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Licorice Pizza Paul Thomas Anderson

Licorice pizza, siamo stati negli anni ’70 di Paul Thomas Anderson

Il nuovo film di Paul Thomas Anderson, atteso per il 17 marzo nelle sale italiane, è un coming of age tinteggiato d'amore e nostalgia

10 minuti di lettura

Licorice pizza è uno dei film più attesi di questa stagione, la cui uscita nelle sale italiane è stata annunciata per marzo. Il film segna il ritorno di Paul Thomas Anderson alle atmosfere californiane degli anni ‘70, un’epoca storica e un ambiente che gli appartengono, visitate già con Boogie Nights del 1997 e in parte anticipate in Vizio di forma del 2014.

Sembra giocare in casa questa volta Paul Thomas Anderson che porta sul grande schermo quello che pare essere un ricordo estratto direttamente dalla propria memoria. Licorice pizza, infatti, ha tutto il sapore di una storia personale, una storia vera raccontata con nostalgia, amore e tenerezza, come succede spesso con i ricordi, esasperando emozioni, idealizzando persone, amplificando sensazioni rendendole uniche nel proprio vissuto.

Licorice pizza è il nome di una catena di negozi di dischi della California che risale all’adolescenza di Anderson, non ha nessun riferimento reale all’interno del film, ma serve sicuramente per introdurre ed evocare la dimensione temporale, emotiva, sensoriale della storia raccontata.

Paul Thomas Anderson, si sa, è un cantastorie americano che propone di volta in volta racconti unici, iconici, a volte profondi e brutali, altre volte più ironici, scanzonati o malinconici. Con Licorice Pizza vuole raccontare la storia di una crescita con tutto il bagaglio di amore, gelosia, rabbia, follia e libertà che appartengono a quell’età che è l’adolescenza.

Il film è candidato agli Oscar 2022 nelle categorie Miglior film, Miglior regia e Miglior sceneggiatura originale.

Coming of age amoroso

Licorice pizza come tutti i film di Anderson è un film che non è possibile ricondurre a un’unica definizione, come i precedenti dell’autore è variamente stratificato e contiene diversi riferimenti e rimandi. Prima di tutto, però, Licorice pizza è un coming of age, racconta la storia di Gary Valentine (Cooper Hofman) e Alana Kane (Alana Haim), il loro legame che da amicizia diventerà qualcos’altro in un continuo avvicinarsi e allontanarsi, amarsi e odiarsi.

Gary ha quindici anni, Alana venticinque, si trovano in due momenti differenti della loro vita, lui è un attore esordiente impegnato in diversi affari, lei è un’assistente fotografa insoddisfatta che non ha ancora trovato il proprio posto nel mondo.

L’apparente sicurezza di lui, la sua arroganza e sfacciataggine si scontrano con le incertezze, la dolcezza e la fierezza di lei, insieme i due affronteranno diverse avventure, la crescita e il superamento dell’adolescenza. I due protagonisti corrono e si rincorrono, scappano e si ritrovano sempre, a suggellare un legame che si rivelerà essere più profondo e travolgente di quanto loro stessi percepiscano, un legame inscindibile esemplificato soprattutto dalla bellissima scena della telefonata, una conversazione fatta di silenzi, sospiri, sguardi.

È un amore puro quello trattato da Anderson, come solo gli amori adolescenziali sanno essere, con tutta la sua forza, la sua dolcezza e la sua ferocia. Altre persone entreranno nelle loro vite, ragazze, amiche, attori, politici, rapporti che scateneranno gelosia che sarà ciò che li allontanerà ma anche ciò che li riavvicinerà.

Adolescenza e anni ‘70

Licorice Pizza protaognisti

La storia di Gary e Alana illuminata dal sole della California e dalle luci di Hollywood, contiene in sé tutto il senso e la potenza dell’adolescenza che per Anderson smette di essere un momento anagrafico ma viene inteso come stato d’essere, uno stare al mondo incerto, appassionato, paranoico, folle.

Le innumerevoli corse intraprese dai due protagonisti, le loro mille avventure, i loro continui nuovi affari segnano un periodo in cui tutto sembra immaginabile e l’unica cosa possibile da fare è sperimentare, provare, tentare, magari fallire e riprovare.

