Negli anni Novanta, gli Stati Uniti sono stati segnati da un evento epocale, di quelli di cui ancora oggi si parla: il furto e la conseguente diffusione del sex tape di Pamela Anderson e Tommy Lee. La vicenda tira in ballo questioni legate alla privacy, al revenge porn e alla misoginia ma soprattutto coinvolge l’allora donna più desiderata d’America, quindi non sorprende sia ancora oggetto di interesse. Nel 2014 è uscito un articolo su Rolling Stone, scritto da Amanda Chicago Lewis, che racconta in maniera dettagliata ciò che è successo. È la fonte primaria da cui hanno attinto i creatori di Pam & Tommy, nuova miniserie Hulu scritta da Robert Siegel – sceneggiatore, tra le altre cose, di The Wrestler di Darren Aronofsky, Leone d’Oro nel 2008 – che ha debuttato lo scorso 2 febbraio su Disney+ nella sezione Star.
I primi tre episodi (quelli usciti finora) sono diretti da Craig Gillespie, che già in Tonya, per mezzo della penna di Steven Rogers, aveva portato sullo schermo la vita di una donna di successo finita alla deriva a causa di uno scandalo.
Genesi di uno scandalo
Era il 1995 e Pamela Anderson, amata per le copertine di Playboy e per il suo ruolo nella serie Baywatch, conosceva Tommy Lee, batterista dei Mötley Crüe. L’incontro avrebbe fatto scattare una scintilla incontenibile e condotto i due al matrimonio dopo soli quattro giorni. Nella loro villa a Malibù c’era un viavai di operai ingaggiati per realizzare la casa dei loro sogni; tra questi, l’elettricista Rand Gauthier che però la coppia, insoddisfatta, aveva licenziato senza pagare.
Per vendicarsi, Rand decise di rubare la cassaforte dei coniugi Lee, ignaro che al suo interno vi fosse anche una videocassetta di circa un’ora che ne mostrava una vacanza sul lago Mead e un rapporto sessuale. Gauthier puntò a vendere quel sex tape per guadagnarci, dando il via a una sua diffusione capillare che nessuna azione legale sarebbe riuscita a fermare, soprattutto per circolazione del video su internet, che proprio in quel periodo stava guadagnando popolarità – parallelamente all’industria del porno. Molte riviste non si lasciarono sfuggire l’occasione di parlarne in modo grottesco: Penthouse pubblicò una descrizione molto precisa del tape, Variety addirittura lo recensì.
Mentre la carriera e la reputazione di Anderson crollavano, Tommy Lee ne usciva tutto sommato indenne e veniva apprezzato per le sue doti sessuali. Nel 2004, la rockstar ha pubblicato un memoir, che ad oggi resta una delle principali fonti di informazione sulla vicenda, seppur unidirezionale. Ed è proprio questa grande difficoltà che deve affrontare chiunque voglia parlare di questa storia: la mancanza della prospettiva più importante, quella di Pamela Anderson.
Pam & Tommy, controversie e problemi etici
Nonostante i molteplici tentativi della produzione e del cast, Pamela Anderson non ha mai risposto alle richieste di coinvolgimento nella realizzazione di Pam & Tommy. “Speravo davvero che sarebbe stata coinvolta. Vorrei fosse andata diversamente”, ha confessato Lily James (sua interprete) in un’intervista rilasciata per Porter.
Qualche anno fa, Anderson ha affermato di non voler ulteriormente vedere lo scandalo e quindi la sua vita sessuale al centro del dibattito pubblico, perché lo stress che ne consegue è troppo elevato. All’annuncio della serie, la sua amica Courtney Love ha protestato in un post su Facebook (poi eliminato), accusando i creatori di Pam & Tommy di star riportando a galla un evento enormemente traumatico per l’attrice, sulle cui spalle già grava il peso mediatico di anni di interviste fatte di domande fuori luogo e battutine.
La stessa sorte sta toccando alla sopracitata Lily James e a Sebastian Stan (Tommy Lee), che qualche sera fa al Jimmy Kimmel sono stati messi non poco a disagio da un conduttore che ha ironizzato sul tape e sminuito la gravità dell’evento, ancora trattato come una punchline a distanza di trent’anni.
“Credo che quello che stiamo cercando di fare sia cambiare la narrazione e la prospettiva di ciò che è successo. […] Spero che cambierà il punto di vista delle persone. Tutti hanno cercato di concentrarsi su questo”.
Nonostante le parole di Craig Gillespie manifestino un impegno collettivo nel rispettare il materiale di partenza e le persone coinvolte con l’obiettivo di ribaltare la percezione attuale in favore della verità, sembra quantomeno un controsenso che si sia voluto procedere con la diffusione di Pam & Tommy senza un ok ufficiale di Pamela Anderson.
“Penso che se si debba nominare una persona con cui la serie simpatizza, quella è Pam”, dice Siegel: ma dov’è l’empatia nel non rispettare il volere della principale vittima in favore – è chiaro – dei soldi?
Come sono i primi episodi di Pam & Tommy
I primi tre episodi di Pam & Tommy restituiscono una versione molto fedele a quella di Rolling Stone e per questo presentano lo stesso, inevitabile difetto dell’articolo: manca il punto di vista di Pamela Anderson. Anche nella serie, infatti, troviamo al centro Gauthier, interpretato da Seth Rogen, che occupa una larga parte del primo e del terzo episodio e di cui conosciamo la storia e le motivazioni attraverso una narrazione che procede per salti temporali.
Lily James scompare nei panni di Anderson, che è però al momento il personaggio appunto più marginale. Le viene dedicato spazio soprattutto nel secondo episodio, nel quale assistiamo alla nascita della relazione con Lee – Sebastian Stan brilla nel ruolo, anche quando consiste nel dialogare coi genitali parlanti della rockstar. A tal proposito è interessante notare come Pam & Tommy mostri ironicamente quanto poco la coppia si conoscesse prima di sposarsi, al punto da soccombere in un silenzio imbarazzante sull’aereo di ritorno dal matrimonio a Cancun. “Qual è il tuo film preferito?”, chiede lui. “Pretty Woman”, risponde lei.
Nel terzo episodio si fa invece luce sull’estrema oggettificazione dell’attrice sul set di Baywatch. I produttori tagliano un monologo per lei molto importante: il feticcio di milioni di americani non deve parlare ma limitarsi a correre in riva al mare, intrappolato dentro inquadrature ipersessualizzanti. Anderson e il suo personaggio non esistono e non possono esistere al di fuori dello sguardo maschile.
Pam & Tommy fa per ora un buon lavoro nell’evidenziare tutto ciò, ma lo fa dall’esterno. Sappiamo cosa ha sentito Gauthier, si vuole quasi far empatizzare lo spettatore con lui, mentre delle emozioni della donna sembra si raschi solo la superficie (e non potrebbe essere altrimenti).
Ovviamente si possono elaborare solo giudizi parziali al momento, in quanto mancano cinque puntate al termine della stagione, ma i timori di molti sembrano essere fondati. Questo, unito alle problematiche di cui sopra, fa di Pam & Tommy una serie che poggia su delle basi fragilissime.
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