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«Peaky Blinders», anche la quinta stagione è perfetta

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 La quinta stagione di Peaky Blinders è stata finalmente trasmessa sulla piattaforma streaming Netflix. Negli ultimi anni, merito senza dubbio delle quattro precedenti stagioni, la serie ha conquistato un numero sempre più prolifico di spettatori, ritagliandosi uno spazio di nicchia nell’Olimpo delle serie TV.

È maturata, infatti, in un vero e proprio climax che ha coinvolto chiunque: dai fan sempre più innamorati dell’estetica Shelby; agli attori famosi che reclamano un posto in prima fila nella serie (ultima news riguarda l’attore Brad Pitt che ha richiesto una parte); fino ad arrivare a Snoop Dogg che ha cantato in salsa rap la sigla, Red Right Hand.

«Peaky Blinders»: Trama fino a questo punto

 La quarta stagione si era conclusa nel migliore dei modi. Dopo aver eliminato l’ennesimo nemico, Luca Changretta (Adrien Brody), giunto in America per vendicare il fratello e il padre, morti nella seconda stagione, Tommy (Cillian Murphy)  è divenuto deputato in Parlamento e, insieme alla famiglia, è riuscito a sistemare la sua posizione e prestigio sociale. Quest’alone di tranquillità, però, sembra concludersi con l’esordio della quinta stagione.

     Aprendosi, infatti, con il famoso crollo della borsa americana del 1929, la famiglia di Birmingham subisce delle pesanti ripercussioni economiche interne. Così, cappelli in testa, whisky, sigarette e pistole, Thomas, Arthur, Polly, Ada e tutti i restanti membri, devono risollevare le sorti della banda.

Nuovi nemici, nuovi pericoli

Non sarebbe una stagione degna di Peaky Blinders se, tra i tanti problemi, mancassero dei nuovi rivali. A causare altre difficoltà, l’apparizione dei Billy Boy, una banda criminale irlandese che cerca di arrestare i piani degli Shelby, approfittandone della momentanea debolezza.

Sullo sfondo, un’atmosfera particolare: i delicati anni ’30, salutati da alcuni come il decennio di grandi cambiamenti. E, in effetti, così è stato. A stringere amicizia con Thomas c’è il politico Oswald Mosley, interpretato da Sam Claflin, colui il quale, in un’epoca di grandi stravolgimenti politici, fondò L’Unione Britannica dei Fascisti, un partito politico che cercò di insinuare idee di estrema destra all’interno del Parlamento inglese.

 «Peaky Blinders»: L’importanza della storia

Se c’è una cosa che la quinta stagione di Peaky Blinders ha offerto, è la contestualizzazione storica. Quel micromondo di Birmingham, conosciuto nelle prime stagioni, si è gradualmente emancipato, divenendo parte integrante di un ordine più grande.

Le azioni di Thomas ricadono nel contesto europeo. Le sue decisioni sono politiche, le quali influiscono profondamente sul destino di un Paese che si appresterà ad affrontare un terribile nemico d’oltremare. La grandezza di questa stagione risiede proprio in quella perfetta unione del dramma familiare e degli intrecci storico-politici che mutarono il corso degli eventi.

Sfondo dark

È naturale constatare una profonda inquietudine e cupezza di tono. Una malinconia che si concretizza nei cieli grigi di Birmingham e Londra, nei vestiti neri dei protagonisti, nelle urla di rabbia e di disperazione, nei fumi delle sigarette, nei bicchieri sempre pieni di liquore. O ancora, negli sguardi cupi, arcigni, paranoici, nelle pistole sempre cariche e nascoste all’interno delle fondine, nelle scene di sesso carnale, che contestualizzano quell’erotismo del leader carismatico che ammaliò intere classi sociali.

Comunque sia, la quinta stagione di Peaky Blinders non dimentica l’anima del crime e del gangster. La banda Shelby riesce a regalarci momenti degni di nota, tra sparatorie, tensioni, scene al ritmo di musiche pazzesche che ipnotizzano lo spettatore.

Peaky Blinders

L’accuratezza storica, la regia moderna e ricca di movimenti di macchina, l’alto pathos confermano la potenza di questa serie che è, oramai, una vera e propria perla.

Classe ’93, vivo a Taranto, città che un tempo era l’angolo di mondo che più allietava il poeta latino Orazio. Laureato in lettere, trovo nella letteratura un grande appagamento dagli affanni quotidiani. La mia vita è libri, scrittura, film e serie TV. Sogno di fare della cultura il mio pane quotidiano.