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Lizzy e Red film d'animazione

Lizzy e Red – amici per sempre: nel paradiso degli animali si impara a vivere

9 minuti di lettura

Regola aurea: mai fidarsi dei film per bambini. Entri in sala per abbracciare colori e fantasia, esci nuotando nelle tue stesse lacrime. Accade certo con Lizzy e Red – amici per sempre, i cui creatori condividono il team creativo di un altro film in tecnica stop motion tra i più commoventi degli ultimi anni: La mia vita da zucchina. Premessa promessa, anche questa volta si parla di morte. Ma non allarmatevi, i vostri figli ameranno questa sgargiante avventura capace di intercettare emozioni genuine e insegnamenti urgenti senza mai cedere il passo a fatue rappresentazioni del dolore.

Anzi, è tutto molto semplice e immediato: Lizzy e Red si risvegliano nel paradiso degli animali, dove impareranno che la vita non si divide in prede e predatori. L’adattamento dell’omonimo libro di Iva Pochàzkovà arriva in sala dal 4 marzo 2022 grazie alla coppia di registi Denisa Grimmovà e Jan Bubenicek, che firmano un film di audace educazione emotiva che insegna molto ai più piccoli e ricorda a noi i valori essenziali.

Silenzio, parlano gli animali

Lizzy e Red - amici per sempre

Poveri animali, costretti a insegnarci a essere umani. Come in una favola di Esopo, Lizzy e Red – amici per sempre chiama la natura a darci una lezione. Si inizia in un meraviglioso giardino bagnato di rugiada: non è l’Eden o il paradiso, ma un mondo bestiale abitato da pregiudizi travestiti da leggi dell’istinto. Paura e morte, più che temi, sono compagni di vita. Lo sa bene Lizzy, la topolina orfana di padre e impegnata più che mai a dimostrare agli amici che “niente può spaventarla, niente può fermarla”. La statua di suo papà scintilla al centro della foresta, in ricordo dell’unico topo ad aver mai affrontato il più violento tra i predatori: la volpe. Nel tentativo di eguagliare il suo eroe, Lizzy strappa un ciuffo di peli a una volpe dormiente. La missione però non va a buon fine e nel cercare di sfuggirle, preda e predatore vengono investiti.

Stacco. Nebbia. Paura. Il topo è morto, e con lei la volpe. Lizzy e Red – amici per sempre non si nasconde dietro giochi di prestigio: la morte è morte e non si esiste più. C’è una sincerità disarmante, un coraggio narrativo che ha pochi e nobili eguali. La nebbia fitta che accoglie Lizzy è un testimone del passaggio tra qui e , dove inizia un viaggio diverso e libero in cui imparare a guardare con occhi nuovi la vita. Insegnamenti fatui e tardivi? Non proprio, i creatori di Lizzy e Red hanno chiaro cosa ci accada al di là, e senza paura di spoiler possiamo dirvi che a tutti è concessa una seconda possibilità.

Topo e volpe, costretti da rocambolesche avventure a passeggiare assieme in paradiso, imparano a guardarsi. Gli sguardi limpidi dominano una lezione importante: ognuno merita il giusto tempo per essere capito. Non è un caso che l’ultima tappa di un al di là impegnativo e laborioso è proprio un cinema (incastonato nello stomaco di una balena!), in cui si entra soli, ci si guarda vivere e si saluta il passato: pronti a ricominciare.

Prima però, topo e volpe affrontano paure e incomprensioni, imparando che esistono solchi di siderale profondità, ma in intreccio continuo, tra come siamo, come vorremmo essere e come ci dipingono. Ne è un’importante e coraggiosa conferma il fatto che la tamburellante protagonista dell’avventura, la topolina Lizzy, non manca di un carattere spesso discutibile. Seppur l’avventura segua alcune necessarie incursioni di azione urlata, utile a tenere sveglia l’attenzione dei più piccoli, i protagonisti non si prostrano sempre a una perfezione morale e si ritrovano ad affrontare una catena di errori personali. Lizzy e Red è sensibile, ma non banale: non usa i sentimenti ma li nomina e annovera tra gli strumenti per affrontare interpretare il mondo.

In un afflato universalista, che richiama anche il meglio di Soul, Lizzy e Red si concede di allontanarsi dall’infinitamente piccolo di un avventura animale per allargare lo sguardo al cosmo. A richiamarci a sé è però la dolce canzone intonata da Red, “Little wee fox”, una nenia che resta allo spettatore come ricordo di un’avventura animale profondamente umana.

La morte in stop motion fa comunque paura

La tecnica stop-motion è ancora una volta la scelta migliore per un racconto scisso tra finzione narrativa e verità umana. Ci ricorda L’isola dei cani di Wes Anderson per un approccio al pupazzo che sostituisce la più comune plastilina con tessuti crespi dall’immediata percettibilità tattile. Una decisione che, a tratti, stona con inserti digitali non sempre orchestrati a dovere. Il tono della storia, i suoi personaggi e la natura della tecnica scelta per il racconto creano però un insieme vincente che avvicina Lizzy e Red agli spettacoli di marionette e pupazzi agitati sui teatrini ambulanti dei più vivi show di saltimbanchi.

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La foresta e il paradiso si animano di una realtà minuscola, in cui ogni oggetto è quello a cui spesso sosteniamo assomigli: la neve che fiocca dolce è davvero un gioco di batuffoli, mentre le stelle brillano alte (anche in paradiso!) come sul fondale di un presepe. Le similitudini animano Lizzy e Red, intrecciandosi con un viaggio di allegorie rarefatte e familiari. La selva oscura, la “foresta delle foreste” dove torniamo alle origini bestiali e un diffuso metamorfismo partecipano a una storia che cerca l’assoluto e sfiora corde che risuonano limpide. La legge di natura, sbandierata a sciocco ideologismo dall’alba dei tempi, è smentita in Lizzy e Red dalla natura stessa: se l’istinto e la sopravvivenza non vengono negati, gli si affianca una lettura più soffusa e aperta del nostro ruolo di esseri (umani) nel mondo.

Lizzy e Red non si fida sempre dello spettatore

Lizzy e Red - amici per sempre protagonisti

Dispiace in Lizzy e Red notare spesso un approccio didascalico, che esaspera la lezione e diffida dell’intuito degli spettatori, anche i più piccoli. L’idea che al bambino serva ripetere e sgualcire l’insegnamento è figlia di un cinema un po’ ingenuo e in apparenza digiuno delle lezioni dei grandi maestri dell’animazione. Dalla Pixar al giapponese Ghibli, il cinema d’animazione ha imparato a tracciare confini e inscenare valori senza bisogno di doppiare o triplicare l’insegnamento tra parole in campo, voice over e immagine. La derivazione letteraria di Lizzy e Red si manifesta nel punto dolente di un film altrimenti perfetto. Resta però imperdibile, una lezione a cui non sottrarsi. Assieme ai suoi imperfetti personaggi, vi resterà nel cuore una nuova ninnananna da dedicarsi nei giorni più bestiali:

autumn winds dance through the trees

once again carrying baby fox home to his dad

making the sweet little baby

fox just sleep tight

little wee fox don’t take a fright

little wee fox your home is right


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Studente di Media e Giornalismo presso La Sapienza. Innamorato del Cinema, di Bologna (ma sto provando a dare il cuore anche a Roma)e di qualunque cosa ben narrata. Infiammato da passioni passeggere e idee irrealizzabili. Mai passatista, ma sempre malinconico al pensiero di Venezia75. Perché il primo Festival non si scorda mai.

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