La scorsa notte si è svolta tra le colline Hollywoodiane della città di Los Angeles la 93° edizione degli Oscar 2021, la più prestigiosa notte che celebra il mondo del cinema e tutto ciò che gli sta intorno. Per i più temerari si è tenuta una diretta trasmessa dai canali Sky e in chiaro su TV8.
La diretta è iniziata alle 00:15 con il red carpet che è terminato circa all’una. Dall’una fino alle 5:00 del mattino – ora italiana – si è tenuta la premiazione entrando nel vivo della Oscar night. Come al solito una nottata da leoni accompagnata da doppio -o triplo- caffè e relative camomille per gli spettatori europei.
Niente da temere però: per coloro che se la fossero persa e volessero comunque godere della notte più scintillante e attesa dell’anno, in questo articolo c’è un breve recap di tutto ciò che è successo nella 93° notte degli Oscar: novità, momenti clou, aneddoti e discorsi di ringraziamento.
Dal Dolby Theather alla Union Station: cosa è cambiato?
La cerimonia degli Oscar 2021 ha visto finalmente il suo compimento dopo numerose peripezie e impedimenti, dovuti alla crisi sanitaria che stiamo vivendo. Questa condizione ha, giustamente, imposto limitazioni e regole ferree da osservare.
La 93° edizione si è svolta quindi in maniera inconsueta. A primo impatto è risultata molto più sobria, il tutto è trascorso in maniera più lenta e meno “spettacolare”; indubbiamente però i giusti ingredienti erano presenti all’appello. Questa edizione così particolare e atipica rimarrà nella storia, proponendosi come forte simbolo di ripartenza per un’industria che si spera possa ricominciare più forte di prima.
Into the spotlight: un red carpert alternativo e tante novità
Il primo cambiamento che salta all’occhio è l’allestimento della cerimonia, ovvero le varie location e l’organizzazione della notte degli Academy Awards. Per il pre-show, infatti, è stato ideato l’evento Into the spotlight, a corollario del red carpet. Quest’ultimo si è svolto in maniera decisamente più composta, senza il caos e il via vai di persone dei “normali” red carpet. L’evento Into the spotlight si è compiuto tra interviste, curiosità e piccole sfilate registrate e riprodotte per immortalare i look più belli degli artisti.
Into the spotlight è stato poi impreziosito dalle magiche performance delle canzoni candidate per la categoria miglior canzone originale, le cui esibizioni, per la maggior parte, si sono tenute nell’atmosfera magica e suggestiva del tetto del Dolby Theather.
Un Oscar ubiquo
Dopo il red carpet virtuale si entra nel cuore della serata degli Oscar 2021. Tra i presentatori della serata figurano i nomi di Brad Pitt, Harrison Ford, Laura Dern e Bong Joon-ho, che ha fatto incetta di premi agli scorsi Oscar con Parasite.
La cerimonia si è svolta per intero alla Union Station di Los Angeles, con una presenza in sala ridotta al minimo. Collegati dal Dolby Theather e da varie parti del mondo, c’erano poi i rappresentati delle varie categorie. Un grande assente della serata: Anthony Hopkins.
L’attore infatti non si è presentato alla cerimonia ma ha registrato il suo acceptance speech al premio come migior attore protagonista ricevuto per il toccante film: The Father. Hopkins, con la tenerezza dei suoi 83 anni, ha accettato il premio dal suo Galles, tra l’incredulità e il ricordo commosso del collega Chadwick Boseman.
Momenti più importanti: i mitici presentatori
Per ripercorrere i momenti più importanti della serata iniziamo dalla stupenda Regina King che è stata la prima ad entrare nella nuova, ed un po’ disorientante, location degli award in qualità di host e quindi a rompere il ghiaccio con la sua esuberanza e il suo carattere.
