La ragazza di Stillwater è il nuovo film scritto e diretto dal regista Tom McCarthy, celebre per aver diretto la pellicola Il caso Spotlight (oscar per il miglior film e per la miglior sceneggiatura originale nel 2016). La ragazza di Stillwater è stato presentato fuori concorso alla 74esima edizione del Festival di Cannes, dove ha accolto una standing ovation di ben cinque minuti.
L’opera di McCarthy è un thriller molto interessante. La trama, infatti, ruota attorno a un terribile fatto di cronaca che vede un Matt Damon vestire i panni di un padre di famiglia, tormentato dal presunto omicidio operato da sua figlia. Ad affiancare Matt Damon abbiamo: Abigail Breslin, famosa per aver rivestito un ruolo in Little Miss Sunshine; l’attrice francese Camille Cottin, già celebre nel film Allied – Un’ ombra nascosta, che ritroveremo nella pellicola House of Gucci.
Il film ha colpito il pubblico anche per via dell’enigmatico finale, di cui trovate più sotto la spiegazione.
La ragazza di Stillwater, una trama coinvolgente
Oklahoma, Stati Uniti. Bill Baker (Matt Damon) è un ex operaio di piattaforme petrolifere, il quale è alla costante ricerca di un’occupazione stabile, che gli garantisca una vita tranquilla. Nei primi minuti de La ragazza di Stillwater, infatti, si vede Bill lavorare presso una ditta che si occupa di pulire i disastri causati da un tornado, quindi svolgere un colloquio di lavoro come muratore. Vive da solo all’interno di una piccola abitazione e ogni giorno tiene compagnia a sua suocera Sharon (Deanna Dunagan), una donna affetta da qualche problema respiratorio come si evince dalla bombola di ossigeno alla quale è attaccata.
Per qualche strana ragione, Bill, ogni mese, si reca all’aeroporto con l’intento di volare fino a Marsiglia, dove soggiorna per due settimane nel solito hotel (i portieri, infatti, sembrano conoscerlo). E per quanto lo spettatore resti perplesso, domandandosi quale sia il motivo per il quale lui viaggi dall’altra parte del mondo, la verità emerge con chiarezza: questo padre di famiglia, dall’aspetto rude e minaccioso, incontra nel carcere della città francese sua figlia, Allison (Abigail Breslin), accusata di aver ucciso la sua coinquilina, Lina, mentre era in viaggio per motivi di studio.
Allison è in prigione da ben cinque anni e ne deve scontare altri quattro. Tuttavia, in seguito all’ultimo incontro, chiede al padre un favore, ovvero di consegnare una lettera all’avvocato che li aiutò durante il caso. In questa lettera, Allison cerca di spiegare la sua innocenza, poiché racconta che dietro all’omicidio c’è un’altra persona ancora in libertà. Bill non ottiene riscontri positivi dal giudice. Il caso è ormai chiuso e archiviato; sicché è conscio che per garantire giustizia alla figlia deve riuscire da solo, con le proprie forze e in una città straniera, a trovare le prove necessarie per incastrare il vero colpevole.
La ragazza di Stillwater, un thriller atipico
La ragazza di Stillwater, sin dai primi istanti, appare come un semplice thriller che racconta una storia già vista altrove. E tale storia è sormontata dagli stessi cliché di sempre che vedono un padre farsi giustizia da solo per il bene della famiglia. Chi vede in tutto ciò l’ennesimo topos dell’America che trionfa sempre e comunque, non è da biasimare. Dopotutto Matt Damon possiede le carte in regola per apparire come l’ennesimo americano zotico, ignorante, costruito per mezzo del trittico Dio, patria e bandiera.
Ne La ragazza di Stillwater, infatti, egli non solo è in terra straniera; ma, nei mesi che seguono, impara solo qualche parola di francese, il giusto pur di sopravvivere, dal momento che la sua lingua non può mischiarsi con il paese che lo ospita. Un dettaglio che difficilmente passa inosservato. E sebbene conosca, viva e infine si innamori di Virginie (Camille Cottin), una ragazza che decide di aiutarlo ad affrontare la sua causa, Bill continuerà a parlare in americano, preferendo non integrarsi del tutto.
Nonostante ciò, Tom McCarthy costruisce una pellicola che sembra discostarsi dal classico thriller la cui fine è già scritta. Anzi, per quanto essa sia scontata, ciò che è importante sottolineare è il modo attraverso cui si raggiunge questo finale. La ragazza di Stillwater viaggia su un duplice binario: da un lato abbiamo una vicenda narrata nella sua completa linearità; dall’altro lato, invece, una storia che si dispiega in verticale, in cui vengono raccontati fatti e avvenimenti che arricchiscono i personaggi e che aiutano lo spettatore a fare chiarezza sull’accaduto.
