Porco Rosso è un film di animazione giapponese del 1992, scritto e diretto da Hayao Miyazaki e prodotto dallo Studio Ghibli. Inizialmente pensato come un cortometraggio, il film si è col tempo trasformato in un vero e proprio capolavoro. Merito, senza alcun dubbio, sono i vari spunti biografici dell’autore.
È risaputo, infatti, che Miyazaki ha sempre provato un grande interesse per il volo. Il padre si occupava della costruzione degli Zero, i famosi caccia giapponesi. Ed è sempre rimasto affascinato dallo scrittore-aviatore Antoine de Saint-Exupéry, il celebre autore de Il Piccolo Principe.
Miyazaki, nel corso della sua carriera, è tornato sempre a dedicarsi di aeronautica militare, disegnando brevi fumetti ad acquerello. Ed è proprio uno di questi fumetti che permettà all’autore di realizzare Porco Rosso, la storia di un maiale che sfreccia sui cieli dell’Italia sul finire degli anni ’20 del Novecento.
«Porco Rosso»: trama
In quella che è per Miyzaki l’epoca degli idrovolanti, Marco Pargot, ex pilota italiano, si ritrova misteriosamente trasformato in un maiale antropomorfo, dopo essere sopravvissuto a una delle battaglie più disperate della Grande Guerra. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, vola, come cacciatore di taglie, sui cieli dell’Adriatico, a bordo di un idrovolante color vermiglio.
È costretto a vivere da fuorilegge, per via del governo fascista che ha reso i piloti di ventura fuorilegge. Ma l’arrivo dell’americano Donald Curtis lo costringerà a nuove avventure e a nuove sfide, come quello di salvare il suo onore, difendere la giovane fanciulla Fio e conquistare, finalmente, l’amore per Gina.
Non stupisca come Miyazaki renda omaggio al nostro Bel Paese. Dai continui rimandi all’ambientazione, a scene svolte in città come Milano, all’imbarcazione di Gina denominata Alcyone (titolo dell’opera di Gabriele D’Annunzio). Inoltre sono citate figure storiche, come l’aviatore Arturo Ferranin. Senza dimenticare il cognome del protagonista, tributo alla celebre famiglia Pagot, pioniera dell’animazione in Italia.
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Il romanticismo di Miyazaki
Sebbene Porco Rosso non trovò il favore da parte del produttore, Suzuki, il film ebbe un grandissimo successo. I motivi sono legati a tutti gli aspetti che resero l’opera molto preziosa. Primo elemento è la storia. Come sempre è una vicenda ben strutturata, molto avvicente, semplice e lineare. Una trama abbastanza elementare, entro cui, però, non mancano azione, ironia, avventura, magia. E ancora: duelli, voli acrobatici, amori.
Il tutto è condito da un romanticismo che rende Porco Rosso un’opera originale. Per i Romantici, l’immaginazione portava al processo creativo, all’unione di mente e corpo. Il protagonsta, quando vola al bordo del proprio idrovolante, è profondamente ispirato.
Non un eroe stereotipato. Ma un maiale, al quale è stato inflitto un maleficio di cui non si sa l’origine. È il classico eroe romantico per eccellenza: solitario, vive ai margini della società, si fa guidare dall’istinto. Avvertiamo il suo Io più profondo quando vola, quando decide di compiere quegli avvitamenti leggeri per aria, belli da osservare, belli da invidiare.
Simbolismo
Di certo, la carica simbolica presente in Porco Rosso è davvero preziosa. Osserviamo come la metafora uomo-maiale ha diverse chiavi di lettura. La regressione dell’umano in bestia ha un accezione negativa, benché tale regressione sia proprio un maiale, simbolo di tutti i difetti umani.
Ma tale regressione trascende il significato stesso, sicché il fascino di una persona vada ricercato al di là dell’aspetto fisico. Gina ama Marco per quello che è, non perché si sia tramutato in maiale. Può risultare “banale”, ma mai scontato.
Inoltre, il significato stesso del maiale richiama una chiave di lettura più intima. Marco è stato l’unico a sopravvivere durante una battaglia, poiché fuggì dinanzi al nemico. Nella cultura giapponese, questo equivale al disonore, all’infamia. Il protagonista si sente un porco, appunto. Ma sempre meglio essere un maiale che un fascista!
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