Lontani da qualsivoglia canone cinematografico, i classici dell’animazione dello Studio Ghibli sono dei veri e propri capolavori del mondo dell’animazione, amati in tutto il globo da un pubblico di tutte le età. Caratteristica fondamentale dello studio nipponico, e in particolare del maestro Miyazaki, è la caratterizzazione delle figure femminili. Le eroine dello Studio Ghibli sono quasi sempre protagoniste e si distinguono grazie a personalità particolareggiate, ognuna recante il proprio bagaglio individuale di storie ed esperienze pregresse. Senza mai ripetersi, mantenendo il vigente obbligo di rinnovo e originalità, i personaggi dello Studio Ghibli possono considerarsi come creazioni complete, totalizzanti, articolate in ogni loro aspetto e che paiono vivere e avere una storia indipendentemente dai loro creatori. Permettendo il diretto confronto fra il pubblico e la vita dei personaggi, i disegnatori Ghibli danno spazio alla conoscenza umana, quasi relazionale, in modo che ogni spettatore si senta vicino e arrivi a comprendere ciò che avviene nell’animo di quelli che non sono semplici disegni.
NPC Magazine ogni settimana pubblica un approfondimento dedicato a ciascuno dei film dello Studio Ghibli. La rubrica dedicata porta il nome di Mondo Ghibli.
Nausicaa, la prima tra tutte
Partendo dall’antesignana delle fanciulle miyazakiane, la nobile Nausicaa (Nausicaa della Valle del Vento, Hayao Miyazaki, 1984), valorosa combattente nonché promotrice di pace nel suo ventoso e selvaggio regno, le donne di Studio Ghibli, quasi sempre bambine o ragazze che ancora serbano fantasia e immaginazione, sono psicologicamente corpose, alle prese con le fragilità dell’infanzia e la forza unica della femminilità, che coniugano l’amore e la lealtà famigliare con la ricerca di affermazione e indipendenza. Ragazze assolutamente non comuni, le donne Ghibli si presentano fin da subito come individui speciali, sia per una particolare sensibilità o per stravaganti poteri magici, esse sono l‘elogio della diversità. Forte testimonianza di autoaffermazione scevra dal giudizio altrui, un esempio importante, soprattutto per i giovani, che fa capire come “diverso” non sia sinonimo di “strano”, ma di “unico”.
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La strega Kiki
Emblematiche sono la dolce e irriverente Kiki (Kiki Consegne a Domicilio, Hayao Miyazaki, 1989) piccola e inesperta strega che si accinge ad affrontare le avventure del suo noviziato, la splendida e misteriosa San (La Principessa Mononoke, Hayao Miyazaki, 1997), la ragazza lupo che lotta per difendere la foresta in cui è cresciuta, sino alla romantica e leale Chihiro (La Città Incantata, Hayao Miyazaki, 2001) che affronta innumerevoli insidie per salvare i suoi genitori e il ragazzo che ama. Molte e molte altre figure riempiono l’universo Ghibli, alcune talmente indimenticabili da essere diventate miti del cinema giapponese. Come dimenticare la perseveranza e l’intraprendenza della bella Sophie (Il Castello Errante di Howl, Hayao Miyazaki, 2004) o la struggente e poetica principessa Kaguya (Storia della Principessa Splendente, Isao Takahata, 2013)?
In tutte loro è evidente la predominanza dell’amore e dei legami familiari, venati da un profondo sentimento di onore e fedeltà costitutivo della tradizione giapponese, ma al tempo stesso è importante la loro forte individualità, il percorso e lo sviluppo che queste giovani donne affrontano per raggiungere consapevolezza e maturità. Sempre ricchi di fantasia, avventura e quel pizzico di azione che rende tutto più coinvolgente, i film dello Studio Ghibli non sono le classiche favole per bambini, ma sono racconti di vita vera, narrata con l’espediente di una storia fantastica, in cui i personaggi si scontrano con le gioie e i dolori dell’esistenza, senza mai lasciarsi sopraffare dalle difficoltà, ma sempre pronti a superare gli ostacoli con dignità e amore. E questa lezione è forse la più grande delle magie di Studio Ghibli.
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