Bill Baker, ad esempio, è un uomo dal passato difficile. Per quanto appaia come un individuo religioso che vuole molto bene alla figlia, e per quanto si impegni giornalmente alla ricerca di un lavoro, egli ha un trascorso piuttosto complicato. Ha lavorato per anni sulle piattaforme che lo hanno portato a vivere lontano dalla famiglia; sua moglie si è suicidata; non è mai stato un padre esemplare; in più ha un trascorso da alcolizzato e da carcerato.
Allison, invece, è una dolce ragazza che ha vissuto con l’ombra di suo padre. Accudita e cresciuta dalla nonna, è fuggita a Marsiglia, con la scusa dello studio, perché era la città più lontana. Su di lei sembrano piombare le difficoltà di una famiglia che vive ai margini di un paese vasto come l’America. È accusata di omicidio e deve fare i conti con la propria esistenza ogni giorno martoriata. Il momento nel quale lei tenta il suicidio in carcere è il punto esclamativo della sua condizione.
La ragazza di Stillwater, oltre la classica narrazione
Ciò che emerge dal lavoro di McCarthy in La ragazza di Stillwater è una storia che non si limita alla sola vicenda di cronaca. La linearità con cui Bill Baker cerca di scoprire la verità è solo un pretesto per raccontare tanto altro. Baker diviene il perfetto esempio di quell’America abbandonata al proprio destino, che dinanzi alle avversità della vita può solo contare sulle proprie forze. Emerge, quindi, una sfumatura sociale alla quale il regista vuole dare voce, poiché è consapevole che essa rischia di smarrirsi o, peggio, non essere udita.
Bill Baker ha già perso tutto nella vita: istruzione, moglie, lavoro. Allison è l’unica ragione di vita per quale vale la pena viverla. E per quanto lei lo detesti, complice quella sua assenza, Bill non può fare altro che amarla per ciò che è; perché, sebbene lei sia accusata di omicidio, è pur sempre sua figlia. Non è mai troppo tardi per redimersi e pentirsi. Bill si affida alle mani di Dio affinché possa continuare a essere il porto sicuro su cui poter contare.
La denuncia sociale, inoltre, si allarga anche allo stesso contesto francese. Parte de La ragazza di Stillwater è ambientato a Marsiglia, per la precisione nei quartieri popolari. Qui assistiamo alle difficoltà intrinseche di una periferia caratterizzata da abitanti pronti a sputare veleno contro lo straniero e da individui cresciuti tra mille difficoltà.
La ragazza di Stillwater è, a conti fatti, un buon prodotto che vale la pena di essere visto. Il regista cerca di collegarsi a temi fortemente attuali, portando lo spettatore a interrogarsi sulla propria realtà. Il messaggio che se ne evince è che, nonostante tutto, vi è sempre una valida ragione per lottare e mutare la propria condizione. Basta solo volerlo.
Ispirato a una storia vera?
Molte sono state le indiscrezioni secondo cui La ragazza di Stillwater sia ispirato a un fatto di cronaca realmente accaduto. E se così fosse, ciò aggiungerebbe un ulteriore tassello che renderebbe la pellicola degna di nota. Ovviamente tali indiscrezioni sono maturate per via della similarità col suddetto avvenimento, utile al regista per strutturare e narrare ciò che viene raccontato su schermo.
Pare, infatti, che La ragazza di Stillwater sia ispirato al famoso omicidio di Meredith Kercher, meglio noto come il delitto di Perugia, consumato nel capoluogo umbro la notte del primo novembre 2007. Amanda Knox, la donna dapprima indagata e accusata, quindi assolta in Cassazione, ha dichiarato che il film sfrutti la sua immagine, la sua storia e la propria reputazione.
Tom McCarthy ha comunque dichiarato di aver preso spunto dalla vicenda almeno per l’inizio del film. Se questa ispirazione si sia poi allungata per tutta la pellicola non è dato sapere. Ad ogni modo La ragazza di Stillwater non si discosta molto dalla realtà. E fa della realtà il suo punto di forza attraverso cui è possibile raccontare il reale.
La ragazza di Stillwater, la spiegazione del finale (Spoiler!)
Dopo la scioccante ammissione di colpevolezza della figlia, il protagonista Bill finisce per concludere che il senso di colpa sia già una punizione sufficiente per lei, e per questo motivo promette di non rivelare mai a nessuno il suo segreto. Non c’è però nessuna certezza che il segreto verrà mantenuto visto che Akim è ancora a piede libero, e potrebbe forse consegnare la collana alle autorità, nel contempo fornendo la propria versione dei fatti. Il film si conclude perciò con un finale irrisolto, tanto dal punto di vista narrativo quanto da quello morale.
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