Maria Antonietta ha debuttato su Sky con i primi due episodi il 15 febbraio. La serie è una produzione francese e polacca, scritta e ideata da Deborah Davis, già sceneggiatrice de La favorita di Yorgos Lanthimos.
La storia di Maria Antonietta
La serie racconta la vicenda di Maria Antonietta, consorte di Luigi XVI e ultima regina di Francia dell’Ancien Régime. La sua storia è nota e più volte raccontata in libri, film e serie tv: la giovane Maria Antonietta, arciduchessa austriaca, giunge a Parigi per sposare il Delfino di Francia e suggellare così l’alleanza tra i due paesi. Il matrimonio non è felice e per molti anni non fu nemmeno consumato, così che Maria Antonietta per lungo tempo non adempì al proprio dovere: quello di assicurare un erede in modo da avvalorare l’alleanza tra Francia e Austria.
Maria Antonietta, però, è passata alla storia soprattutto come donna frivola e dedita al lusso; la nuova regina, infatti, dimentica ben presto gli insegnamenti ricevuti in Austria all’insegna della sobrietà e della moderazione per abbandonarsi a una vita di feste, trasgressioni e sfarzi. Collezionò una serie di amanti anche dopo essere riuscita a stringere un reale rapporto col marito Re di Francia e restò fedele per tutta la vita al conte svedese Axel von Fersen. A causa della violenta insurrezione popolare i regnanti furono costretti a fuggire verso l’Austria e, riconosciuti, furono accusati di tradimento contro la patria, processati e condannati alla ghigliottina.
Tra intenzioni e aspettative
L’intenzione della serie sembrerebbe quella di voler rielaborare la figura di Maria Antonietta e farne una moderna icona femminista. Il contesto aspro e malevolo di Versailles risulta perfetto per ambientare la storia di nascita e rivalsa di questa giovane e sprovveduta ragazza austriaca. Trapiantata in una terra straniera che si rivela quanto più ostile, la giovane delfina dovrà cavarsela da sola, stringere amicizie sincere e creare alleanze sicure. La corte offre, infatti, un’ampia varietà di complotti e intrighi, abitata da personaggi tra loro diversi ma accomunati tutti dalla medesima bramosia di potere.
È proprio il potere a essere al centro dei primi due episodi, esercitato da chiunque se lo possa permettere, anche solo per un breve e fuggevole momento. Altro elemento che emerge è il controllo esercitato su Maria Antonietta, continuamente osservata, scrutata, spiata, costantemente controllata, manipolata, condizionata. Più spesso trattata come una proprietà, o meglio come un corpo da possedere e controllare, e lei per sua parte indifesa e inesperta. È alla fine del primo episodio che un’apparente piccola conquista diventa la chiave di volta per la storia della regina che comincia a rendersi conto di ciò che è in grado di fare e di quali sono le sue armi.
Prime impressioni
Per i primi due episodi la serie Maria Antonietta non propone nulla di drasticamente nuovo o innovativo, anzi ripercorre territori già battuti in altri luoghi per la stessa storia. L’evoluzione che la serie si ripromette appare anch’essa abbastanza scontata ma potrebbe ancora riservare inaspettate sorprese. Sarebbe stato sicuramente più efficace introdurre elementi di provocazione già in questi due primi episodi per intrigare lo spettatore e invogliarlo all’attesa settimanale per la successiva visione, ma si è scelta una strada prevedibile e a tratti stanca senza davvero nessun guizzo di scrittura ne di regia. Non che il prodotto risulti scadente o dozzinale, ma non riesce a uscire dalla mediocrità del mare della serialità, che non risulta comunque essere una nota positiva. Non si vuole però dimenticare la mano dietro la serie, quella di Deborah Davis che è riuscita con La favorita a scrivere un prodotto di grande qualità, di cui dobbiamo per forza ricordarci.
Auspicando un miglioramento e sperando in una maggior carica provocatoria, proseguiamo la visione della serie e ci riserviamo un commento alla sua conclusione.
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