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La donna alla finestra: omaggio a Hitchcock in un film dai contorni fumosi

6 minuti di lettura

La donna alla finestra, arrivato su Netflix nel mese di maggio dopo una lunghissima gestazione partita nel 2016, è un thriller mentale, giocato tutto dalla protagonista assoluta, la psicologa Anna Fox di un’ottima Amy Adams. Il film è un grande, immenso omaggio a tutti i thriller del cinema che fu, con una serie di citazioni più o meno palesi al genio di Alfred Hitchcock.

La stessa storia ha molti punti in comune con la pellicola La finestra sul cortile del 1954: un protagonista ossessionato dai movimenti sospetti dei vicini tanto da assistere a un omicidio, o almeno così crede.

Un film complicato

La donna alla finestra
Il cast del film in una scena

La donna alla finestra ha avuto un trascorso piuttosto travagliato prima di arrivare sugli schermi casalinghi dello streaming. Elizabeth Gabler, presidente di quella che era Fox 2000 acquistò i diritti del romanzo The woman at the window nel 2016. La produzione sembrava enormemente promettente, con Scott Rudin, già produttore di Non è un paese per vecchi e di The Social Network per dirne due, il regista Joe Wright, lo sceneggiatore premio Pulitzer Tracy Letts e un cast di tutto rispetto: Amy Adams, Julien Moore e Gary Oldman.

Nel 2018 il film era finito, ma il regista volle girare altre scene per dare linearità alla storia che traballava in fase di montaggio. Nel frattempo, Danny Elfman si sostituiva a Trent Reznor e Atticus Ross, compositori della colonna sonora. L’acquisizione della Fox da parte di Disney e la pandemia hanno fatto il resto.

E Netflix cosa c’entra? Quando Fox 2000 si è definitivamente sciolta ha ceduto i diritti al colosso dello streaming, che ha finalmente reso il film disponibile la bellezza di cinque anni dopo l’inizio del progetto.

La donna alla finestra: una storia che si perde

Anna Fox è una psicologa infantile che soffre di agorafobia, a causa della quale è costretta nella sua grande casa di New York, lontana dal marito e dalla figlia. Un barlume di novità arriva quando si trasferiscono nel palazzo dirimpetto i Russel, una famiglia di Boston composta dal severo padre, interpretato da Gay Oldman, dal figlio sedicenne Ethan (Fred Hechinger) e dalla moglie Jane (Julienne Moore).

Nel tentativo di fermare dei vandali durante la notte di Halloween, Anna esce di casa e sviene sul vialetto. A riportarla dentro è Jane, con la quale la donna si intrattiene durante la serata. Una sera, sentendo gridare, Anna corre alla finestra e assiste all’omicidio di Jane. Una volta arrivata la polizia però le cose sembrano non essere più così chiare.

Il film corre con un ritmo serrato per tutta la sua durata, ma si perde in vicoli ciechi e storie sospese, per concludersi con un finale frettoloso e slegato dal resto del film, dove la violenza scivola con malagrazia nel sogno e nel torpore di una donna che vive in un’enorme casa vuota, con la sola compagnia delle sue pillole, del vino, di un gatto soriano e del suo inquilino fricchettone David (Wyatt Russell), una figura che si fa sempre più cupa con lo scorrere del film.

La membrana sottile tra sogno e finzione, allucinazione data dall’alcol e dalle medicine e realtà oggettiva rende il film estremamente interessante, fino al drastico finale che segna un cambio di rotta eccessivo e lascia l’amaro in bocca allo spettatore.

C’è un film in questa citazione

La donna alla finestra si costruisce interamente sulle grandi citazioni, facendo giocare lo spettatore al “riconosci il film”. Alcune sono piuttosto ovvie, altre più sottili. Si passa dai film in bianco e nero trasmessi alla TV davanti alla quale Anna si addormenta ogni notte, con le sequenze realizzate da Salvador Dalì per il film di Hitchcock Io ti salverò del 1945, fino alle inquadrature studiate per rimandare ai classici del brivido (senza allontanarsi mai dalla fonte del grande regista inglese) come La donna che visse due volte, Psycho e ovviamente La finestra sul cortile.

Si citano i movimenti di macchina, il montaggio, i primi piani e i colori di scena. Si citano i nomi, come quello della vittima, Jane Russell come la celebre attrice compagna di Marilyn Monroe ne Gli uomini preferiscono le bionde. Lo stesso titolo del film è una citazione al Woman at the window di Fritz Lang, arrivato in Italia come La donna del ritratto.

Gli omaggi non sono didascalici o fastidiosi, ma arricchiscono di dettagli una pellicola che forse avrebbe dovuto concentrarsi di più nel mantenersi coerente e lineare, magari evitando qualche fronzolo registico di troppo.


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