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RRR, il cinema indiano che coinvolge

4 minuti di lettura

RRR è una pellicola del 2022 diretta dell’indiano S. S. Rajamouli, già regista di Baahubali: The Beginning e Baahubali 2: The Conclusion, molto nota in patria e ora disponibile anche da noi su Netflix. Già con i primi due Baahubali, Rajamouli si era fatto notare in occidente per l’assurda follia delle coreografie.

Ora con RRR, il film indiano con il budget più altro della storia (75 milioni di dollari), pure Tollywood (la Bollywood dell’India meridionale, luogo culturale e linguistico prettamente diverso dal resto del paese) si è resa conto del suo potenziale. La narrazione si concentra, infatti, sulla storia intricata e violenta dell’amicizia tra due ribelli al controllo coloniale inglese sul sub-continente indiano, Bheem (N.T. Rama Rao Jr.) e Rama Raju (Ram Charan). I due provengono da posti diversi dell’india e scopriamo pian piano il loro background, che ci fa vedere in modo diverso le loro scelte.

Inizialmente, come nel più classico dei film action, Rama è un agente al servizio dello stato coloniale britannico che deve dare la caccia a Bheem, arrivato a Delhi per vendicarsi del governatore inglese per un torto subito. Finiranno poi per conoscersi, tra colpi di scena, combattimenti volanti e coreografie musical.

RRR, la buona mano del regista Rajamouli

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S. S. Rajamouli si mostra come un sapiente regista, dirigendo in modo estremamente preciso scene d’azione composte da numerose comparse e arricchite di assurde ma spettacolari acrobazie.

In pieno stile indiano il film si compone di una colonna sonora cantata, che si inserisce in momenti di raccordo e racconta i pensieri dei personaggi. Anche la componente spy è ben diretta e tiene l’attenzione dello spettatore durante tutte le tre ore del film.

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Gli attori, sia inglesi che indiani, sono espressivi quanto basta per non sembrare controfigure, con i due protagonisti che spiccano.

In generale è tutto assurdo ed estremo, ma comunque coerente e piacevole. Le ricostruzioni in cgi, che sono il difetto maggiore del film, risultano a tratti troppo posticce, e l’esagerazione arresta forse le ambizioni sceniche del regista estraniando lo spettatore dalla narrazione

È così diverso dai cinecomic occidentali?

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RRR intrattiene, diverte e soprattutto racconta questa versione alternativa in salsa indiana di I diari della Motocicletta. Nel film c’è infatti anche molta politica, molta voglia di riraccontare la storia dal punto di vista di chi a subito la colonizzazione. Riformismo e rivoluzione si intrecciano, così, in più momenti per poi esplodere in un finale di rivalsa.

Pur portando alla risata involontaria in alcuni casi, per le soluzioni eccessive e mal calibrate di alcune situazioni, come spirito di spettacolarità ricorda molto i cinecomic occidentali.

S. S. Rajamouli è infatti un ottimo regista, che con il giusto budget e una sceneggiatura più raffinata riuscirebbe a creare ottimi blockbuster Hollywoodiani. Tollywood, però, città che insieme a Bollywood è le capitali del cinema indiano, se lo tiene stretto.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

1 Comment

  1. Scrivo questo commento con colpevole ritardo.
    Comunque, leggo con piacere che seidi Fermo, località a me molto cara.
    Di base, il film racconta una storia bellissima, tamarra quanto basta, con persnaggi storicamente esistiti.
    È come se Mazzini e Garibaldi avessero i Superpoteri.

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