Tutto questo non poteva che avvenire sullo sfondo californiano degli anni ’70, un’epoca che è già stata culla di altri importanti coming of age (tra tutti Almost famous che ha più di un punto in comune con il film di Anderson) caratterizzata prima di tutto da una colonna sonora, curata ancora una volta da Jonny Greenwood, che rimanda perfettamente le atmosfere del tempo, anche grazie all’uso intelligente di pezzi iconici come Life on mars di David Bowie.

Ciò che ci arriva di più di quest’epoca è la sua anima più disperata e folle, un momento di cambiamento, una stagione che sta finendo, un secolo che sta cambiando, ma con ancora mille possibilità che si offrono a chi le sa cogliere e i due protagonisti prendono tutto, con la foga che è propria solo di chi il mondo ancora lo deve cominciare a vivere.

Oltre a tutto questo c’è in sottofondo la storia sociale, i riferimenti reali cinematografici, dalla storia di Gary Goetzman che si incontra con Lucille Ball, William Holden e John Peters, linee narrative che ci permettono di assistere alle interpretazioni esuberanti e sopra le righe di Sean Penn, Bradley Cooper e Tom Waits, caratterizzazioni che per un attimo ci fanno tornare a Boogie Nights, esasperate, piene di vita, disperate quasi, un unicum nella galleria del regista.

Ma oltre alla sfavillante Hollywood c’è anche la politica e i fatti internazionali, i riferimenti alla crisi del petrolio, non solo notizia storica ma fatto che entra direttamente nelle vite dei protagonisti, influenzandole e cambiandole.

I volti protagonisti di Licorice Pizza

Licorice Pizza haim

I due protagonisti, al contrario di altre produzioni di Anderson che esibivano un cast famoso e acclamato, sono due attori alle prime armi, ma la scelta non è casuale e si rivela sicuramente vincente. Il personaggio di Alana Kane è impersonato da Alana Haim e per stessa ammissione del regista è pensato appositamente per lei.

L’attrice è la sorella più piccola del trio femminile Haim per il quale il regista ha girato diversi videoclip, l’intera famiglia Haim in realtà compare nel film a impersonare proprio la famiglia Kane. Il protagonista maschile è invece interpretato da Cooper Hoffman, figlio di Philip Seymour Hoffman presenza costante nei film di Anderson fino a The master.

I due protagonisti si rivelano molto bravi e reggono il confronto con attori ben più esperti e conosciuti come Sean Penn o Bradley Cooper. La scelta anticonformista di Anderson si rivela vincente, i due attori esordienti conferiscono una freschezza nuova a Licorice Pizza che anche grazie a loro non ricade in facili stereotipi tipici del genere di riferimento e sicuramente il legame personale tra il regista e gli attori accresce ulteriormente la carica confidenziale e famigliare dell’opera.

Licorice Pizza movie

Licorice Pizza è un ottimo film, Paul Thomas Anderson, che in questa occasione veste il ruolo, oltre che di regista, anche di sceneggiatore e direttore della fotografia, non delude le aspettative e raggiunge ancora una volta livelli altissimi per quanto riguarda l’estetica e la tecnica cinematografica.

Certo è che Licorice pizza ha l’animo più mite in confronto ad altri suoi film, non ha la rabbia e la crudeltà del Petroliere o la profondità psicologica di The Master e de Il Filo nascosto, non ha nemmeno la pretesa di grande ritratto americano di Magnolia, ma con la sua delicatezza e spensieratezza ci regala un inno alla libertà e all’amore, la fotografia di un’epoca, di un momento della vita che potrebbe essere di ognuno di noi e a cui non possiamo che guardare con amore e nostalgia.


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Chiara Cazzaniga, amante dell'arte in ogni sua forma, cinema, libri, musica, fotografia e di tutto ciò che racconta qualcosa e regala emozioni.
È in perenne conflitto con la provincia in cui vive, nel frattempo sogna il rumore della città e ferma immagini accompagnandole a parole confuse.
Ha difficoltà a parlare chiaramente di sé e nelle foto non sorride mai.

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