I Manetti Bros., nome d’arte dei fratelli registi Marco e Antonio Manetti (rispettivamente classe 1968 e 1970), si stanno facendo conoscere al grande pubblico grazie al loro nuovo film Diabolik, che vanta anche un cast d’eccezione: Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea.
Ma prima di arrivare a questo film-traguardo, i due registi hanno sperimentato con molti film di genere, ragione per cui i loro nomi erano già noti ad una piccola cerchia di appassionati.
I Manetti Bros: di chi stiamo parlando
La carriera dei Manetti Bros. inizia nel 1994 con la loro partecipazione ad un piccolo film horror antologico, De Generazione (cui aveva partecipato anche una giovanissima Asia Argento), per poi procedere con altri film horror e crime, sempre con venature ironiche. Nel periodo successivo filmano un numero notevole di videoclip musicali, molte delle quali per artisti come Max Pezzali, 883 e Piotta (frequente collaboratore nelle colonne sonore dei film dei due registi), e una serie di corti web intitolata SCUM – The web series.
Il loro secondo lungometraggio arriva nel 1997, un piccolo film per la televisione intitolato Torino Boys, che segna l’inizio di una lunga collaborazione con l’attrice nigeriana Juliet Esey Joseph, che apparirà in molti dei film successivi dei Manetti Bros.
Nel 2000 realizzano il loro primo lungometraggio per il cinema, Zora la vampira, con Micaela Ramazzotti e Carlo Verdone, che produce anche il film, mentre Valerio Mastandrea ha un piccolissimo ruolo comico (Mastandrea farà un cammeo simile anche nel film successivo dei Manetti Bros., Piano 17). Nel cast sono presenti moltissimi artisti hip hop romani, che regalano ovviamente i loro brani originali alla colonna sonora del film.
Sorta di adattamento/omaggio dell’omonimo fumetto degli anni ’70, che seguiva il filone horror-erotico in voga in quegli anni, in realtà il film si discosta pesantemente dai temi del fumetto, prendendone in prestito solo il titolo e omaggiandolo. Anche se il film fu un flop, adesso nelle comunità di internet c’è chi lo sta rivalutando, paragonandolo a Dal Tramonto all’Alba (From Dusk Till Dawn) di Robert Rodriguez e scritto da Quentin Tarantino.
Già in Torino Boys e Zora la vampira si può notare facilmente l’attenzione dei Manetti Bros. per la musica nei loro film: la colonna sonora è protagonista tanto quanto i personaggi, non riveste una mera funzione filmica, ma è una presenza che pervade ogni momento dei film. Questa attenzione musicale raggiungerà l’apoteosi in Ammore e Malavita molti anni dopo.
Dopo il flop di Zora la vampira i Manetti Bros. si dedicano alla televisione, girando tutti gli episodi della prima stagione della serie tv L’Ispettore Coliandro, inaugurando la collaborazione con il loro attore feticcio Giampaolo Morelli. Prodotta dalla Rai, la serie non andrà subito in onda a causa di uno stile che si discosta molto da quello delle fiction italiane più tradizionali. I registi non perdono tempo e, con la stessa troupe della serie, realizzano il piccolo thriller Piano 17, che vincerà il Premio del pubblico al Noir in festival nel 2005.
Il film è forse uno dei più riusciti dei registi, che utilizzano bene il budget ristretto di soli €70.000 ambientandolo in un ascensore bloccato. Ovviamente c’è una bomba che ha iniziato il conto alla rovescia. Per i completisti più assidui ne è consigliata la visione: Piano 17 è disponibile all’acquisto o al noleggio su YouTube.
Nel 2006 va finalmente in onda L’Ispettore Coliandro riscontrando un notevole successo di pubblico e formando subito un’affezionata fanbase, che non ha esitato a protestare quando dopo quattro stagioni la Rai voleva cancellare la serie per problemi di budget. Le richieste dei fan furono così pressanti che nel 2016 fu ripresa la produzione della fiction dei Manetti Bros., che va tutt’oggi avanti.
Nel 2006 i registi firmano anche tre episodi per la serie tv antologica Crimini.
Nel 2009 i fratelli Manetti realizzano Cavie, a tutt’oggi introvabile sul web o nei negozi. Si tratterebbe di un film-saggio di 90 minuti circa, realizzato al termine di un Master in Acting tenuto dai registi per il Centro Sperimentale di Cinematografia:
Avremmo dovuto realizzare un cortometraggio, ma non riuscivamo a scriverne uno che desse ai nostri 12 attori le stesse possibilità. E allora abbiamo scritto un film.
