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Metal Lords

Metal Lords: dove il metal è una maschera di ricerca identitaria

9 minuti di lettura

Netflix inaugura aprile con un teen drama firmato dalla penna di D.B. Weiss che, da Il Trono Di Spade approda in una pellicola a sfondo metal. La regia è di Peter Sollett, per un titolo dalla forgiatura epica, Metal Lords, dall’8 aprile incasellato nella selezione di offerte filmiche della piattaforma. Sulla reminiscenza dell’eterno School Of Rock, il film sceglie lo sfondo scolastico, ma nella sua veste adolescenziale, per raccontare il percorso di crescita di tre studenti emarginati, fino alla loro consacrazione alla Battaglia delle Band.

Il canonico evento scolastico, che ritorna in classici del genere come il mirifico Sing Street (2016), segna un rito di passaggio tanto quanto il ballo scolastico. Contro il pop imperante e l’indie rock demonizzato da uno dei protagonisti, Hunter, i tre giovani protagonisti portano sul palco il post death doom metal, ma quello di Sollett non è un film sul metal. La musica diventa pretesto di una storia sulla rabbia adolescenziale, sull’esigenza di accettazione e sul desiderio di non essere invisibili.

Lo sporco che trasuda dalle roboanti note dei Metal Gods cantati dai Judas Priest viene smussato ed edulcorato in un racconto d’amore e amicizia in cui gli adulti restano esclusi, incapaci di comprendere, come gli stessi adolescenti, le trasformazioni che toccano questa delicata fase di transizione della crescita. Con un tono che ironizza sulla devozione verso il metal, Metal Lords incornicia una commedia leggera, di una rabbia pacifica, che non manca di contare su importanti nomi del rock.

Metal Lords: così nacquero i Fiori Cranici

metal lords

Moriremo vergini in una band con questo nome

All’inizio della nostra storia incontriamo Kevin e Hunter: il primo, interpretato da Jaeden Martell di It (2017), il secondo da Adrian Greensmith, astro nascente di Hollywood con un volto magnetico. Sono rispettivamente il batterista e il chitarrista/cantante degli SkullFucker, nome tradotto come Scopatori Cronici, che colloca i due amici nel limbo dell’invisibilità scolastica. I due sono amici da sempre ma, mentre il carattere mite e socievole di Kevin lo porta a cercare di inserirsi nella vita sociale del liceo, Hunter rifiuta tutto e tutti, consacrandosi totalmente al metal.

Quando la scuola indice l’annuale Battaglia delle Band, per Hunter è l’occasione di far conoscere la musica degli SkullFucker e rompere il vetro dell’invisibilità. Tuttavia, la smania per il metal non appartiene allo stesso modo a Kevin, che subisce passivamente la fame dell’amico, ma si mette d’impegno per realizzarne il sogno. Così, alla ricerca di un bassista, Kevin conosce invece Emily (Isis Hainsworth), una studentessa britannica che suona il violoncello e assume pillole per la minima presenza di serotonina nelle sue sinapsi, che le causa violenti scatti d’ira. Tra i due nasce un’amicizia, che sboccia poi in amore e mette in disparte Hunter, fermamente convinto di non voler Emily nella band perché non abbastanza metal.

Il rapporto tra Kevin e Hunter si sgretola, verso quello che sembra un punto di non ritorno, dove il metal ritorna come salvatore. Ed ecco che sul palco gli Scopatori Cranici diventano Fiori Cranici (SkullFlower), in una deviazione linguistica e semantica under 18.

Un eroe e una chitarra contro gli dei

metal lords film

Un’eguale indole di eroici cuori,

Fiaccati dal tempo e dal fato, ma forti nella volontà

Di combattere, cercare, trovare, e di non cedere.

