Paura e delirio nei cinema, the Minions are back e questo vuol dire soltanto una cosa. Esatto, è ora di tirare fuori dall’armadio il completo delle grandi occasioni, dirigersi nel cinema più vicino (Minions 2 si trova in oltre 830 sale, al momento dell’uscita) e perdersi nelle roboanti avventure dei simpatici, rimbalzosi, puffosi Minions. Ma il nuovo sequel è davvero all’altezza delle incredibili aspettative? A pochi giorni dalla distribuzione in sala, dove Minions 2 conquista la vetta delle presenze dal 18 agosto 2022, scopriamo perché è il film del momento.
La trama di Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo
Minions 2 – Come Gru diventa cattivissimo diretto da Kyle Balda (già regista di Cattivissimo Me 3 e Lorax) è in linea d’uscita il quinto film della Cattivissimo Me saga, fiore all’occhiello dell’Illumination Entertainment che affida la distribuzione all’Universal Pictures. Nel complesso la serie di film comprende la trilogia originale più i due spin-off prequel sulla nascita dei Minions (una specie di Silmarillion) e delle loro scorribande sulla Terra alla continua ed estenuante ricerca di un padrone cattivissimo da servire.
Negli psichedelici anni ’70, Gru è un giovane dalle ambizioni cattivissime. Intende infatti unirsi al team di super criminali più importante del mondo, i Malefici 6. Gru si presenta quindi a un loro colloquio, ma essendo troppo piccolo il gruppo lo liquida deridendolo. Il testardo ragazzino farebbe però di tutto per dimostrare il suo valore, e così ruba d’impulso ai Malefici 6 la pietra filosofale, un artefatto da loro stessi trafugato durante un colpo. Detto fatto, Gru non sarà forse riuscito a entrare nel team più in voga del momento, ma la rapina scatena i Malefici 6 che ora hanno da fare i conti con il loro nuovo nemico e i suoi scagnozzi gialli.
Perché i Minions piacciono così tanto?
Nell’energica trama di Minions 2 non possono ovviamente mancare i protagonisti del film, i quali però hanno uno spazio decisamente ridimensionato rispetto al primo spin-off. Gru entra nella rosa dei protagonisti, e il film risulta così meno minion-centrico. A tutti gli effetti Minions 2 è un vero e proprio prequel di Cattivissimo Me, piuttosto che uno spin-off.
Sia chiaro, questo non toglie niente ai suddetti pupazzi gialli, anzi. La centralità della storia che accosta Gru ai Minions viene compensata da una botta ulteriore di slapstick esplosiva. Da quando sono stati pensati, i Minions sono figure cartoonesche immediatamente riconoscibili, ed è questo che ha permesso ai tirapiedi di Gru di superare nella fama il loro stesso capo.
A renderli simpatici c’è sempre stata la loro goffaggine e inettitudine nel fare le cose: a guardare i Minions all’opera, durante un colpo organizzato dal loro temibile capo, o mentre aggiustano, costruiscono qualcosa nel covo, sembra di assistere a un gruppo di ubriachi. Un approccio alla vita che è di una completa e cieca amoralità, accompagnato da uno stravolgimento delle emozioni sempre esagerato, istintivo, comicissimo nelle sue movenze.
I Minions figli della slapstick
Proprio come Tom & Jerry, ai Minions non serve la voce. La strana lingua che parlano e che capiscono solo loro (ribattezzata da Pierre Coffin, il regista della saga originale, “minionese”) è superficiale, perché le loro movenze, gli strafalcioni, i disastri che combinano (tra l’altro, come insegnano i Looney Tunes, ciò non comporta nessuna conseguenza: nei cartoni non si deve morire) accomunano di più i Minions a Charlie Chaplin che a qualsiasi altro autore comico del sonoro.
Minions 2 è quindi un’esplosione satirica e baldanzosa portata all’estremo, esagerata nella sua carica comica tanto adorata dal pubblico dei più piccoli, ma che intriga anche i grandi ai quali permette di fare un viaggio indietro nel tempo, con la memoria verso quei cartoni animati storici (i già citati Looney Tunes e Tom & Jerry) intessuti qui in una nuova veste.
Con tutti i difetti che hanno gli spin-off e i prequel di vario genere (essere dipendenti a una storia centrale e quindi non aver nulla di così innovativo da raccontare) Minions 2 si rivela comunque una delle prime visioni più rinfrescanti di quest’estate afosa, da assaporare rigorosamente al gusto di banana.
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