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Le Nuotatrici, la storia delle sorelle Mardini tra resilienza e rinascita

6 minuti di lettura

Le Nuotatrici è uno dei titoli più in voga su Netflix. Il film, uscito lo scorso 23 novembre sulla piattaforma, è già riuscito a dare vita a un codazzo di seguaci e amatori, come di timidi detrattori. Un intenso biopic che porta sullo schermo una storia tutta al femminile di rinascita e resilienza; una vicenda che vede come protagoniste due sorelle invincibili e la loro forza di volontà di ripartire nonostante tutto, con il fine di arrivare agli obiettivi prefissati.

Le Nuotatrici è un viaggio umano, personale e di sentimenti che da Damasco vi porterà fino a Rio; dalla polverosa e sanguinaria guerra ci accompagna mano nella mano fino alle gloriose e sfarzose Olimpiadi!

Un’odissea che dall’incubo si conclude in un sogno, reale

Un biopic che ripercorre la vera esperienza vissuta dalle due giovani sorelle siriane Yusra e Sarah Mardini; atlete allenate fin dalla tenera età dal loro padre. Delle nuotatrici, per essere più precisi, che hanno come obiettivo nella vita e nella propria professione sportiva quello di arrivare a gareggiare nelle tanto ambite Olimpiadi. Ma tra il dire e il fare, si sa, c’è di mezzo il mare; o qualcosa di ancora più profondo e pauroso. A fare da ostacolo al sogno delle protagoniste, ci si mette la sanguinosa guerra che investe la città di Damasco, e l’intera Siria; o meglio, l’inasprimento di questa guerriglia civile.

L’inizio dell’odissea prende il via a seguito di un vero e proprio miracolo. Una bomba buca il tetto di una piscina e durante una competizione casca in acqua; da qui la burrascosa fuga delle Mardini, seguite poi dalla famiglia. L’unico modo per ripartire è lasciarsi tutto alle spalle, spostarsi anche solo di un millimetro purché non caschi il mondo addosso. Per Yusra e Sarah questo vuol dire perdersi nel Mediterraneo, alla ricerca di un altro porto dal quale poter ripartire.

I legami sono parte fondante dell’intera opera

Le Nuotatrici NPC Magazine

Sally El Hosaini, registra tra gli altri anche del dramma My Brother the Devil (2012), mette in scena una vicenda di forti legami. C’è un legame familiare che tiene stretti tutti i membri della famiglia Mardini; un legame umano che accompagna tutta la storia, dalla guerra alla fuga, dalla solidarietà durante le corse per mare e per terra all’arrivo a Berlino (luogo di rinascita), dal ritorno ad una esistenza tranquilla e normale fino al debutto della giovane Yusra tra le file della Squadra dei Rifugiati.

Le protagoniste vengono ritratte sempre con un aurea di umanità appartenente ai “giusti”. Ma non finisce qui. Lo sport e la rinascita, la forza e la femminilità:

Le Nuotatrici è un film sull’emancipazione femminile che mostra come spesso la forza interiore nasca dalla sofferenza. Esplora il potere dell’ambizione e della libertà. L’ambizione femminile, spesso, viene intesa ancora come un concetto tabù a cui io, invece, volevo rendere omaggio. Ho intravisto nel film la possibilità di trasformare in eroine complesse quel tipo di donne, moderne e liberali, che esistono, ma che raramente si vedono sullo schermo.

Sally El Hosaini

L’ambizione femminile di due vere eroine della contemporaneità umana e politica; Yusra e Sarah sono delle figlie diseredate del nostro tempo. Bistrattate e dimenticate da una realtà che troppo spesso è drammatica e pericolosa. Ma è proprio grazie a questa “ambizione femminile” che le due riescono a ritrovare un punto focale dal quale poter ripartire.

La forza de Le Nuotatrici sta tutta nella trama, e questo non è per forza un bene

Le Nuotatrici NPC Magazine

Ebbene sì: va tutto bene, ma non troppo. Le Nuotatrici è un film che funziona, e funziona pure bene. Ma questo ottimo funzionamento non è garantito da una presenza artistica di alto valore; senza nulla togliere alla bravura della El Hosaini. Durante la visione de Le Nuotatrici si ha l’impressione che la forza dominante dell’intero film risieda esclusivamente nella drammaticità della vicenda raccontata.

Pochi, quasi nulli, sono i colpi di genio provenienti dal retro della camera da presa. L’organizzazione delle scene è alquanto tranquilla; tutto si regge nella vicenda, nella trama delle due sorelle, e nelle due attrici che le interpretano: Nathalie Issa (Yusra) e Manal Issa (Sarah).


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Toscano, classe ’98. Il mio spirito guida è Marcello Rubini, la mia migliore amica la penna. Il mio motto: “Voler sapere per poter raccontare”. In breve, aspiro al giornalismo

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