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La Primavera della mia vita, un viaggio costellato di musica e leggende siciliane

Colapesce e Di Martino protagonisti di un'avventura folle e psichedelica

7 minuti di lettura

La primavera della mia vita, prodotto e distribuito da Vision Distribution come evento speciale per soli tre giorni, è una surreale e a tratti psichedelica odissea in una Sicilia piena di misteri e assurdità documentata e commentata dal duo di cantanti Colapesce e Di Martino che dopo anni si riconciliano e si ritrovano ad affrontare un viaggio spirituale e psicologico nella loro terra d’origine.

L’opera prima di Zavvo Nicolosi, principale regista dei videoclip del duo, è un road movie che riunisce le voci della scena indie italiana e le personalità di una terra piena di leggende al limite della cialtroneria e del reale, in cui tempo e spazio si accavallano, restituendo un originale e inedito ritratto dell’isola e dei suoi ambienti.

La musica si può considerare una risposta allo spirito del tempo e una medicina per il corpo e per la mente dagli effetti tonificanti o eccitanti. Il cinema o il grande schermo serve a dare una visione alle melodie o alle armonie astratte delle note, depositando nella nostra testa come semi di mandorlo, immagini poetiche e forti di significato, e discorsi mai detti o pronunciati per timore o per timidezza. L’obiettivo è sempre raccontare un viaggio, da far compiere ai protagonisti e agli spettatori in un mondo di finzione o nei lati nascosti del proprio paese, sia seduti su una poltrona di un cinema sia su una rediviva Ford colorata di un vivace arancione.

“Pazzesco…”

Antonio Di Martino aka DiMartino

La primavera della mia vita, un buddy movie nostrano con stile e carattere

la primavera della mia vita

La primavera della mia vita ha come tema portante il viaggio, un pretesto per raccontare un futuro improbabile (si spera) in cui il celebre due ha avuto una scissione interna dovuta a divergenze creative e commerciali: Antonio (Di Martino), dopo un incidente e una conversione spirituale, richiama il suo vecchio amico Lorenzo (in arte Colapesce), afflitto da varie nevrosi e conflitti personali irrisolti, per scrivere un libro sulle leggende siciliane e per documentarne la loro veridicità.

Lorenzo alle prime risulta diffidente e sorpreso per lo stato e le stranezze del suo amico ma durante il viaggio avrà modo di ricredersi e far pace con la sua famiglia e il compagno d’arte attraverso prove e situazioni catartiche. Antonio imparerà a far convivere il suo nuovo sé naif, spirituale e affezionato all’arte con un lato più pragmatico e spigliato che pensava di non possedere più.

Durante il viaggio, il duo incontra personaggi improbabili e percorre sentieri poco battuti, distanti dalle grandi città, che portano a luoghi abbandonati e segreti al limite del fantastico e del reale in una cornice alla Wes Anderson: a tratti può sembrare un mockumentary in cui l’identità dei personaggi e dei luoghi è radicata in un immaginario che permette la contaminazione più sfrenata e insolita. Basti pensare che il duo riesce a incontrare l’ultimo presunto discendente di William Shakespeare e a partecipare ad un reading di frasi dell’unico club ufficiale di Jim Morrison.

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I protagonisti, quando posti di fronte ai personaggi dall’alone mitico e bizzarro, reagiscono in maniera differente, quasi a rappresentare due modi di interpretare la realtà: se Lorenzo è cinico e pessimista, pronto a criticare e sbugiardare chiunque, Antonio s’immerge nelle parole di testimoni di usanze perdute e si lascia guidare dal caso e dall’ispirazione del momento.

Tra le Eolie e le strade assolate non mancano – oltre a incontri con pirati, suore e pastori – intermezzi musicali con alcuni colleghi della scena indie italiana e del pop sanremese tra cui Brunori SAS, Erlend Øye e la Comitiva e Roberto Vecchioni. La primavera della mia vita è esso stesso il titolo di una canzone cantata da Madame durante un rituale allucinogeno e un viaggio interiore di uno dei protagonisti.

La primavera della mia vita, l’immaginario degli artisti e la loro primavera

la primavera della mia vita

Dal videoclip di Musica Leggerissima fino all’esordio cinematografico e a Splash, Zavvo Nicolosi lavora alla creazione di un universo e uno stile personale, pieno di riferimenti alla cultura pop ma anche bizzarro e sarcastico verso il nazionalpopolare, con tinte pastello e vintage in perfetta sintonia con il duo. Gioca e reinventa il paesaggio mediterraneo con vivacità e umorismo, quasi ad esaltarlo, ma senza lasciarlo esente da critiche.

Colapesce e Di Martino – attori e sceneggiatori per La primavera della mia vita – curano le musiche, inserendo influenze elettroniche e il gusto per le musicalità anni ’70, in contrasto sia con la modernità sia con la tradizione. La soluzione è stata poi rimodulata per quelle canzoni che veicolano messaggi di riconciliazione e rinascita, grazie a un tono leggero e onirico.

Seppur a tratti La primavera della mia vita sembri adottare un tono demenziale e autoironico perso nell’ambiente surreale, riesce comunque a essere un lungometraggio originale e fedele alla sua identità creativa, offrendo letture su più livelli. La profondità sta nella musica e nel contrasto-unione dei suoi protagonisti, che restituiscono un ritratto dell’amicizia fresco e puro come i semi, i fiori e le radici del mandorlo.


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Dal 1995 inseguo sogni e mostri. Che siano di plastilina o di pixel. Quando mi fermo scrivo poesie, giro qualche video e se riesco mi riposo cucinando una torta di ciliegie con un buona tazza di caffè con il sottofondo di una colonna sonora sognante o il nuovo singolo delle KDA.

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