Horror.it
Il film ha avuto solo una proiezione pubblica, nel 2016 alla Casa del Cinema a Villa Borghese, a Roma
Tornano al cinema nel 2011 con L’Arrivo di Wang e nel 2012 con Paura, tornando ai film di genere (rispettivamente fantascienza e horror), ottenendo risultati altalenanti. Ma la consacrazione dei Manetti Bros. arriverà negli anni successivi, con i due film Song’e Napule e Ammore e Malavita, tematicamente molto simili viste l’ambientazione napoletana e la forte componente musicale.
Nel frattempo i registi girano anche la settima e ottava stagione di Rex per la Rai, uscite rispettivamente nel 2014 e 2015. Infine, i Manetti tornano questo mese con Diabolik, primo capitolo di una annunciata trilogia sull’icona del fumetto italiano.
Con cosa cominciare: Song’e Napule
Anno: 2013
Durata: 114′
Interpreti: Alessandro Roja, Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Paolo Sassanelli, Carlo Buccirosso, Peppe Servillo, Antonio Pennarella, Juliet Esey Joseph
Realizzato dopo i flop dei loro ultimi film di genere, Song’e Napule continua la collaborazione tra i Manetti Bros. e l’attore Giampaolo Morelli. Una sorta di predecessore spirituale di Ammore e Malavita, il film è una commedia crime che, similmente a L’Ispettore Coliandro, vuole omaggiare i film poliziotteschi (non polizieschi) italiani degli anni ’70. La forte componente musicale, l’ambientazione scenica, la gran maggioranza del cast, e gli elementi crime e umoristici accomunano i due film, realizzati a tre anni di distanza l’uno dall’altro.
Il film inizia con il raccomandato Paco (Alessandro Roja) che sostiene un divertente colloquio con il questore Vitali (Carlo Buccirosso) per entrare nella Polizia. In realtà Paco ha un grande talento musicale, avendo studiato pianoforte al Conservatorio.
Per questo motivo l’inesperto poliziotto viene reclutato dal commissario Cammarota (Paolo Sassanelli) nella squadra anticrimine: il piano del commissario è di inserire Paco nella band del cantante Lollo Love (Giampaolo Morelli), che terrà il concerto del matrimonio della figlia di un camorrista, a cui parteciperà anche il latitante killer Ciro Serracane (Peppe Servillo). Paco, in quanto infiltrato, avrà il compito di catturare e arrestare Serracane.
Ovviamente ne succedono di tutti i colori, tra commedia degli equivoci e goffaggini dell’inesperto Paco. A livello tecnico manca ancora un piccolo gradino per differenziarlo dalla qualità che verrà invece con Ammore e Malavita e Diabolik, presentando qui invece un look ancora molto pesantemente digitale, presente in tutta la filmografia dei Manetti Bros.
Tuttavia la trama, le interpretazioni, e qualche scena d’azione sono degne di nota, rendendo Song’e Napule il film ideale per iniziare a conoscere i fratelli registi e il loro stile subito riconoscibile. Il film è disponibile all’acquisto o al noleggio su Prime Video.
Con cosa proseguire: Paura
Anno: 2012
Durata: 108′
Interpreti: Francesca Cuttica, Peppe Servillo, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele, Claudio Di Biagio
Anche se non si tratta di uno dei migliori film dei Manetti Bros., vale la pena dare un’occhiata a Paura (o Paura 3D) per avere un assaggio delle abilità horror dei fratelli registi. Si tratta infatti di un omaggio al filone torture porn portato in auge dagli Hostel di Eli Roth, ma con un budget molto più limitato.
Tre amici trovano il modo di intrufolarsi nella casa di un riccone (Peppe Servillo, alla prima collaborazione con i Manetti), che è apparentemente fuori Italia per una settimana. I ragazzi cominciano a organizzare una festa nella villa, quando inaspettatamente il proprietario torna.
Intanto Simone (Lorenzo Pedrotti) trova un sottopassaggio segreto che porta ad una camera blindata, dove troverà una ragazza incatenata (Francesca Cuttica, alla seconda collaborazione con i Manetti Bros. dopo L’Arrivo di Wang). Il resto della trama si può intuire, anche se verso la fine regalerà un colpo di scena (seppur prevedibile).
Anche se è evidente la scarsità di budget, Paura regala un paio di effetti splatter notevoli: agli effetti speciali troviamo infatti Sergio Stivaletti, effettista che ha realizzato trucchi e creature per registi come Dario Argento (Opera), Lamberto Bava (Dèmoni) e Michele Soavi (Dellamorte Dellamore).
