Dopo una stagione e mezza decisamente deludenti, arriva su Netflix, dal 3 dicembre, La Casa di Carta 5 Volume 2, il tanto atteso finale. La fortunata Serie TV spagnola ci aveva conquistato ormai nel lontano 2017 con i suoi colpi di scena inaspettati e gli incredibili piani studiati fin nei minimi dettagli.
La produzione sarà riuscita a risollevare la serie che arrancava sempre di più ad ogni nuova uscita o le avrà scavato definitivamente la fossa? Ecco la nostra risposta!
La Casa di Carta 5: la divisione in due volumi è stata una scelta azzeccata?
Come si fa a non far bruciare in un istante, come una meteora, il frutto di tanti investimenti e impegno nell’era del tutto-e-subito e del binge watching compulsivo? Se non sono i telespettatori a gustarsi lentamente la visione del contenuto, allora bisognerà fare in modo che la visione sia diluita. Quindi se Netflix ha abituato il suo pubblico a divorare ogni contenuto, all’istante e senza ritegno, l’unica soluzione per continuare a far parlare per più tempo possibile de La Casa di Carta è diluire la visione degli episodi, forzatamente, direttamente dalla sorgente, ottenendo il rilievo di due stagioni per quella che in realtà è una sola!
La divisione della quinta e ultima stagione de La Casa di Carta è una mossa astuta da parte della piattaforma, nonostante non sia del tutto convincente. Il primo volume de La Casa di Carta 5 è statico, stanco e inconcludente. Il suo andamento circolare lo rende quasi superfluo e, infondo, ci si domanda quale sia la sua utilità. Ma se questo primo assaggio dell’ultima stagione sembrava scoraggiare gli spettatori meno affezionati, il secondo volume riserva sicuramente delle sorprese (più o meno) inaspettate, su tutti i fronti. Certo non senza qualche pecca…
Come finisce La Casa di Carta 5
Avvicinandosi alla conclusione, La Casa di Carta 5 Volume 2, sembra volerci regalare un ritorno alle origini. Già abituati al fatto che non potesse essere più aggiunto nessun avvenimento sorprendente, gli ultimi episodi del secondo volume si rivelano, con piacere, una ventata di aria fresca.
Per un attimo vengono lasciate da parte le sparatorie, le scenate eccessive e le attitude da palloni gonfiati dei personaggi e si riprendono le fila della trama, che tornano ad intricarsi e a interessare lo spettatore. Nonostante la verosimiglianza degli accadimenti, di cui intravedevamo l’ombra agli albori della serie, sia sparita da tempo, non tutto è perduto. La produzione è corsa ai ripari e perlomeno si è preoccupata di intrattenere nella maniera giusta.
La visione di questi ultimi episodi de La Casa di Carta 5 risulta fluida e magnetica. La trama torna a stupire e coinvolgere. La novità è poi rappresentata da un apparato di polizia che per la prima volta riesce a mettersi davvero in gioco. Con due delle donne più astute, Raquel e Alicia, ormai fuori dai giochi, la partita a scacchi con il Professore viene portata avanti da Luis Tamayo. Il nuovo comandante della polizia ripaga il Professore con la sua stessa moneta, organizzando un’incursione di militari che riesce finalmente a espugnare la Banca di Spagna, roccaforte della banda di rapinatori. La gara di illusioni è perfettamente studiata e in alcuni momenti si arriva anche a tifare per le guardie, piuttosto che per i ladri.
La riuscita delle operazioni di polizia suona quasi come una punizione meritata per tutti gli inutili virtuosismi d’ingegno di cui si ciba l’ego del Professore. La disfatta della banda sembra davvero vicina, ma non è ancora stata detta l’ultima parola.
Infine i flashback, di cui già si era abusato nelle scorse stagioni, si rivelano di fatto un po’ più utili, facendoci conoscere Rafael e la sua complicata relazione con Tatiana, rispettivamente il figlio e la moglie di Berlino. I personaggi si rivelano fondamentali per un finale più o meno a sorpresa, ma sicuramente tutt’altro che imprevedibile.
Frettolosa e superficiale: tutti i problemi della serie
Un buon prodotto cinematografico, dicono alcuni, per considerarsi tale deve presentare un sotto testo implicito, che lo spettatore è libero di cercare, fra i dialoghi e le immagini, e interpretare come meglio crede. La grave mancanza de La Casa di Carta 5, che gli impedisce di elevarsi nonostante i molteplici monologhi tanto profondi quanto banali, è la sua natura eccessivamente esplicita. I personaggi sembrano analizzarsi da soli e fornire, tramite risposte decisamente troppo dettagliate, già tutte le chiavi di lettura possibili, senza lasciare spazio all’introspezione da parte dello spettatore.
Il risultato è un coinvolgimento superficiale, che non si abbandona alla ricerca, ma che si limita ai fatti. Questa carenza si è fatta notare soprattutto nei momenti in cui è stata proprio la trama a venire meno, facendo intendere che La Casa di Carta fosse una serie che non ha nulla da dire. In effetti, a parte l’azione, non resta molto altro. I protagonisti non affrontano mai davvero una crescita che li porti ad agire finalmente con maturità. Frettolosi nelle loro affermazioni, permalosi più che mai, non esitano neanche un istante a puntarsi continuamente le armi addosso, creando un gran polverone che però si conclude sempre in nulla di fatto.
Il finale de La Casa di Carta 5 ha soddisfatto le nostre aspettative?
Sotto un certo punto di vista sì, per altri versi no. La fotografia, sui toni del verde e dell’oro, e la regia curata di Jesús Colmenar ci accompagnano verso un finale che sembra già scritto fin dal principio. La bravura della produzione è stata riuscire comunque ad instillare qualche piccolo dubbio, nonostante la conclusione sembrasse scontata fin dall’inizio. Se quindi per un attimo ci eravamo illusi che il finale de La Casa di Carta 5 potesse stupire, redimendo la fiacchezza delle stagioni passate, ci siamo dovuti subito ricredere. Alla fine si è optato per un happy ending, che sicuramente avrà incontrato il gusto dei fan della banda mascherata, ma che per l’ennesima volta è risultata un’occasione sprecata.
Il tocco dolce-amaro è dato dal ricordo dei compagni caduti, che però sembrano, tramite presenze quasi paranormali, dare la loro benedizione ai sopravvissuti che sono riusciti a portare il bottino a casa e a salvarsi in grande stile. Ricchi e scortati dall’esercito, i componenti della banda se ne vanno al tramonto, trattati quasi come eroi, alla faccia di tutto lo scompiglio procurato alla loro nazione.
La Casa di Carta 5 ci lascia con un finale vanaglorioso che sbeffeggia il buon senso e innalza a paladini della giustizia dei ladri sentimentali che per arricchirsi sono arrivati persino a mandare in bancarotta un intero stato.
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