Ulysses, Alfred Tennyson

Il metal è un genere musicale, uno stile di vita, uno strumento di affermazione identitaria, un ideale artistico che unisce e divide. In Metal Lords esprime la volontà di prendere il potere di Hunter, di farsi vedere e sentire da chi lo ha sempre ignorato, primo tra tutti il padre (Brett Gelman, che ricordiamo in Fleabag) dopo la morte della madre. Hunter riflette l’ideale epico del metal, l’esigenza di sopravvivenza dell’eroe che sfida gli dei e si fa largo in territori inesplorati.

Non a caso si appella a Ulisse come condottiero di un viaggio identitario che cerca nel metal l’ancora di salvezza dal caos adolescenziale. Tuttavia, come Ulisse, Hunter rimane l’unico superstite della sua nave, laddove Kevin non vede nel metal lo stesso potere di verità che Hunter fa proprio come un mantra. Agli SkullFucker manca così l’energia centripeta che rende coeso un gruppo, in quanto la passione muove solo da una persona. Rimane però con forza quella rabbia sotterranea che unisce Hunter ed Emily come poli opposti di una sinergia di cui Kevin è il centro di mediazione.

Metal Lords non è un film sul metal

metal lords D.B Weiss

Non avrei pensato al metal neanche un minuto se non fosse stato per Hunter

Metal Lords non incanala dunque la potenza vibrante di un film su una rock band, come può insegnare un capostipite del genere: Quasi Famosi (2000). Al tempo stesso non si allaccia alla corrente svagata, trasgressiva, ruvida e volutamente demenziale di un cult come Detroit Rock City (1999). Metal Lords scioglie i nodi dell’eccesso e della ribellione in una narrazione dove la rabbia traduce le fragilità dei suoi protagonisti in chiave introspettiva. In una contestualizzazione contemporanea dove l’inno metal si assopisce in una cerchia di pochi appassionati, il suo valore nel film diventa più simbolico che affermativo.

Per questo D.B. Weiss e Peter Sollett adottano il tono della commedia per ironizzare sulla fame di metal di Hunter, dipingendo così i protagonisti con quella goffa timidezza che li rende apparentemente svincolati dall’attitudine tuonante e dalla sacra triade sesso, droga e rock ‘n roll. È però quella stessa intima gracilità, quel timido approccio alla vita che si nutre di una rabbia sotterranea che avvicina lo spettatore ai protagonisti e crea un brivido d’intesa sulle note della canzone di chiusura: Machinery Of Torment.

Cosa farebbe Satana?

metal lords netflix

Proprio la canzone del debutto degli Skull Flower sul palco della Battaglia delle Band porta la firma di D.B. Weiss e Tom Morello, storico frontman dei Rage Against The Machine e produttore esecutivo musicale del film. Quest’ultimo scrive solo una delle presenze di spicco del rock in Metal Lords, come dimostra una scena che accoglie i camei di iconici musicisti come Rob Halford (Judas Priest) e Kirk Hammett (Metallica). C’è quindi un investimento rilevante sulle presenze, accompagnato da una colonna sonora che inneggia classici dagli anni ’80 ai ’90, dai Motörhead ai Guns N’ Roses.

Metal Lords si sorregge dunque su un’importante produzione, contornata da una sovrastruttura di amuleti metal che rilasciano parte della loro eredità in una storia adolescenziale limata nei suoi eccessi da un approccio educato. In questo contesto gli adulti sono osservatori passivi, ma giudicanti nel demonizzare, con pacato disinteresse, il metal. Come recita uno dei volantini che Hunter e Kevin distribuiscono per cercare un bassista: cosa farebbe Satana? Qui ritorna la memoria di Dave Grohl, diavolo rosso nel classico Tenacious D – Il Destino Del Rock (2006) in quella veste mitologica che fa del metal in Metal Lords l’idealizzazione di un motore di crescita.


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Classe 1996, laureata in Comunicazione e con un Master in Arti del Racconto.
Tra la passione per le serie tv e l'idolatria per Tarantino, mi lascio ispirare dalle storie.
Sogno di poterle scrivere o editare, ma nel frattempo rimango con i piedi a terra, sui miei immancabili tacchi.

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