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Omen – L’origine del presagio, il Male nasce all’ombra della croce

7 minuti di lettura

Il franchise de Il Presagio torna con un nuovo capitolo a diciotto anni di distanza dal remake del 2006: stavolta è direttamente un prequel del capostipite del 1976 e, soprattutto, una piacevole sorpresa.
Diretto dall’esordiente Arkasha Stevenson, Omen – L’origine del presagio è dal 4 aprile 2024 nelle sale italiane.

Omen – L’origine del presagio gioca in casa (la nostra)

Dora Romano e Nell Tiger Free in Omen - L'origine del presagio

1971: Margaret (Nell Tiger Free) è una giovane novizia americana che si reca a Roma per prendere il velo. Dietro la facciata ospitale del convento-orfanotrofio in cui si stabilisce, però, scopre presto – con l’aiuto di padre Brennan (Ralph Ineson) – una cospirazione ben più oscura, volta a generare l’Anticristo: il Damien del film originale.

Ralph Ineson in Omen - L'origine del presagio

Omen – L’origine del presagio (The First Omen in originale) si svolge interamente nella Città Eterna: Roma è parte attiva nella vicenda, grazie alla sua commistione tra tradizione e novità, poiché è scossa dai tumulti giovanili dei primi anni Settanta (ricorda quasi l’inizio di Romanzo Criminale – La serie in un paio di sequenze). L’essere profondamente calata nel contesto storico e geografico è un punto di forza della pellicola, che alterna gli angusti vicoli di sanpietrini alle maestose vedute dall’alto, contrapponendo il senso di angoscia e oppressione all’aura di sacralità che tanto affascina gli autori stranieri. Il riferimento alle tristi vicende degli abusi su minori negli ambienti ecclesiastici aleggia in tutto il film.

Omen – L’origine del presagio ha il coraggio di provare

Nell Tiger Free (Omen-L'origine del presagio)

In un’epoca come la nostra, in cui sono all’ordine del giorno saghe che continuano all’infinito e film horror usa e getta, fatti con lo stampino per il semplice intrattenimento, Omen – L’origine del presagio avrebbe tutti gli ingredienti per scomparire nella massa: recupero di un franchise storico (di cui, a essere onesti, ci si ricorda solo il primo film, su un totale di quattro), regista alle prime armi, tema suore-possessione-mistero.

Eppure, Omen – L’origine del presagio si fa ricordare anche usciti dalla sala, ed è appunto già un gran merito. Il suo vero pregio non sta nella trama (sicuramente non innovativa), ma nella messa in scena: Arkasha Stevenson non si limita al compitino del mestierante e dà un’impronta chiara. Il film segue la falsariga del Presagio del 1976, in un’impostazione quasi da horror anni Settanta: non si adagia sui jumpscare comodi, si occupa invece di costruire invece una tensione crescente tra le mura dell’orfanotrofio, sempre in bilico tra realtà e allucinazione.

Nell Tiger Free (Omen-L'origine del presagio)

È una tensione che, quando esplode, lo fa sul serio: Stevenson spinge forte sull’impatto visivo e sul gore, con alcune sequenze davvero per stomaci forti che richiamano pietre miliari del genere come Rosemary’s Baby (Roman Polański, 1968) e Possession (Andrzej Żuławski, 1981). Quando lo spavento è dosato e giustificato è molto più efficace e in ciò fanno un gran lavoro le musiche a metà tra il religioso e il satanico, curate da Mark Korven, che invece non è un novizio del genere horror: ha infatti collaborato con Robert Eggers per le colonne sonore di The Witch (2016) e The Lighthouse (2019), oltre a The Cube (1997) e Black Phone (2022).

Non è un paese periodo per suore

Bill Nighy nei panni del cardinale Lawrence (Omen-L'origine del presagio)

Com’è stato per i clown, anche la categoria delle suore non sta ricevendo una gran pubblicità dall’horror contemporaneo. Pensiamo a da The Conjuring 2 – Il caso Enfield (James Wan, 2016), i due (dimenticabili) The Nun (diretti rispettivamente da Corin Hardy nel 2018 e da Michael Chaves nel 2023) e il freschissimo Immaculate, che arriverà nei nostri cinema ad agosto. Mentre nel Presagio di Richard Donner il fulcro della paura ruotava tutto intorno all’inquietante bambino Damien, qui, nell’avvicinarsi alla nascita della progenie del Diavolo, il focus è più corale, in ogni cappa, ogni crocifisso, ogni sguardo che cela la presenza del demonio stesso.

Nell Tiger Free, già vista sul piccolo schermo in Servant di M. Night Shyamalan, Too Old to Die Young di Nicolas Winding Refn e prima ancora nei panni di Myrcella Baratheon in Game of Thrones, fa un ottimo lavoro nella lenta discesa di Margaret nella follia, nascosta dietro la fragile apparenza.

Insieme a lei, oltre ad Ineson, anche un certo Bill Nighy a interpretare il cardinale Lawrence – qui più per presenza scenica – e perfino un cameo in apertura di Charles Dance (per restare in casa Lannister). Completano il cast misto anche alcuni volti italiani come Andrea Arcangeli (Il Divin Codino, Romulus), Dora Romano (Sulla mia pelle, È stata la mano di Dio) e Nicole Sorace (The Good Mothers).

Omen - L'origine del presagio: Nell Tiger Free in una scena.

Omen – L’origine del presagio può sembrare a prima vista l’ennesimo dimenticabile horror moderno, ma si fa valere grazie a una regia ispirata e una rappresentazione non banale. Pur non brillando per originalità della storia, evita di appoggiarsi al primo Presagio come se questo fosse una stampella: sta in piedi da solo ed è tranquillamente fruibile anche da chi non ha familiarità con la saga. Che siate fan appassionati o semplicemente alla ricerca di un film dell’orrore convincente, Omen – L’origine del presagio merita una possibilità.


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Classe 2000, marchigiano ma studio Comunicazione all'Università di Padova. Mi piacciono la pallacanestro, i cani e tanto tanto cinema. Oh, e casomai non ci rivedessimo, buon pomeriggio, buonasera e buonanotte!

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