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Paranoid Park: Gu Van Sant e il dramma dell’adolescenza

Paranoid Park è un film particolare e ispirato: Gus Van Sant racconta alla perfezione la confusione dell’adolescenza

5 minuti di lettura

Paranoid Park è in grado di fotografare un’epoca e di raccontare con lucida poesia la fase dell’adolescenza riuscendo a non essere mai  banale e non avendo bisogno di spiegare nulla.

Vincitore del premio speciale a Cannes nel 2007, il film, sceneggiato e diretto da Gus Van Sant e tratto dall’omonimo romanzo di Blake Nelson, è un intricato viaggio nella vita di uno skater liceale alle prese con qualcosa di inaspettato in un momento terribilmente difficile da affrontare.

Puoi vedere Paranoid Park in Streaming su NPC Watch, la piattaforma streaming curata dalla redazione di NPC Magazine (te la raccontiamo bene qui!)

Scuola, drammi, guerre e skate

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Alex vive a Portland, va al liceo, convive da un po’ con la separazione dei suoi genitori, ha una ragazza di cui non è sicuro di essere innamorato e sta imparando ad andare sullo skateboard.

Un giorno viene chiamato in sala professori per rispondere alle domande di un poliziotto che sta indagando sull’omicidio di una guardia giurata.

I piccoli e grandi turbamenti dell’adolescenza sono raccontati da Van Sant come una lenta danza fumosa e confusionaria di cui è protagonista assoluta una solitudine strisciante e subdola.

Il protagonista è tanto circondato di persone e affetti quanto abbandonato a se stesso per quanto riguarda le proprie emozioni e la propria incapacità nel controllarle.

Allo stesso tempo, l’opera del regista di Louisville è un primo piano dettagliato su quella generazione post grunge e post 11 Settembre fatta di giovani troppo consapevoli per credere che i propri problemi possano contare per il mondo che li circondi e troppo disillusi e impotenti per occuparsi di temi politici o sociali.

Una generazione di ragazzi sospesi, lasciati a marcire tra sottoculture che in qualche modo potessero identificarli e rendere loro un merito o una posizione.

L’ironia e il bisogno di spensieratezza tipiche dell’età adolescenziale mischiate, in un cocktail paranoico, al cinismo, allo sconforto e alla rabbia di qualcuno che non sia compreso e non abbia alcuna voglia di esserlo.

Un ritmo lento e melodico costruisce il mood dell’intera narrazione, che non vuole essere del tutto triste ma allo stesso tempo esprime tutta l’incapacità del protagonista di essere soddisfatto o di trovare una gratificazione nei propri gesti quotidiani e nelle scoperte di un’età fatta di cambiamenti e formazione.

I flashback e i continui rimandi permettono a Van Sant di nascondere gli eventi allo spettatore e di ingannarlo costringendolo nel tentativo infruttuoso di intuire e alimentando ancora il senso di confusione e incompiutezza.

La regia di Paranoid Park, costellata di slow motion, inquadrature ravvicinate e brevi piani sequenza è ricercata nella sua essenzialità e l’idea di aggiungere dei filmati di skater che performano dà al tutto un sentore di found footage che ben si accorda con le tante scene in cui la telecamera sembra seguire il protagonista in modo da far somigliare il tutto a un documentario.

Una bellissima e estraniante colonna sonora incornicia un film che nasconde una realizzazione tecnica d’eccezione dietro una patina di rozzezza tipica dei video personali e fatti in casa.

Un piccolo tesoro da rivalutare

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Paranoid Park è un film particolare e ispirato: Gus Van Sant racconta alla perfezione la confusione dell’adolescenza (i volti dei genitori di Alex vengono mostrati quasi sempre sfocati o per metà fuori dall’inquadratura, tranne per una breve sequenza in cui il ragazzo ha una conversazione con il padre) e la difficoltà di comunicazione tipiche di quell’età.

Un film tanto semplice quanto profondo, semplice da leggere eppure pieno di spunti su cui riflettere attentamente.

Assolutamente da vedere, soprattutto se si voglia fare un tuffo nella seconda metà del primo decennio del nostro secolo dentro la mente di un ragazzino tanto fragile quanto inconsapevolmente capace di superare qualsiasi problema.


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