Tuttavia le scene splatter sono troppo poche per rendere l’elemento gore accattivante. Inoltre il film è limitato da un ritmo molto lento, che non permette alla trama di ingranare o di coinvolgere il pubblico, e quando finalmente inizia la parte horror non è all’altezza delle aspettative promesse.
Nonostante i difetti, il film rimane comunque un esperimento horror italiano interessante, rafforzato dagli omaggi filmici e dal profondo rispetto che i fratelli Manetti hanno per il genere. È inoltre l’ultimo film horror dei registi, che dopo Paura abbandoneranno l’esplorazione del genere per dedicarsi a progetti più ambiziosi e originali. Si può guardare su Prime Video (incluso con l’abbonamento a Infinity Selection).
Per innamorarsi: Ammore e Malavita
Anno: 2017
Durata: 133′
Interpreti: Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Carlo Buccirosso, Claudia Gerini, Gennaro Della Volpe, Franco Ricciardi, Antonio Buonomo, Giovanni Esposito
Il film che ha consacrato i Manetti Bros. a livello nazionale (prima di Diabolik) è senza dubbio il musical Ammore e Malavita, che riprende il filone crime comedy iniziato con Song’e Napule tre anni prima. Come anticipato infatti il film riprende molti spunti dal film precedente, tra cui ovviamente il cast, composto dall’immancabile Morelli e dalla nuova musa dei fratelli registi Serena Rossi. Inizia la collaborazione con i Manetti Claudia Gerini, che compare anche nel nuovo film Diabolik.
Il film inizia subito con una scena sopra le righe, con un funerale e il primissimo pezzo musicale cantato nella bara da Carlo Buccirosso. è solo l’inizio ma basta già per capire il tono del film, caratterizzato proprio dall’irresistibile vena ironica dei fratelli registi, diventata ormai riconoscibile e marchio degli autori. Infatti il pretesto che fa partire il film è estremamente comico: Don Vincenzo (Buccirosso) e sua moglie Donna Maria (Gerini) sono stanchi di vivere la vita da criminali, quindi a lei, ovviamente appassionatissima di cinema, viene l’idea di fingere la morte del marito come in un film di James Bond: in questo modo potrebbero ritirarsi senza doversi guardare le spalle dalle autorità.
Quando però un’infermiera, Fatima (Rossi), vedrà che Don Vincenzo è effettivamente ancora vivo, lo scagnozzo Ciro (Morelli) sarà incaricato di ucciderla. Peccato che Fatima e Ciro siano stati i corrispettivi grandi amori della loro adolescenza, perduti in gioventù e ritrovatisi in questa circostanza. Lui non può ucciderla, ed entrambi scapperanno insieme, non lasciandosi più.
Il film procede con numerose sequenze d’azione e montaggi stilosi, ma soprattutto con molti pezzi musicali originali, che fanno ironicamente il verso a film musical famosissimi, come l’omaggio a Flashdance quando i due innamorati si rincontrano per la prima volta.
Il film, prodotto da Rai Cinema e distribuito dalla 01 Distribution (come il suo predecessore Song’e Napule) è sicuramente il più originale della filmografia dei Manetti Bros., e quello col più alto livello qualitativo, di immagine e di produzione: la fotografia è pulita e studiata, sicuramente più sapientemente composta rispetto ai film precedenti, e la componente musical aiuta il film a spiccare e differenziarsi rispetto ad altri film italiani odierni.
In effetti i Manetti sono stati registi di innumerevoli video musicali, e la loro esperienza in questo campo li avrà sicuramente aiutati a gestire un film così grande e movimentato (è infatti il film più lungo mai realizzato dai fratelli registi finora). In attesa di Diabolik, per innamorarsi dei Manetti Bros. è più che necessaria la visione di Ammore e Malavita, il capolavoro dei registi che gli è valso il premio Miglior film ai David di Donatello nel 2018 e il Premio Pasinetti alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2017.
Il film è disponibile gratuitamente su Rai Play.
Con cosa non iniziare: L’Arrivo di Wang
Anno: 2011
Durata: 80′
Interpreti: Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Juliet Esey Joseph, Li Yong, Antonello Morroni, Jader Giraldi, Carmen Giardina, Rodolfo Baldini
Nel 2011 i Manetti Bros. si cimentano nella fantascienza, realizzando L’Arrivo di Wang, pesantemente influenzato dagli episodi di Ai confini della realtà (The Twilight Zone in originale). Prima produzione della Pepito, che in futuro produrrà i film di Gianni Amelio e dei fratelli D’Innocenzo, il film ha come protagonisti Ennio Fantastichini e Francesca Cuttica (protagonista anche di Paura).
