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Pleasure di Ninja Thyberg: il porno come non avresti voluto vederlo

Pleasure indaga il porno senza mezzi termini. Quell'idilliaco universo che chiunque si immagina, è, in vero, svelato come un qualcosa di freddo e privo di entusiasmo.

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9 minuti di lettura

Ci sono registi a cui piace creare film lineari. Altri, invece, preferiscono narrare vicende davvero accadute. Altri ancora gradiscono cimentarsi in prodotti più innovativi con la speranza di rinnovare il mondo della settima arte. Poi, nella cerchia di autori, vi sono coloro i quali hanno la prerogativa e la pretesa di scandalizzare, mediante il racconto di storie che difficilmente potrebbero avere voce altrove. Tra queste vi è proprio Pleasure della regista svedese Ninja Thyberg, presente in streaming all’interno del catalogo Mubi.

Lo scopo di Pleasure è quello di analizzare e mostrare ciò che si cela alle spalle dell’industria del cinema pornografico, mediante uno sguardo oggettivo e veritiero possibile. Ed è una narrazione che si muove sul realistico tanto che gran parte del cast è contrassegnato da attori e attrici del settore. La Thyberg, allo stesso tempo, non si risparmia a censure, sicché le scene che ci propone sono ad alto contenuto esplicito. Ovviamente il giusto per far calare lo spettatore nella vicenda e mostrargli ciò che si nasconde al di là della macchina da presa.

La pellicola è stata selezione per il Festival di Cannes 2020 prima di essere presentata in anteprima al Sundance Film Festival 2021. La critica ha accolto molto positivamente il prodotto, elogiando sia la regia della stessa Thyberg, sia l’interpretazione della protagonista Sofia Kappel, alle prese con il suo primo lungometraggio. L’attrice è l’unica a non essere una pornostar e riproporre scene di quel tipo non deve essere stato per nulla semplice.

Pleasure: una semplice trama

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Sofia Kappel in Linnéa

La trama di Pleasure è di per sé molto lineare. Linnéa, alias Bella Cherry, è una giovane ragazza svedese di diciannove anni che sbarca a Los Angeles con un solo e semplice obiettivo: diventare una delle più importanti attrici a luci rosse. Ed è estremamente convinta di ciò, giacché alla domanda se lei è lì per affari o piacere, risponde subito: “per piacere”. Ingaggiata dall’attore Chris Cock, compie il suo primo provino che viene svolto nel miglior modo possibile. Bella entra finalmente nel settore e vede il suo sogno avverarsi.

Durante una festa, in compagnia di altre colleghe/amiche, Bella si imbatte in Mark Spiegler, uno dei manager di maggior successo dell’industria pornografica. Scortato dalle cosiddette Spiegler Girls, la protagonista resta affascinata dall’incredibile notorietà che hanno. Considerate come delle vere e proprie superstar, la ragazza decide a tutti i costi di volerne far parte. Il prezzo da pagare, però, è girare scene al limite della violenza e del brutale, che un comunissimo essere umano (e attore) difficilmente proverebbe.

All’inizio cerca di ritagliarsi una sua notorietà, subendo, tuttavia, ciò che lei dichiara essere una violenza sessuale mascherata in ripresa. Termine che il suo agente le vieterà assolutamente di pronunciare. Ma decisa a tutti i costi di realizzare il suo scopo, Bella prova e riprova, finché entra definitivamente nel circuito delle Spiegler Girls. Ciò che ne fuoriesce è un racconto alquanto surreale e macabro.

Al di là della macchina da presa

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Nell’anno 2005 viene pubblicato il libro Considera l’aragosta, scritto dall’autore americano David Foster Wallace. Considera l’aragosta è una raccolta di saggi, all’interno della quale l’autore affronta varie tematiche. Da osservatore finissimo com’era, Wallace racconta l’11 settembre, l’ascesa della tennista Tracy Austin, riflette sul triste destino delle aragoste, analizza l’ironia di Franz Kafka e così via. Ciò che è importante sottolineare, però, è il primo saggio di cui parla, intitolato Il figlio grosso e rosso. Dopo una prima introduzione, l’autore introduce l’argomento principale, ovvero: descrivere gli AVN Awards (Adult Video News Awards).

Wallace descrive nella maniera più realistica possibile l’universo del cinema per adulti. Il resoconto che compie è quello di un mondo fuori dal comune, contrassegnato da squallore e cinismo. Lui stesso, infatti, afferma: “L’industria del porno è volgare. Chi lo negherebbe?”. E questa concezione di volgare, intesa nella fattispecie come sinonimo di volgarità, pervade l’intero saggio; e, a ben vedere, sembra trovare una corrispettività all’interno dell’opera della Thyberg.

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Pleasure indaga il porno senza mezzi termini. Quell’idilliaco universo che chiunque si immagina, è, in vero, svelato come un qualcosa di freddo e privo di entusiasmo. Gli attori sono svuotati da ogni forma di emozione, costretti a compiere scelte che non vorrebbero mai fare. La stessa Bella Cherry deve girare scene nelle quali viene umiliata nel peggior modo possibile. È il prezzo da pagare per avere una carriera prestigiosa.

Ninja Thyberg cerca di arrivare a questo scopo sia per denunciare, sia per il puro narrare. Lei stessa, all’interno di un’intervista, ha dichiarato di aver dato una visione femminile alla pellicola, focalizzando l’attenzione sugli esiti nefasti del capitalismo. Il porno costringe l’essere umano alla vendita del proprio corpo, in particolare della rispettiva intimità. E quest’ultima viene violata in nome di una iperbolica spettacolarizzazione.

Alle spalle del semplice intrattenimento, soggiace un mondo di compromessi. E chi vuole aumentare la propria popolarità e reputazione, deve cedere al ricatto di terrificanti compromessi. Ciò che emerge in Pleasure è che tutto sembri relegato all’individuo, il quale è costretto continuamente a sostare ai vari accomodamenti.

Quando Bella Cherry è protagonista di scene obiettivamente violente, nelle quali lei chiede di fermarsi e di interrompere le riprese, ciò che le viene rimproverato è che è stata lei a volerlo. Come se dentro l’industria pornografica non venisse dato spazio al sentimento umano, sicché quest’ultimo è solo una semplice merce da vendere al profitto finale.

Pleasure: aspetti tecnici

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Ninja Thyberg dà una grande prova di maturità con la macchina da presa. Essendo Pleasure il suo esordio, è in grado di destreggiarsi rendendo un’opera ben strutturata a livello estetico. La macchina da presa segue sempre Sofia Kappel, la quale si dimostra un’attrice davvero promettente. Pleasure riesce a destreggiarsi tra due geneari: film “drammatico” e vero e proprio reportage.

Elemento cardine di Pleasure è, senza dubbio, la musica. La stessa regista ha dichiarato che la musica è una componente fondamentale. Essa, infatti, si articola tra momenti hip hop e melodie liriche, le quali risultano essere un chiaro messaggio della degradazione che la regista vuole raccontare. Sempre all’interno delle sue interviste ha espresso il suo film, ovvero la lirica come massima espressione della caducità a cui Bella va incontro. Pleasure merita visione, anche solo per conoscere un mondo che si nasconde sotto potenti riflettori.


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Classe ’93, vivo a Taranto, città che un tempo era l’angolo di mondo che più allietava il poeta latino Orazio. Laureato in lettere, trovo nella letteratura un grande appagamento dagli affanni quotidiani. La mia vita è libri, scrittura, film e serie TV. Sogno di fare della cultura il mio pane quotidiano.

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