fbpx

La Ruota Del Tempo 2: un’eredità da costruire

8 minuti di lettura

La Ruota del Tempo conquista una seconda stagione su Prime Video, in una scommessa vincente dello streamer sulla saga letteraria fantasy del compianto Robert Jordan, conclusa da Bernard Sanderson. Dall’1 settembre sono disponibili i primi tre episodi della seconda stagione, a cui si aggiungeranno gli altri cinque a cadenza settimanale, ogni venerdì.

E già le prime quattro puntate attualmente in streaming offrono un ritratto preciso della nuova direzione intrapresa. Se la prima stagione, infatti, aveva affascinato i curiosi, pur vacillando in una dimensione babilonica di nomi e luoghi, la seconda cerca una sintonia empatica con lo spettatore. L’umanità dei personaggi, fragile, altruista, vendicativa e distruttiva diventa così il motore di un’intrigante liturgia di anime.

La Ruota del Tempo, dove eravamo rimasti?

Ruota Del Tempo

Al termine della prima stagione de La Ruota del Tempo, la potente Aes Sedai Moiraine (Rosamund Pike) aveva trovato nel giovane Rand (Josha Stradowski) il Drago Rinato, reincarnazione del Drago, il più potente incanalatore dell’Antico Potere di sempre. Il loro confronto con il Tenebroso doveva essere decisivo, ma non sono riusciti a distruggere la fonte dell’Oscuro, liberandone invece il suo luogotenente, il Reietto. Moiraine ha perso i suoi poteri e Rand, consapevole dell’involuzione folle di chi è in possesso del potere del Drago, si è finto morto, scappando lontano per non nuocere ai suoi amici e alla ragazza che ama, Egwene (Madeleine Madden). 

Quest’ultima, affiancata dalla Sapiente Nynaeve (Zoë Robins), è stata accolta come novizia alla Torre Bianca, roccaforte delle Aes Sedai, dopo una decisiva battaglia in cui Nynaeve ha dimostrato di possedere il più grande potere degli ultimi mille anni. Alla Torre, le due ragazze impareranno a governare l’Antico Potere, divise dai loro amici di Fiume Gemelli, tra cui mancano all’appello Mat (in questa stagione interpretato da Dónal Finn) e Perrin (Marcus Rutheford). L’uno alienato dall’invasività di un pugnale maledetto, l’altro a confronto con la sua natura di Figlio dei Lupi, scopriranno la loro strada in un mondo che invoca ancora una nuova guerra manichea.

La psicologia del potere

Non è sempre la donna più potente a scrivere la storia. È quella che sopravvive” intima la crudele Liandrin, Aes Sedai dell’Ajah, a Egwene. Ed è proprio la disperata voglia di sopravvivenza il primo ingranaggio del poliedrico meccanismo della Ruota Del Tempo. I protagonisti si confrontano con il desiderio di esistere attraverso un potere che sanno essere insito in loro, ma che non riescono a governare. Se nella prima stagione era la curiosità a muoverli verso il potere, nella seconda è una consapevolezza più matura della propria identità a connotarli. L’Antico Potere si può manipolare, plasmare, glorificare verso la luce e deturpare nella sua componente più oscura. Questa è la sfida a cui si approcciano i protagonisti, iniziando a capire come il potere possa essere da loro sfruttato per ritagliarsi un posto nel mondo.

C’è quindi una sotterranea e ammaliante psicologia del potere che permea la seconda stagione de La Ruota Del Tempo e che aiuta a rendere più umani i personaggi. È grazie all’ex Falso Drago Logain (Alvaro Morte de La Casa di Carta) che Rand inizia ad abbracciare l’aura chiaroscurale del suo immenso potere, così com’è il viperino consiglio di Liandrin a spingere Nynaeve verso la pericolosa prova di ammissione ad Aes Sedai, costringendola a superare le paure che l’ancoravano a una gestione feroce e disperata del proprio potere.  

La paura, la morte, il sacrificio e l’amore sono quindi personaggi fantasma che si muovono tra le righe di un percorso collettivo di accettazione, utile a costruire un ponte emotivo con i personaggi. E se i giovani di Fiume Gemelli trovano il loro posto in battaglia, Moiraine combatte parallelamente la convinzione di non avere un’identità senza il suo potere. La sua algida corazza inficia sul legame con il suo Custode, Lan (Daniel Henney) e dà il via a un rizoma di relazioni che, a effetto domino, sono intaccate dalla brama di potere.

Una riflessione di genere

Ruota Del Tempo

Scritta nell’arco di vent’anni, dal 1990 al 2013, La Ruota del Tempo è un’epopea fantasy che sposa un’eredità di genere ben definita. Sulle spalle ha un colossal del calibro de Il Signore Degli Anelli e, come genitore più prossimo, Il Trono Di Spade, sulla cui saga letteraria George R. Martin ha iniziato a lavorare nel 1991. Lo sposalizio di quest’ultima con l’audiovisivo, nel 2011, ha aperto con irruenza e ferocia un varco nella fidelizzazione seriale al genere. Se la trilogia della Terra di Mezzo di Peter Jackson aveva inginocchiato il pubblico alla potenza visiva del grande schermo, Il Trono Di Spade ha voracemente ingabbiato lo spettatore nel piccolo schermo per otto stagioni.

Non a caso, quindi, nel 2022 Prime Video ha scommesso sulla serie TV Il Signore degli Anelli: Gli anelli Del Potere, non riuscendo però a tenere incollato il pubblico per tutta la durata della prima stagione, come dimostra uno studio condotto dall’Hollywood Reporter. Tuttavia, La Ruota Del Tempo ha ottenuto un rinnovo per la seconda stagione già alla fine delle riprese della prima e, come trapelato da un’intervista di Daniel Henney, sembra ci sia già il percorso tracciato per ulteriori stagioni. Il segreto per dare forma visiva a un mondo immaginario costruitosi progressivamente nella mente del lettore sta quindi nell’attesa.

Il fantasy abbraccia così quel lato della serialità che non va fagocitato ingordamente, ma che va compreso, assaporato, vissuto con conflitto e pazienza in un incedere lento e progressivo. Se riusciamo quindi a definire Il Signore degli Anelli e Il Trono di Spade come fenomeni universali di culto è perché il tempo ha dato loro una forma sociale. È dunque forse troppo presto per incorniciare La Ruota Del Tempo in un fatto suscettibile di studio. Tuttavia, le fondamenta conoscitive della prima stagione e l’intrigante percorso intrapreso dalla seconda protendono verso una scommessa vincente, che saranno i prossimi episodi a confermare o negare.


Seguici su InstagramFacebookTelegram e Twitter per sapere sempre cosa guardare!

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club

Classe 1996, laureata in Comunicazione e con un Master in Arti del Racconto.
Tra la passione per le serie tv e l'idolatria per Tarantino, mi lascio ispirare dalle storie.
Sogno di poterle scrivere o editare, ma nel frattempo rimango con i piedi a terra, sui miei immancabili tacchi.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.