Nel film Gaia (Cuttica) è un’interprete di cinese a cui viene assegnato un misterioso lavoro: viene bendata e portata su un’auto privata in un luogo sotterraneo e buio, dove dovrà tradurre le domande di Curti (Fantastichini) e le risposte di un misterioso individuo, che rimane nascosto nell’ombra.
Dopo poco Gaia scopre che l’interlocutore cinese in realtà è un alieno, che conosce il cinese perché pensava fosse la lingua più parlata sulla Terra. Il film segue poi l’interrogatorio sempre più violento di Curti e la solidarietà di Gaia, che vuole aiutare l’alieno a scappare. Anche qui c’è un colpo di scena finale, che in realtà si può benissimo immaginare già nei primi 5 minuti dell’interrogatorio.
Nonostante gli attori (tra cui la sopra citata collaboratrice dei Manetti Bros. Juliet Esey Joseph) si sforzino di rendere credibili le proprie interpretazioni, L’Arrivo di Wang avrebbe senza dubbio funzionato di più sotto forma di cortometraggio, o di episodio televisivo da 40/50 minuti, ma non di lungometraggio da un’ora e venti.
Un altro punto a sfavore è anche la scarsa qualità degli effetti speciali, non tanto dell’alieno Wang quanto degli ultimi 10 minuti di film, che avrebbero richiesto un notevole e sapiente uso della CGI, ma evidentemente sono mancati il budget o il talento necessari a realizzare un finale decente.
Infatti, L’Arrivo di Wang è finora l’unico film fantascientifico nella filmografia dei Manetti Bros.: evidentemente il genere non rientra nelle loro corde, e dopo aver realizzato Paura i fratelli registi lasceranno i film di genere per dedicarsi a film più tradizionali. L’Arrivo di Wang si può visionare gratuitamente su Rai Play.
Per approfondire: De Generazione e L’Ispettore Coliandro
Vale segnalare un paio di menzioni speciali: il debutto dei Manetti Bros. De Generazione (1994, 110′) e la serie tv L’Ispettore Coliandro (2006-).
De Generazione è un horror antologico low-budget omaggio a film come Creepshow e alla serie tv Ai Confini della Realtà. I fratelli registi firmano il primissimo episodio del film (se si esclude il prologo introduttivo), intitolato Consegna a domicilio, che presenta un sottotono estremamente ironico e pieno di black humor, in linea con molti degli episodi successivi.
Il corto dei fratelli Manetti racconta di un corriere dall’aspetto inquietante che perde la pazienza con una consegna che non riesce ad effettuare. Una premessa se vogliamo molto attuale, eseguita con grande ironia e con una serie di equivoci tra i personaggi che faranno degenerare la situazione.
Nei titoli di coda i registi ringraziano per l’ispirazione Sam Raimi, Peter Jackson, Robert Zemeckis, Dario Argento e Tom & Jerry. Giusto per dare un’idea dei toni del corto.
Vale la pena menzionare questo film anche per gli altri episodi, realizzati da talenti allora emergenti e soprattutto con attori allora giovanissimi e oggi molto conosciuti: tra i più famosi la già citata Asia Argento, anche regista di un breve segmento, Giorgio Tirabassi (il cui ultimo film è Freaks Out di Gabriele Mainetti, da non confondere con uno dei fratelli Manetti) e il comico Corrado Guzzanti.
Nel complesso De Generazione è un film sicuramente divertente da vedere, e un esperimento italiano interessante per i fan del genere horror, a cui è fortemente consigliata la visione. Si può trovare gratuitamente su YouTube.
L’Ispettore Coliandro invece si può un po’ definire il magnum opus dei Manetti Bros., che hanno avuto una quasi totale libertà artistica e registica nella realizzazione della serie, composta da puntate della durata di brevi film.
Qui i fratelli registi hanno avuto carta bianca, e hanno potuto sbizzarrirsi tra omaggi ai film di Clint Eastwood, stunts pericolosi e anche qualche controversia, come la presenza in un episodio di personaggi appartenenti al movimento CasaPound. Sicuramente vale la pena di scoprire (o ri-scoprire) questa piccola gemma nascosta nel grande mare delle fiction italiane. La serie si può trovare nella sua completezza su Rai Play.
In copertina: Artwork by Madalina Antal
© Riproduzione riservata
Seguici su Instagram, Facebook, Telegram e Twitter per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!