fbpx

Innamorati di Park Chan-wook: guida alla filmografia

//
10 minuti di lettura

Approdato nelle sale italiane all’inizio di febbraio, Decision to Leave è stato globalmente acclamato come l’ultimo capolavoro di Park Chan-wook, lasciando intendere al pubblico che di capolavori (o ottimi film, se non si vuole esagerare) ne aveva già sfornati in passato. Per chi se li fosse persi, niente paura. Ecco qualche dritta sul percorso da imboccare per conoscere e amare questo straordinario regista, tra perle nascoste ma imperdibili, titoli conosciuti e cult degni di essere chiamati con questo nome.

Chi è Park Chan-wook, regista visionario

Park Chan-wook

Classe 1963, appassionato di cinema fin dal liceo grazie ad Alfred Hitchcoch, si iscrive alla facoltà di filosofia della Sogang University e, dopo la laurea, lavora come critico cinematografico per più riviste del settore. Spinto dal desiderio di dirigere un film, decide di diventare aiuto-regista del suo amico Kwank Jae-young, per poi debuttare dietro la macchina da presa con Dar-eun…haega kkuneun kkum e 3injo, entrambi fallimentari al botteghino.

Ma finalmente, dopo un periodo di forte crisi, il suo Joint Security Area diventa uno dei film più visti di sempre in Corea, consacrando Park Chan-wook a regista acclamato dalla critica e dal pubblico, dando così inizio ad una carriera costellata di successi. L’ultimo è proprio Decision to Leave, con cui il regista fa il suo grande ritorno: ma se il motivo di tale grandezza si comprende guardando il film, per capire il perché di tanta trepidazione é indispensabile spendere qualche ora in più davanti al computer.

Come tutto ebbe inizio: Oldboy

Oldboy

Anno: 2003
Durata: 116′
Interpreti: Choi Min-sik, Yoo Ji-tae, Kang Hye-jeong 

Seconda pellicola della trilogia della vendetta, è la storia di un uomo tenuto in segregazione e misteriosamente liberato dopo quindici anni, impaziente di vendicarsi dei suoi persecutori. Idea semplice alla base, dallo svolgimento frenetico, con finale delirante e tra i più sorprendenti mai ideati: sono questi i tre principali attributi di uno dei capolavori del cinema sudcoreano, applaudito dallo stesso Quentin Tarantino e meritevole vincitore, nel 2004, del Grand Prix speciale della giuria al Festival di Cannes.

A distanza di vent’anni è ancora uno dei film che qualunque cinefilo ha visto e quello che molti fan del cinema asiatico dichiarano di avere visto prima di appassionarsi. Una di quelle pellicole disturbanti ma che non si può non amare in quanto geniale, impossibile da rimuovere dalla memoria e da replicare; lo dimostra l’imbarazzante remake di Spike Lee del 2013 il cui unico merito, se così lo si può chiamare, sta nell’aver esaltato l’originale ancora di più.

L’ambientazione è tetra e opprimente e Choi Min-shik ne è il riflesso perfetto: il suo volto trasuda rabbia e impazienza, la sua ricerca è colma di affanno e la sua vendetta insoddisfacente, al contrario del film che invece non smette mai di piacere proprio in virtù della sua intrinseca, controversa genialità. Non sarà l’opera migliore di Park Chan-wook ma di certo è quella che ne rappresenta la firma artistica e, in quanto tale, scelta perfetta per chi desideri immergersi nel suo inchiostro.

Il naturale prosieguo: Mr. Vendetta e Lady Vendetta

Mr Vendetta Park Chan-wook

Mr. Vendetta
Anno: 2002
Durata: 129′
Interpreti: Song Kang-ho, Shin Ha-kyun, Bae Doo-na

Lady Vendetta
Anno: 2005
Durata: 115′
Interpreti: Lee Young-ae, Choi Min-sik, Lee Seung-Shin

Si continua con il resto della trilogia della vendetta, seppure non in ordine cronologico, né concettuale. Un uomo sordomuto cacciatosi nei guai nel tentativo di garantire alla sorella un trapianto di rene e una donna ingiustamente incarcerata per anni sono l’inizio e la fine di un percorso tortuoso e unilaterale, il cui culmine è ben lontano dalla redenzione, per il semplice fatto che nessuno la vuole, e la cui conclusione non può che essere macchiata di sangue amaro.

