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Matt Groening

Matt Groening e l’algoritmo del successo: dai Simpson a Disincanto

9 minuti di lettura

Tra le serie Netflix più attese del 2021 c’è sicuramente Disincanto, che con la terza parte apre in realtà quella che sarà la seconda stagione. Le aspettative per questo prodotto sono state altissime fin dal suo annuncio, merito della mente che le ha dato vita: Matt Groening. Per i pochi a cui questo nome non dice nulla, stiamo parlando del creatore di serie che hanno fatto la storia dell’intrattenimento animato quali I Simpson e Futurama.

Nella collaborazione con Netflix, però, Groening ha deciso di allontanarsi (ma non troppo) dalla formula che gli ha portato così tanta fortuna in passato, cimentandosi in un prodotto che si adatta meglio alle caratteristiche della serialità contemporanea. Andiamo allora ad analizzare le analogie e le differenze tra Disincanto e gli acclamati successi del passato.

Matt Groening e la ricetta di uno show perfetto

matt groening

Esiste davvero la formula del successo assicurato? Sembrerebbe di sì e a scoprirla è stato Matt Groening. Tutto è iniziato quando il fumettista, prendendo spunto dalla sua vita privata e dalla sua infanzia, ha dato vita alla famiglia animata più famosa del mondo: I Simpson.

Irriverenza e ironia sono sicuramente le due incognite che non possono mancare all’interno di questa equazione. Spesso sono incarnate all’interno di un unico personaggio: Bender nel caso di Futurama, Luci in Disincanto e Homer nell’universo giallo. Non a caso sono i personaggi più amati, perché con le loro cattive abitudini dure a morire e la loro immobilità stereotipata riflettono un tipo di umanità a cui è impossibile non affezionarsi.

Proprio grazie alla loro fama di “essere solo un cartone animato”, queste serie tv si sono fatte largo nella nostra quotidianità e sono riuscite con leggerezza e naturalezza a fare satira su argomenti che spesso sono dei veri e propri tabù. Dalla politica alla religione, dal razzismo al sessismo, nulla spaventa la matita di Matt Groening. Al tempo stesso la libertà del disegno permette al creatore di muoversi liberamente, sprigionando fantasia e creatività e dando vita a scenari improbabili e ad avventure assurde ed esilaranti.

I Simpson, Futurama e Disincanto: serie sorelle, ma non gemelle

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Groening, con il passare degli anni, si è discostato sempre di più dall’impostazione originale de I Simpson, andando a ricercare in Futurama e in Disincanto quella libertà narrativa che, nonostante le numerose stravaganze, forse stava un po’ stretta alla cittadina di Springfield. Il disegnatore ha quindi deciso di spaziare in nuovi universi e nuovi mondi che gli hanno dato la possibilità, anche visiva, di conquistare nuove, interessanti frontiere.

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Mentre I Simpson è una serie squisitamente comica, le altre due serie sorelle faticano a rientrare sotto un’unica categoria e strizzano l’occhio anche al fantasy, alla fantascienza e al racconto d’avventura. Se la fruibilità de I Simpson, e in parte di Futurama, sta nella possibilità di una visione disordinata che non pregiudica la comprensione dell’episodio, non si può dire lo stesso di Disincanto.

È possibile infatti notare un netto cambiamento di forma, complice sicuramente Netflix e le sue regole non scritte. Anche l’ultima fatica di Matt Groening si è dunque dovuta adattare alle nuove esigenze ed abitudini del pubblico. Nel caso di Disincanto, questo significa una maggiore attenzione alla trama e ai colpi di scena, ai ribaltamenti e alle disavventure e una leggera frenata per quanto riguarda l’elemento comico. Tanta ironia e qualche momento demenziale sono infatti gli elementi favoriti dal pubblico di questo genere televisivo e in Disincanto li ritroviamo tutti, ma più come siparietti che hanno il compito di alleggerire la trama, piuttosto che come elementi centrali di comicità.

Disnicanto e Fututrama: somiglianze e easter egg

matt groening

Disincanto è disegnato da Groening, e si vede. La riconoscibilità dei personaggi è ormai parte della sua inconfondibile firma: grandi e semplici occhi tondi, labbro superiore sporgente e piccole orecchie graziose. Su Dreamland spicca un vistoso castello dalla forma audace che non può non ricordarci la base della famosa ditta di spedizioni Planet Express del professor Farnsword. E mentre notiamo una certa somiglianza tra Mr Burns e il consigliere Odval, ci lasciamo sfuggire alcuni degli easter egg che i creatori ci hanno sapientemente lasciato. Qualche esempio? Le acconciature di alcuni personaggi delle altre serie (quella di Fry durante il secondo episodio della prima stagione) e per un brevissimo istante, in una scena nell’ultimo episodio della prima stagione, si possono vedere Fry, Bender e il professor Farnsword.

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Questo piccolo flash non è l’unico indizio che ci possa far pensare che Disincanto e Futurama siano in realtà ambientati nello stesso universo narrativo. I regni e i luoghi sperduti in cui si svolgono le avventure di Bean, Elfo e Luci sono infatti molto diversi gli uni dagli altri, quasi come se si trattasse di pianeti distanti anni luce nello spazio e nel tempo. Troviamo infatti l’ambientazione principale, Dreamland, in stile medievale e poi regni incantati con mostri e creature di ogni tipo, isole tropicali, reami rinascimentali e metropoli in stile steampunk.

Le donne forti di Matt Groening

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Una costante che negli anni ha trovato sempre un maggiore supporto, sia da parte del creatore che da parte del pubblico, è sicuramente il carattere irriverente e sopra le righe dei personaggi femminili. Le donne di Matt Groening da sempre non costituiscono solamente un orpello, un personaggio secondario, ma sono delle vere e proprie regine della scena che sanno insegnare e promuovere l’emancipazione.

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A partire dalla piccola e intrepida Lisa che ci strega da anni con la sua intelligenza e la sua voglia di riscatto, vero e proprio simbolo del femminismo moderno. Passando per Turanga Leela, la self-made woman più cazzuta dell’intero universo che riesce a pilotare navicelle, combattere mostri e alieni e gestire la difficile vita di una “diversa” cresciuta da sola in un mondo che non le appartiene. Per arrivare a Bean, principessa ribelle che fugge il ruolo di bambolina delicata e preferisce ubriacarsi in una bettola con i suoi amici strampalati. Non sono da sottovalutare, soprattutto nella seconda e terza parte, anche i personaggi di Dagmar e Oona. La prima egoista e malvagia, potente seduttrice e manipolatrice disposta a tutto pur di riuscire nei suoi intenti. La seconda perfetta madre/moglie in carriera che si destreggia tra i problemi di palazzo e l’impegnata vita di una piratessa a caccia di tesori.

In conclusione, Disincanto ci piace, ci diverte e ci intriga. Ha tutte le carte in regola per diventare l’ennesimo successo uscito dalla mente geniale di Matt Groening. Non solo sembra essere la degna erede delle due sorelle più grandi, ma ha la potenzialità di diventare qualcosa di diverso: un nuovo connubio e punto d’incontro tra generi e stili di serie animate.


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Classe 1996, laureata in Filosofia.
Aspirante filosofa e scrittrice, nel frattempo sognatrice e amante di serie tv, soprattutto comedy e d'animazione. Analizzo tutto ciò che guardo e cerco sempre il lato più profondo delle cose. Adoro i thriller psicologici e i film dalla trama complessa, ma non disdegno anche quelli romantici e strappalacrime.
Pessimista cronica e amante del dramma.

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