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Le Mans ’66, Ford e Ferrari nella leggenda

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6 minuti di lettura

Le Mans ’66 – La grande sfida è un film diretto dal regista James Mangold e sceneggiato da Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e Jason Keller. Apparso nelle sale cinematografiche il 14 novembre, la durata complessiva del film è di ben due ore e mezza. Tempo, tuttavia, nel quale lo spettatore è immerso in un vortice di pura adrenalina.

È un film incentrato su una rivalità storica che si può tranquillamente racchiudere in: Ferrari contro Ford. Rivalità divenuta leggenda, dal momento che racchiude due motori, due avversari, due cuori e due filosofie di pensiero. Ma vi è di più. Mangold ha saputo, tramite l’ausilio di un cast pazzesco, rintracciare e legare una lunga serie di dettagli, la cui pellicola è tutt’altro che la semplice storia di una sfida rimasta negli annali.

Le Mans '66

«Le Mans ’66» – trama

Sebbene il titolo alluda alla storica 24 Ore di Le Mans del 1966, la trama del film parte esattamente tre anni prima, dal 1963. Henry Ford II (Tracy Letts) decide di rinnovare la celebre azienda del nonno, cercando di acquistare, in modo del tutto invano, la casa automobilistica Ferrari. Da tale rifiuto, comincia la rivalità, il cui scopo è quello di realizzare l’automobile più veloce, più resistente e più affidabile di sempre. Una macchina che, appunto, potesse tagliare il traguardo di una gara dalla durata di 24 ore.

Henry Ford decide, così, di ingaggiare il progettista Carroll Shelby (Matt Demon), famoso pilota ormai del tutto fuori dalle corse per via di seri problemi cardiaci. Sicché, resta da capire chi far salire sulla celebre GT40. Ma Shelby non ha dubbi: l’incarico viene affidato all’amico Ken Miles (Christian Bale), pilota britannico che incarna il binomio di genio e sregolatezza. Entrambi sanno che hanno di fronte un fortissimo rivale. Sono consapevoli che l’impresa è molto ardua, con poche possibilità di successo. Ma daranno l’anima pur vincere la storica gara.

Punti di vista

Per chi non fosse a conoscenza, Mangold ha intitolato il suo film Ford vs Ferrari. Un titolo più che idoneo, sebbene l’elemento centrale della pellicola è la sfida tra le relative scuderie. Ma perché in Italia si sia voluto mutare il titolo in Le Mans ’66 – La grande sfida, è chiarito da un elemento fondamentale. Infatti, benché i team siano presenti, la scuderia di Maranello occupa una posizione defilata.

Mangold si è focalizzato prettamente sulla scuderia Ford. Ha diretto un’opera solo ed esclusivamente dal punto di vista americano, stereotipando quello che risulta essere l’universo delle quattro ruote italiano. Per questo, la pellicola risulta essere un biopic affascinante e allo stesso tempo eterogeneo.

Le Mans '66

Vi è da un lato il rapporto di fiducia tra Shelby e Miles, per quanto caratterialmente siano diversi: il primo, diligente nel proprio lavoro, fiducioso per la corsa; il secondo, dotato di grande talento, ma scettico per via di alcuni aspetti. Dall’altro lato, Le Mans ’66, oltre a essere un film sportivo, racconta una storia che passa dalla tensione di un thriller, all’adrenalina che si prova immaginando di essere dietro al volante. Insomma, un film senza alcun tipo di eccesso.

Aspetti tecnici

Indubbiamente, se il risultato di Mangold è ottimo, il merito è senza dubbio di aver dosato gli aspetti tecnici. La fotografia e la sceneggiatura sono degni di nota. Per non trascurare il fattore montaggio: Michael McCusker e Andrew Buckland donano al film un ritmo perfetto. Si passa dalle sequenze strette, serrate, in cui sono ripresi gli sguardi di sfida; a sequenze più ampie, più larghe, incentrate sulle auto che sfrecciano. Il tutto immerso in un completo equilibrio, il cui spettatore non è portato ad annoiarsi.

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Ma il lavoro migliore deriva dal cast. Le interpretazioni di Matt Demon e Christian Bale sono brillanti, ottimizzando i rispettivi protagonisti. Anche i personaggi secondari non sono da meno: Enzo Ferrari interpreto da Remo Girone, il già citato Henry Ford II, la cui arroganza viene dipinta da Tracy Letts. E ancora Jon Bernthal nei panni dell’italoamercano Lee Iacocca.

Conclusione

In un mondo dominato da capolavori come Joker e C’era una volta ad Hollywood, Le Mans ’66 – La grande sfida non ha nulla da che invidiare. Il film di Mangold può tranquillamente competere con qualunque kolossal uscito quest’anno nelle sale cinematografiche.

Per quanto, magari, la corsa per gli Oscar possa avere dei nomi “sicuri”, non escluderemmo a priori la pellicola di Mangold. Bale e Demon hanno tutte le carte in regola per competere come migliori protagonisti. Tuttavia questo lo scopriremo tra qualche mese. Al momento, godiamoci questo buonissimo film sotto ogni aspetto.


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Classe ’93, vivo a Taranto, città che un tempo era l’angolo di mondo che più allietava il poeta latino Orazio. Laureato in lettere, trovo nella letteratura un grande appagamento dagli affanni quotidiani. La mia vita è libri, scrittura, film e serie TV. Sogno di fare della cultura il mio pane quotidiano.