Uscito in streaming su Netflix lo scorso 15 Settembre, La probabilità statistica dell’amore a prima vista (Love at First Sight) è una commedia romantica diretta dalla regista inglese Vanessa Caswill. Tratto dal romanzo di Jennifer E. Smith, vede come protagonista la giovane Haley Lu Richardson nei panni di Hadley Sullivan e il giovane Ben Hardy in quelli di Oliver Jones.
La probabilità statistica dell’amore a prima vista, questione di coincidenze
Quante volte ci siamo trovati nel posto giusto al momento giusto e lo abbiamo realizzato soltanto in seguito? A volte siamo così convinti di avere il controllo sulla nostra vita da rifiutarci di seguire il flusso delle cose per vedere dove ci portano, che è un po’ tutto quello che non succede in questo film.
La probabilità statistica dell’amore a prima vista ruota attorno a una valanga di coincidenze che vogliono portare i due sconosciuti a entrare l’uno nella vita dell’altra, quasi insistendo: un ritardo di 4 minuti, un aereo perso, Londra come destinazione ultima, una cintura di sicurezza rotta, delle amicizie in comune, un cellulare perennemente scarico, una ragazza costantemente distratta.
E cosa succede quando questa ragazza impulsiva e coraggiosa incontra un ragazzo che tenta di analizzare ogni singolo aspetto della vita, cercando nei numeri e nell’ordine la risposta a tutto? Succede che la probabilità statistica dell’amore a prima vista si innalza notevolmente, perché siamo attratti da chi ha un approccio alla vita tanto diverso dal nostro, ci sentiamo travolti da tutto quello che non ci appartiene.
Una fanfiction su schermo
La probabilità statistica dell’amore a prima vista sembra essere uscito direttamente da una fanfiction di Wattpad scritta da un’adolescente alle prese con le prime cotte amorose. C’è poca profondità: i personaggi sono i classici protagonisti dei film d’amore indirizzati verso un pubblico pressoché giovane, la ragazza persa e un po’ impacciata e il ragazzo misterioso ma dolce. I dialoghi sono ridotti ai minimi termini e sono quanto di più prevedibile si possa immaginare, anche le dinamiche del film sono intuibili fin dall’inizio e infatti il finale non spiazza e non inverte la traiettoria di una storia che, nella sua parvenza di imprevedibilità, risulta calcolata e schematica fin dai primi minuti.
Si trova qualche spunto interessante nella narrazione del racconto: la narratrice onniscente appare in varie scene della pellicola sotto mentite spoglie e si comporta quasi da madrina della protagonista, la segue passo passo fin dall’aeroporto e la accompagnerà durante questo viaggio, lei sa già come andrà e ci tiene a ribadire che di storie come queste se ne sentono poche nel mondo.
La probabilità statistica dell’amore a prima vista è un film che fa il suo dovere
Con La probabilità statistica dell’amore a prima vista ci troviamo di fronte a un racconto leggero, un film che non vuole cambiare le carte in regola e infatti non lo fa, trattando un tema più e più volte trattato nei film: le coincidenze. Lo fa seguendo il motto del carpe diem: si vive una sola volta e quindi prendiamo la vita così com’è. E, a giudicare dal finale, in questo caso sembra aver funzionato.
Chissà quante volte ha funzionato nella vita reale, chissà quante volte c’è invece stata la razionalizzazione di un sentimento che forse poteva esistere solo in quella bolla che si viene a creare all’interno di quel non-posto che è un aeroporto. La probabilità statistica dell’amore a prima vista è in realtà più alta di quanto si pensi, soprattutto al giorno d’oggi, dove tutto corre così veloce e tutti sembrano disposti a innamorarsi e disinnamorarsi alla velocità della luce.
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