Protagonista della Hollywood dorata degli anni Cinquanta e Sessanta, si è spento a 103 anni Kirk Douglas, capostipite di una dinastia pienamente inserita nell’ambiente cinematografico.
Figlio di immigrati ebrei bielorussi, all’anagrafe Issur Danielovitch, da giovane prestò servizio in Marina durante la Seconda guerra mondiale, per poi approdare a Broadway. Qui cambiò nome, preparandosi ad interpretare quasi 90 film nell’arco di tutta la sua vita.
Emblema dell’uomo che si fa da sé, fu splendido interprete di personaggi ambiziosi e tormentati, con una rabbia che ha caratterizzato tutta la sua carriera.
Candidato a tre Premi Oscar, non ne vinse nessuno, ma ricevette nel 1996 quello alla carriera.
Leggi anche:
C’era una volta a… Hollywood, Tarantino vicino all’Oscar?
Malato da tempo, la sua ultima apparizione cinematografica risale al 2004 con il film Illusion di Michael A. Goorjian.
Il peso delle origini e le difficoltà, oltre ai problemi di salute, lo fanno riavvicinare in vecchiaia alla fede ebraica e alla pratica della scrittura, con un libro di memorie e diversi romanzi. Nei suoi scritti Kirk Douglas indaga dubbi che lo hanno accompagnato per tutta la vita e afferma impegni sociali e ideologici contro la guerra e il razzismo.
Seguici su NPC Magazine