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La profezia dell'armadillo zerocalcare

La Profezia dell’Armadillo, dopo Strappare Lungo i Bordi potrebbe deludervi

Non quello che vorreste vedere

5 minuti di lettura

È passata una settimana dall’uscita di Strappare lungo i bordi e tutta Italia (e non solo) sembra impazzita per Zerocalcare e la sua Serie TV di successo. Come ogni volta che terminiamo la visione di qualcosa di bello e coinvolgente ecco che ci sentiamo persi e confusi. Allora ci troviamo a sfogliare insistentemente i cataloghi di ogni piattaforma di cui siamo in possesso, alla ricerca di qualcosa che possa colmare la voragine lasciata dalla serie appena finita. Anche noi in preda a questo zapping disperato, abbiamo scovato e visto per voi La profezia dell’armadillo, la trasposizione live action dell’omonimo primo libro a fumetti di Zerocalcare.

Il film è uscito nel 2018, un po’ in sordina, ed è ora disponibile in streaming su RaiPlay. In questo articolo cerchiamo di capire se possa essere un valido palliativo alla depressione post-Strappare lungo i bordi!

Di cosa parla La profezia dell’armadillo

La Profezia dell'Armadillo

Zero (Simone Liberati) ormai lo conosciamo tutti. Vive a Rebibbia dividendo il suo appartamento con l’Armadillo (Valerio Aprea), ovvero la sua coscienza, e le sue mille paranoie. Arriva a distruggere il già fragile equilibrio dell’esistenza del protagonista un messaggio inaspettato. Camille (Sofia Staderini), sua amica d’infanzia nonché suo amore da sempre taciuto, è morta. Il senso di impotenza ed inesorabilità davanti al tempo e alla morte fanno andare la mente di Zerocalcare a ritroso tra aneddoti e ricordi d’infanzia insieme a Sarah (Chiara Gioncardi), Secco (Pietro Castellitto) e Alice.

Troppa o troppa poca somiglianza con il fumetto?

La Profezia dell'Armadillo

Per chi ha già divorato il celeberrimo fumetto, La profezia dell’armadillo avrà fin dai primi minuti un sapore familiare. Il film, infatti, segue passo passo, pedestremente, e quasi ossessivamente, il libro. Questa caratteristica di solito sarebbe da considerare un pregio, ma in questo caso il risultato è un po’ strano. Purtroppo nella trasposizione cinematografica si perde quell’ilarità tipica dei siparietti fini a loro stessi che ormai conosciamo tutti molti bene e che forse potremmo definire la firma di Zerocalcare. Non tutto ciò che ha una buona resa su carta ottiene lo stesso effetto interessante e divertente sullo schermo.

Al tempo stesso, come in una grossa contraddizione, il film sembra non riuscire ad incarnare la vera essenza del fumetto. La profezia dell’armadillo avrebbe dovuto concentrarsi sui tanti aspetti irrazionali che compongono la nostra esistenza. Delusioni, riflessioni e teorie che Zero avrebbe dovuto spiegarci attraverso il suo parlare serrato. Invece nella trasposizione cinematografica si dà più risalto ad altri elementi, come la vita dei ragazzi di periferia. Insomma, la modifica sarebbe stata più che lecita e ben accetta, se solo si fosse incentrata sui giusti bersagli da colpire.

Ad ogni modo la visione scorre leggera e divertente. La profezia dell’armadillo si concentra sugli aspetti più comici, relegando i momenti di commozione a scene particolari, che godono comunque di una buona intensità. Va menzionata sicuramente la bravura e credibilità degli attori protagonisti Simone Liberati, Pietro Castellitto e Valerio Aprea, quest’ultimo che veste letteralmente i panni dell’Armadillo. Particolare, a proposito, e per nulla scontata, la scelta di costruire un costume a grandezza d’uomo dell’animale spirito guida di Zero. Decisione azzardata, ma coerente con la visione d’insieme.

Un valido sostituto di Strappare lungo i bordi?

Sono poche le somiglianze effettive tra Strappare lungo i bordi e La profezia dell’armadillo. Il film in questione forse costituisce una bozza, l’esperimento che ha portato Zerocalcare ad approcciarsi per la prima volta al mondo cinematografico. Presentato alla 75esima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, La profezia dell’armadillo si rivela un esperimento in parte riuscito, anche se sicuramente non è in grado di reggere il confronto con la serie, diventata già cult.

Se quindi vi siete (o lo eravate già) innamorati di Zerocalcare, delle sue storie e della sua ruvida emotività e ne volete sempre di più, ci sentiamo di darvi un consiglio spassionato: leggete i suoi libri, assaporatene l’autenticità e attendete insieme a noi il suo prossimo capolavoro.


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Classe 1996, laureata in Filosofia.
Aspirante filosofa e scrittrice, nel frattempo sognatrice e amante di serie tv, soprattutto comedy e d'animazione. Analizzo tutto ciò che guardo e cerco sempre il lato più profondo delle cose. Adoro i thriller psicologici e i film dalla trama complessa, ma non disdegno anche quelli romantici e strappalacrime.
Pessimista cronica e amante del dramma.

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