Mr. Vendetta è una pellicola dal carattere indefinito, cosparsa di un assordante e disarmante silenzio, struggente e pacata nel dispiegarsi della trama così come nella realizzazione degli atti vendicativi. Lady Vendetta non spande di certo eloquenza, ma nel suo essere fredda quanto aggraziata non sembra voler raccogliere commiserazione. Rispetto a questi due estremi, Oldboy si colloca al centro, quasi a rappresentare uno stadio transitorio tra parziale innocenza e colpevolezza totale, tra silenzio e chiasso, panico e decisione.

Lady Vendetta Park Chan-wook

E con questi tasselli a completare il quadro, i tre film compongono un’univoca narrazione che oltre al racconto della vendetta diventa il racconto dell’ingiustizia e di chi resta vittima della vita come della violenza altrui portando con sé ferite in egual modo profonde. Che nessuno debba essere salvato é cosa certa; tuttavia, le tre opere di Park Chan-wook tra loro complementari sembrano voler nascondere una dura verità: la vendetta riversata sulle persone giuste non lascia comunque vincitori al suo seguito, tantomeno se a perseguirla è un’anima già spezzata e irrecuperabile il cui unico tornaconto consiste nella consolazione.

L’innamoramento: Mademoiselle

Mademoiselle The handmaiden Park Chan-wook

Anno: 2016
Durata: 145′
Interpreti: Kim Tae-ri, Kim Min-hee, Ha Jung-woo

Conosciuta anche con il titolo di The Handmaiden, la pellicola racconta un piano abilmente orchestrato per impadronirsi dell’eredità di ricca giapponese, ma sabotato imprevedibilmente a causa dell’amore che unisce vittima e truffatore. Sia ben chiaro che non si tratta di un film romantico ma di un thriller complesso e articolato, la cui struttura si compone seguendo molteplici prospettive; ipnotico a dire poco, visivamente inebriante, e ancora più incantevole da ascoltare grazie ad una colonna sonora intrisa di grida, lamento e rabbia.

Forse il migliore tra tutti i lungometraggi di Park Chan-wook, Mademoiselle è un racconto d’amore platonico e carnale con cui il regista insegna al mondo a parlare di erotismo, quell’erotismo la cui presenza è forte e pervasiva e ciononostante mai troppa né disturbante. Lo fa in modo deciso e con disinvoltura, ricorrendo (oltre che al sesso nudo e crudo) a gesti delicati, parole e tocchi di eleganza, rimanendo così fedele al suo scopo, evitando di distorcere l’essenza della pellicola. Una vera e propria boccata d’aria fresca pensando ai tanti, tantissimi film fatti passare come erotici nel catalogo ma incapaci di distinguere la passionalità dal cattivo gusto.

Ritorno alle origini: Joint Security Area

Joint Security Area

Anno: 2000
Durata: 110′
Interpreti: Lee Young-ae, Lee Byung-hun, Song Kang-ho

Joint Security Area è uno dei primi lungometraggi realizzati da Park Chan-wook che consacra l’indiscusso amore per la sua arte, un interesse che va ben oltre la semplice ammirazione e sancisce l’ingresso ufficiale nel mondo del fandom. Un film frutto di un regista alle prime armi e al contempo ancora lievemente acerbo, incentrato su un incidente diplomatico avvenuto in un contesto in cui la diplomazia non alberga, e in cui l’inferno può scatenarsi per l’esplosione di un ordigno, così come per un misero passo in avanti.

Tratto dal romanzo DMZ di Park Sang-yeon, Joint Security Area è la triste storia di un legame nato e cresciuto nel buio e lì rimasto, destinato a perire schiacciato dalla storia e farsi martire nel nome di un ideale alimentato dalle speranze di pochi. Un legame su cui si indaga e ci si interroga, che commuove proprio a causa della sua irrealizzabilità ma che al contempo infonde speranza nei sognatori. Un altro film che Tarantino ha dichiarato di amare, un gioiellino imperdibile che, come molti altri, si scopre soltanto andandolo a cercare spinti dalla voglia di conoscere sempre di più.


Seguici su InstagramTik TokTwitch e Telegram per sapere sempre cosa guardare!

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club

Classe 1996, dottoranda in Ingegneria Industriale all’Università di Napoli Federico II, il cinema è la mia grande passione da quando ho memoria. Nerd dichiarata, accanita lettrice di classici, sogno di mettere anche la mia formazione scientifica al servizio della Settima Arte. Film preferito? Il Signore degli Anelli.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.