Mood alquanto depresso, qualche chilo di troppo e indubbiamente una dipendenza da birra. Questo era il Thor che avevamo lasciato dopo il salto temporale di cinque anni in Avengers: Endgame, ricordate? Bene, finalmente, l’8 luglio arriverà nelle sale il nuovo film Thor: Love and Thunder, il cui trailer -rilasciato solamente da due giorni – ha raggiunto oltre 209 milioni di visualizzazioni.
Lungo quasi ben 2 minuti, il teaser dei Marvel Studios si apre con Thor (Chris Hemsworth) che torna in forma smagliante, ma a rubargli la scena, lei. La meravigliosa Natalie Portman (Jane Foster) che nel momento conclusivo viene svelata come Mighty Thor.
In attesa, dunque, di vedere il nuovo film Marvel al cinema, ripercorriamo la luminosa carriera dell’attrice israeliana.
The Best (e non) of Natalie Portman
Attrice, regista, produttrice cinematografica e attivista. Parla correttamente cinque lingue, alle quali ha aggiunto da alcuni anni lo studio dell’arabo. Una fra le donne più belle e intelligenti di Hollywood, Natalie Portman nasce a Gerusalemme nel 1981 con il vero nome di Natalie Hershlag.
Dopo i primi passi nel mondo della danza (che studiava dall’età di quattro anni) e successivamente nel mondo della moda come modella, le viene offerta una parte da protagonista nel film Léon di Luc Besson. Il film è stato un perfetto trampolino di lancio per altri lavori di recitazione: da Heat – La sfida (1995) di Michael Mann con Al Pacino e Robert De Niro a Tutti dicono I Love You del 1996 di Woody Allen, con Edward Norton e Drew Barrymore. Nello stesso anno compare nel film di Tim Burton Mars Attacks! con Jack Nicholson e Glenn Close.
Passione per la recitazione e il teatro che la porta a lasciare momentaneamente (periodo durato quasi tre anni) i film per dedicarsi completamente allo studio iscrivendosi all’Università di Harvard per studiare psicologia e studiando contemporaneamente recitazione presso la scuola Stagedoor Manor Performing Arts Camp.
Léon
Film diretto diretto da Luc Besson, interpretato insieme a Natalie Portman da Jean Reno e Gary Oldman.
La piccola Natalie ha solamente 13 anni quando viene scritturata per il ruolo di protagonista interpretando Mathilda, per la quale era stata inizialmente proposta Liv Tyler, che venne ritenuta troppo grande poiché all’epoca già diciassettenne.
Dopo le prime reticenze dovute all’età, Besson cambia idea dopo averla vista recitare. Nonostante il film l’abbia lanciata nel mondo del cinema, la Portman ha raccontato di essere stata vittima di terrorismo sessuale. Infatti, subito dopo aver recitato in Léon, la giovane attrice cominciò a ricevere lettere. Sfortunatamente rendendosi conto che la prima lettera ricevuta conteneva una fantasia di stupro. A peggiorare il tutto fu la critica che si permetteva di parlare del suo seno acerbo e le persone oggettivavano il suo corpo. Reduce da queste orribili esperienze, l’attrice è stata molto attenta e riluttante nel ricoprire ruoli sexy, soprattutto quando era più giovane.
Il successo di Guerre Stellari
Dopo tre anni di assenza dalle scene, Natalie Portman torna alla grande con il successo planetario di Guerre Stellari che porta la firma di George Lucas.
Per lui interpreta la Regina Padme Amidala – la compagna di Anakin Skywalker e dunque la madre di Luke Skywalker e Leia Organa – in Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma nel 1999, a cui seguiranno i capitoli successivi Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni nel 2002 e Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith nel 2005.
Peccato che anche in questo caso la Portman non sia stata felice dell’ingaggio: come lei stessa ha affermato in un’intervista al New York Magazine, il fatto di essere in un “film rozzo e confuso” aveva fatto sì che tutti la considerassero una pessima attrice.
Tutti mi ritenevano una pessima attrice, Mike scrisse allora una lettera ad Anthony Minghella dicendogli: “scritturala per Cold Mountain, garantisco io per lei”. Quindi Anthony mi introdusse a Tom Tykwer che a sua volta mi presentò ai Wachowski (V per vendetta). Pochi anni dopo lavorai per Milos Forman (L’ultimo inquisitore). Mike mi ha salvato la vita.
Closer
Closer è ambientato in una Londra contemporanea. Attrazioni istantanee, lunghi corteggiamenti e tradimenti sono all’ordine del giorno: Dan (Jude Law) è un giovane scrittore che si fidanza con Alice (Natalie Portman), giovane stripper in cerca di fortuna. La felice relazione, però, si incrina quando Dan si innamora di una fotografa, Anna (Julia Roberts), che, per “colpa” di Dan, si fidanza con Larry (Clive Owen) un dermatologo.
Mike Nichols si ferma a riflettere sulla centralità del sesso nella società dei giorni nostri. L’attenzione dello spettatore è catturata sia dalla buona sceneggiatura che dell’eccezionale cast. Clive Owen e Natalie Portman (candidata anche all’Oscar) hanno vinto per questo film il Golden Globe.
