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MUBI, perché è il miglior servizio Streaming disponibile

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7 minuti di lettura

Di questi tempi non manca mai qualcosa da guardare. O meglio, non manca mai un luogo su cui guardare qualcosa. Netflix, Amazon, ora anche Disney+! Sfumature dello stesso modello. Una piattaforma, tanti contenuti. La FOMA (fear of missing out, letteralmente la paura di perdere qualcosa) che si fa sentire a ogni serata trascorsa a decidere cosa decidere di guardare, per poi tornare sempre negli stessi luoghi cinefili. Caldi, protetti. Non c’è scoperta, non c’è passione che si evolve.

Certo, potreste essere organizzati e avere una lista di film da guardare. Magari approfittate di guide reperite online, con tutte le indicazioni relative alle piattaforme su cui guardare i vari film consigliati (come in questa!). Più facile però che vi siate semplicemente seduti sul divano chiedendovi: e ora cosa guardo? La risposta varia a seconda dell’interlocutore. Netflix&Co. useranno una similitudine. Incroceranno le vostre recenti visioni riproponendovi qualcosa che è come quella. L’avete vista, e l’algoritmo lo sa. In questo caso siete sul divano come siete sulla home Amazon, a decidere qualcosa in base a ciò che avete già deciso. Vi ripetete all’infinito, nelle visioni così come nel consumo. C’è però una seconda opzione, la cui risposta è ben diversa. Si chiama MUBI ed è forse quello che state cercando.

Contro il cinema fast-food

MUBI non è la risposta passatista ai nostalgici di tempi andati. Cinefili gelosi dei nuovi luoghi in cui bazzica il cinema, pronti a sputare anche su Scorsese se accostato al logo Netflix. No, Mubi è Netflix, ma per chi ha voglia di scoprire ogni giorno un cinema nuovo. Senza perdite di tempo e in un palinsesto ordinato per monografie o temi.

MUBI

Non è però solo sul piano dei contenuti che MUBI si propone come possibile alternativa. Il funzionamento della piattaforma ideata nel 2007 da Efe Cakarel si differenzia dai concorrenti (che tali forse dunque non sono) per una fruizione che aggiorna ai tempi moderni il concetto di palinsesto limitato, rifiutando la modalità di visione fast-food.

Un cineclub, ma con le comodità del presente

MUBI

Accedendo a MUBI (costo mensile 9 euro, ma gratuito per studenti di scuole di cinema!) non verrete inondati da possibili visioni confuse tra cinema valido e film di scarto. Potrete invece navigare certi in 30 film disponibili ogni mese; selezionati, commentati, recensiti sulla piattaforma nella specifica sezione notebook. Ogni giorno un film appare e un film (quello caricato un mese esatto prima) scompare, e dunque ogni giorno potete abbandonarvi al consiglio quotidiano, o scoprire i restanti 29 titoli. Tutti sottotitolati anche in italiano, ovviamente. Ognuno di essi è selezionato per temi, tendenze, luoghi del mondo, registi o attori. Il cartellone, come è chiamato questo raccoglitore mensile, è pensato (e curato) quindi come una rassegna da Festival. Con una certa passione per l’accostamento del cinema minore al classico indimenticabile, secondo gli insegnamenti della più tradizionale (e mai tradizionalista!) cinefilia.

Per capirci, la piattaforma ha ospitato anche una selezione di film riscoperti e selezionati da Nicholas Winding REFN, la stessa raccolta ora presente sul suo portale byNWR.

È dunque una sorta di cineclub contemporaneo, con tutte le comodità dei tempi (app fluide su ogni sistema, buon player e grafica accattivante), ma senza la dispersione di qualità e l’eccesso fuorviante della quantità.

In the mood for…streaming

MUBI

Tutto sembra essere nato perché Efe Cakarel, fondatore, non riusciva a trovare una versione decente di In The Mood For Love di Wong Kar-wai. «Non abbiamo saputo resistere all’idea che chiunque avesse la propria cineteca… Il tuo piccolo cinema, sempre, ovunque», affermano. A leggere il manifesto della piattaforma sembra quasi di tornare ai primi tempi del Web, quando la grande rete sembrava promettere una cultura ubiqua e accessibile. Eppure, nonostante l’apparente retorica, il sistema MUBI si realizza come uno spazio d’eccezione per ogni appassionato.

Il cartellone, sempre popolato da sorprese, si affianca da qualche tempo alla possibilità di noleggiare in digitale alcuni film. «Gli essenziali: film che devi aver visto per forza di cose», come affermano in aperta alla sezione. E a ben vedere, tra Diaz, Mazumoko e Kubrick, non sembrano esagerare.

Presente chiama, cinefilo risponde

Al di là di tutto, oltre alla bellezza di uno strumento utile per ogni appassionato e curioso, è doveroso sottolineare l’innovazione di un progetto di questa caratura. MUBI è lo scacco definitivo a chi si affida ciecamente a ogni piattaforma, ma anche a chi sogna i tempi andati. «Crediamo che i film debbano essere guardati su schermi di tutte le forme e dimensioni», affermano prendendo le distanza da una certa cinefilia estranea al presente. Non è dunque uno strumento per eludere le attuali forme della settima arte, bensì un modo per dominarle e scoprirle.

Non a caso la piattaforma si occupa di setacciare Festival di ogni tipo, per scoprire film meritevoli di un ampio pubblico, mettendo a disposizione le pellicole sulla propria piattaforma e rilasciandole anche nei cinema.

Un modello di sostenibilità cinefila da tenere d’occhio, per sopravvivere alla quantità e riscoprire la qualità.


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Studente di Media e Giornalismo presso La Sapienza. Innamorato del Cinema, di Bologna (ma sto provando a dare il cuore anche a Roma)e di qualunque cosa ben narrata. Infiammato da passioni passeggere e idee irrealizzabili. Mai passatista, ma sempre malinconico al pensiero di Venezia75. Perché il primo Festival non si scorda mai.