente la sua mancanza, perché se il tempo sana tutte le ferite, le cicatrici sono indelebili. Tra loro si instaura un rapporto speciale, il centro nevralgico della narrazione. La Casa dei Fantasmi diventa in questo modo anche una riflessione sull’elaborazione del lutto e del dolore, unico vero aspetto con cui il film cerca di rivolgersi a un pubblico più adulto.
La Casa dei Fantasmi, solo un film per famiglie
L’intenzione della Disney d’altronde è molto evidente, e in parte magari anche condivisibile. La Casa dei Fantasmi è un film per famiglie, ed è giusto che lo sia, ma probabilmente è ancor di più un film che vorrebbe parlare indistintamente al pubblico più giovane quanto a quello più adulto, finendo per fare confusione, e non riuscendo oltretutto ad equilibrare la componente comica e quella orrorifica – se così si può definire. Insomma, quello che Disney riesce, o almeno è riuscita a fare, grazie all’animazione, infondendo le proprie pellicole di una magia in grado di attrarre un pubblico universale, raramente è poi riuscita a trasporlo nei progetti live action.
Con La Casa dei Fantasmi quella magia illumina lo schermo grazie alle splendide scenografie, o a qualche siparietto con protagonista Danny DeVito, l’unico veramente calato nella parte, ma in fin dei conti è tutto troppo semplice, tutto fin troppo ordinario. La sensazione, da qualche anno a questa parte, è che in casa Disney manchi l’amore; l’amore per le proprie storie, per i propri personaggi, per il cinema. La Casa dei Fantasmi è l’ennesimo film che fluttua nel limbo dell’anonimato, dimenticabile, evanescente, proprio come un fantasma.
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