L’attrice israeliana naturalizzata statunitense, al momento delle riprese aveva 23 anni, ma pur essendo giovanissima, la Portman ha già a questo punto della carriera alle spalle tredici film. Infatti, la notevole dose di esperienza è mostrata in maniera lampante dalla resa interpretativa del suo ruolo: non costruisce una Alice monolitica, ma riesce a farci assaporare diversi lati del suo carattere esprimendo una vastissima gamma di emozioni attraverso i suoi occhi.
Il memorabile V per Vendetta
Quando V per Vendetta è uscito nelle sale nel lontano 2006 siamo stati conquistati dalle sue atmosfere cupe e anarchiche. Il film diretto da James McTeigue annoverava nel cast Hugo Weaving nel ruolo di V, l’incredibile Natalie Portman nel ruolo di Evey Hammond, Stephen Rea e John Hurt insieme a molti altri.
Momento clou dell’interpretazione dell’attrice è stata la sequenza del taglio di capelli. La stessa Portman si è detta entusiasta di girare quelle scene, soprattutto per l’alto valore simbolico che ricoprivano.
Ero molto concentrata sul personaggio che sta vivendo un momento traumatico: il taglio dei capelli è una violenza che viene commessa contro di lei. Avevamo solo una ripresa, una volta tagliati i capelli la scena non si poteva ripetere. L’abbiamo provata molte volte grazie ad alcuni membri della troupe che si sono offerti volontari per farsi rasare i capelli. Abbiamo provato anche con tutte le varie macchine da presa accese per studiare bene l’intera sequenza. Per me personalmente è stata una scelta che ero felice di fare.
Un momento talmente catartico che lei si è portata dietro anche dopo il film.
Ero entusiasta di avere l’opportunità di gettare via la vanità per un po’ di tempo e andare in giro senza capelli. In quel momento però, nei panni di Evey quell’esperienza per lei è traumatica, non è una sua scelta. Sicuramente è stato un cambio radicale anche per me, ma nel complesso ero felice di farlo. La cosa più stressante in realtà in V per Vendetta è stata proprio quella di avere solo una possibilità: di solito siamo abituati a ripetere una scena, a rifarla se non siamo convinti. In quel caso invece no, quindi quello che ho cercato di fare era concentrarmi e dare del mio meglio per la mia unica possibilità.
Natalie Portman, attrice poliedrica
Film dopo film, la carriera dell’attrice naturalizzata americana spicca il volo, confermandosi sempre di più un talento multiforme e versatile. Nel 2007 arriva in Italia il film Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, al quale partecipa al fianco di Dustin Hoffman nel ruolo di Molly Mahoney, gioiosa e vitale 23enne, ma con scarsa autostima.
Sempre nello stesso anno passa da giovane circondata di magia a donna in cerca di se stessa e dell’uomo dei suoi sogni in Un bacio romantico – My Blueberry Nights di Wong Kar-wai presentato al Festival di Cannes 2007.
Il fatto che L’altra donna del re portasse le firme di Peter Morgan – il drammaturgo britannico che per vocazione mette in scena la Storia inglese dai tempi di The Queen fino ad arrivare a The Crown – e del regista Justin Chadwick dovrebbe essere una garanzia di qualità. Infatti il suo grande successo ha permesso al pubblico di vedere Natalie Portman nei panni dell’altra sorella Bolena, Anna che spicca per antipatia e manie di protagonismo. Una vera manipolatrice che non ha nulla da invidiare a Lady Macbeth, insomma!
Tornata ai tempi moderni, la vediamo in Cigno nero di Darren Aronofsky, in cui interpreta una ballerina di danza classica che deve modificare la sua tecnica e il suo stesso carattere al fine di poter ballare in Il lago dei cigni. Per prepararsi al ruolo l’attrice si sottopose ad una ferrea dieta, perdendo oltre 6 Kg e prese per un anno e mezzo lezioni di danza classica. La magistrale interpretazione fece conquistare alla Portman ai Premi Oscar 2011 l’Academy Award come migliore attrice protagonista.
Nel 2010 si trasforma nella giovane scienziata Jane Foster accanto ad Anthony Hopkins, Chris Hemsworth, Ray Stevenson, Idris Elba e Tadanobu Asano nel Thor di Kenneth Branagh. Nel 2013 riveste nuovamente i panni di Jane Foster in Thor: The Dark World e gira due pellicole per la regia di Terrence Malick e il western Jane Got a Gun.
A gennaio 2014 è annunciato l’inizio delle riprese dell’adattamento cinematografico dell’autobiografia dello scrittore israeliano Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, di cui Natalie Portman sarà interprete nel ruolo della tormentata madre dello scrittore, sceneggiatrice e regista. La pellicola intitolata Sognare è vivere, presentata al Festival di Cannes 2015, e oltre ad essere interpretata dall’attrice, è stata per la prima volta da lei anche diretta e prodotta.
Dalla biopic Jackie, diretta da Pablo Larraín alla pellicola Planetarium, dove recita accanto a Lily-Rose Depp. In Song to Song – diretto da Terrence Malick – la Portman è nel cast insieme a Ryan Gosling e Michael Fassbender. Nel 2018 è nel cast del drammatico La mia vita con John F. Donovan e interpreta la protagonista Lena nel film Annientamento. L’anno successivo l’attrice è protagonista del drammatico Lucy in the Sky nel ruolo di Lucy Cola, un’ex astronauta che una volta tornata sulla terra, dopo una missione spaziale, inizia a perdere il contatto con la realtà. Il luglio seguente, viene annunciato il ritorno della Portman nel ruolo di Jane Foster in Thor: Love and Thunder.
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