Disponibile su Netflix dal 4 aprile 2024, Ripley è la miniserie in 8 puntate tratta dal romanzo Il talento di Mr. Ripley di Patricia Highsmith. Largamente anticipata e attesissima, la Serie TV è ideata, diretta e sceneggiata da Steven Zaillian già sceneggiatore, tra gli altri, di film come Schindler’s List, Gangs of New York e The Irishman. Girata tra gli USA e l’Italia, Ripley vanta un cast d’eccezione: Andrew Scott, che veste i panni di Tom Ripley, Dakota Fanning, Johnny Flynn, Eliot Sumner, Margherita Buy, Francesco Foti e Maurizio Lombardi.
Ripley, maestria ed eleganza
New York, anni ’60. Tom Ripley (Andrew Scott), un abile truffatore americano, viene contattato dal Signor Greenleaf che lo assume con l’intento di riportare in America suo figlio Dickie (Johnny Flynn), attualmente in Italia con la fidanzata Marge (Dakota Fanning), e con nessuna intenzione di tornare a casa. Tom accetta il lavoro e parte alla volta del Bel Paese per convincere il giovane Greenleaf a tornare in patria e prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia. Quello che nessuno conosce però è il subdolo piano che Ripley ha intenzione di attuare una volta incontrato e conosciuto il giovane.
Ripley ha visto la luce dopo una produzione iniziata nel settembre 2019. All’interno di un catalogo Netflix che è sempre più scialbo, la miniserie di Steven Zaillian è sicuramente una delle punte di diamante assolutamente da non perdere, con tutte le carte in regola per trasformarsi con gli anni in una vera e propria Serie TV cult. Una miniserie che si discosta da quello che è il film Il talento di Mr. Ripley del 1999 e che lo supera in maestria ed eleganza, sia a livello di interpretazioni – su tutte spicca quella di Andrew Scott – che a livello di sceneggiatura.
Questa non è una serie da bing-watchare
Ripley è davvero la serie dell’anno?
Presto per dirlo, ma sicuramente si trova già nella classifica provvisoria dei migliori titoli seriali del 2024. Tra i motivi, proprio Andrew Scott. Reduce dal successo di Estranei, Andrew Scott ipnotizza e cattura lo spettatore con il suo glaciale e calcolatore Ripley, protagonista assoluto di una vicenda ricca di colpi di scena. Scott regge sulle spalle l’intero peso di un prodotto seriale che senza di lui avrebbe sicuramente convinto ma non nella sua totalità.
Ripley, infatti, non è sicuramente una serie da binge watching e, nonostante i numerosi lati positivi, ha anche qualche nota dolente che disturba gli otto episodi. La sceneggiatura, seppur molto abile, diluisce il discorso narrativo in un tempo troppo dilatato, caratteristica che va a nuocere alla Serie TV stessa, rendendo molti degli avvenimenti trattati troppo lenti e difficili da seguire senza perdersi.
Una tecnica impeccabile, ma non solo
Nonostante la lentezza accomuni quasi tutte le vicende narrate, questa dà vigore alla tensione sempre crescente, rendendo la storia davvero avvincente. Lo spettatore infatti desidera sapere e conoscere i risvolti di una storia che si muove tra i binari del thriller e del dramma, e che delinea le proprie caratteristiche principali di puntata in puntata. Si noti che Ripley è caratterizzata da un bianco e nero impeccabile, a sottolineare la freddezza del suo protagonista.
I colori contribuiscono all’atmosfera suggestiva che permea tutti gli episodi; con la fotografia, anche le ambientazioni e i luoghi scelti per la narrazione (qui la protagonista è senza dubbio l’Italia). Ripley si aggira tra Palermo, Roma, Atrani, Venezia alla ricerca di Greenleaf, ed è in questi luoghi che mette in atto il suo piano da truffatore. Altra particolarità della miniserie è il linguaggio; i personaggi italiani, come l’Ispettore Ravini interpretato da Maurizio Lombardi, sperimentano l’inglese, mentre i personaggi americani sperimentano la lingua italiana e i suoi dialetti.
Ripley è nel suo complesso una serie con tutte le carte in regola per diventare uno dei prodotti di punta del colosso dello streaming Netflix e, nonostante la sua “lentezza”, grazie alla storia e ai protagonisti riesce a catturare e a convincere lo spettatore.
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