Da secoli, negli Stati Uniti, si tramanda una nenia popolare per bambini che recita: “Uno stormo di tre oche, una volò ad est, una volò ad ovest, una volò sul nido del cuculo“. Questa filastrocca parla del destino, una forza imprevedibile e casuale che porta ognuno di noi in direzioni differenti. C’è anche chi finisce nel «nido del cuculo». Un luogo simbolico che, nello slang americano, allude al manicomio.
Proprio uno di questi nidi accoglie la storia narrata da Ken Kesey nel suo Qualcuno volò sul nido del cuculo, di cui, quest’anno, ricorre il sessantesimo anniversario dalla prima pubblicazione.
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