Molto interessante è stata poi la presentazione proposta da Bong Joon-ho che, nominando i candidati alla categoria miglior regista, vinta poi da Chloé Zhao per Nomadland, ha posto ai candidati una domanda: Cosa significa per voi essere un regista? Ognuno dei cinque artisti in lizza ha risposto seguendo il proprio stile di regia, in una maniera del tutto personale che rispecchia a pieno il loro modo di vedere la regia e quindi di comunicare ed interpretare il cinema.
Altro momento iconico è stato sicuramente il siparietto presentatoci da Harrison Ford, che ha strappato un sorriso, oltre ad essere stato molto commentato sui social, grazie alla sua peculiare ironia. Ford, per la presentazione della categoria miglior montaggio, ha portato sul palco degli Oscar 2021 uno script con dei commenti molto negativi che citavano: “Questo film diventa sempre più noioso ogni volta che lo vediamo”, per poi rivelarci che il film in questione era Blade Runner.
Il fil rouge che i vari presentatori hanno portato avanti durante la serata consisteva nel racconto degli inizi dei vari artisti e di cosa avesse fatto innamorare del cinema loro in primis e poi i vari attori. Ciò ha reso il tutto estremamente romantico e anche un po’ nostalgico. In aggiunta, è doveroso dire che, in merito, sono state fatte diverse citazioni a Fellini, il che fa sempre piacere.
Discorsi di ringraziamento tra commozione ed esuberanza
Quello che si nota da questi Oscar 2021 è il fatto che i discorsi di accettazione siano stati decisamente più lunghi e distesi, anche perché molto più intimi ed aperti alla condivisione di esperienze personali degli artisti. Vengono condivise molte cose sul paco degli award quest’anno, tratti di vita anche molto duri, come il discorso di Thomas Vinterberg, vincitore della categoria miglior film internazionale, che dedica il premio alla figlia morta in un incidente stradale. Un altro leit motiv che è interessante notare è come i vari artisti abbiano condiviso aneddoti personali, molte volte anche tratti dall’infanzia, ripercorrendo la loro storia e le loro radici.
Molto emozionante anche il discorso di ringraziamento di Daniel Kaluuya, vincitore della statuetta al miglior attore non protagonista per Judas and the Black Messiah. Quello dell’attore è stato un discorso molto sentito in cui ha ripercorso l’infanzia e il rapporto con dio; un discorso pronunciato ad occhi chiusi e sentito dal profondo.
Proseguendo con i discorsi di rigraziamento, viene trattata anche la tragica tematica della violenza della polizia sulle persone di colore, portata sul palco dai vincitori del miglior documentario Two distant strangers.
Molto bello ed interessante è stato anche il discorso di ringraziamento di Pete Docter e Dana Murray per Soul. I due presentano i film di animazione come una celebrazione del jazz, della ricerca della propria passione e del senso della vita. Un film di animazione molto acclamato e meritatamente premiato.
Infine, un momento esilarante e fantastico è stato quello del discorso di ringraziamento di Yuh-Jung Youn, vincitrice nella categoria miglior attrice non protagonista per Minari. Questa splendida signora, incredula, ha riconfermato la sua naturale simpatia che aveva già mostrato ai BAFTA. Da recuperare assolutamente.
La statuetta più ambita: miglior film
A fine serata arriva la premiazione più attesa, ovvero quella per la categoria miglior film. Vince la statuetta più ambita Nomadland, seguendo i pronostici che già da molto lo vedevano vincitore in questa categoria. Chloé Zhao era già salita sul palco degli award per l’accentazione della statuetta alla miglior regia, con un discorso molto vero e umile.
La regista sale poi per una seconda volta accompagnata dalla stella del suo film: Frances Mcdormand, per l’accettazione del premio. Da questo discorso le parole più pronunciate sono “gratitudine” e “apprezzamento” accompagnate da una richiesta di supporto per l’industria; infatti la McDormand esorta tutti a tornare nelle sale a vedere i film sullo “schermo più grande che trovate”.
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