In un decennio in cui fiorivano giovani attori come Brad Pitt e Tom Cruise, Sam Neill era il caratterista più ricercato dai casting di quel tempo. Nato in Nuova Zelanda e cresciuto come regista teatrale e in seguito come attore, per i primi anni lavora in parecchie produzioni televisive e produzioni indipendenti. A volte è chiamato anche per film di serie B come Omen III-Conflitto Finale e Possession di Zulawski ma il suo apice lo raggiunse verso la fine degli anni ’80.
L’ascesa grazie ai premi Oscar
I film che lanciarono la sua carriera furono Lezioni di Piano della connazionale premio Oscar Jane Campion e il padre del kolossal d’avventura Jurassic Park , in cui interpreta il professor Alan Grant , ruolo chiave che riprenderà nel terzo capitolo della saga e in tempi recenti nel reboot, Jurassic World: il Dominio. Il pubblico o i più appassionati si affezionano a lui con la figura del mentore e dello studioso.
Non bisogna dimenticare di citare le prime pellicole con cui debutta e si fa notare dall’Hollywood di quel tempo ovvero Ore 10: Calma piatta, thriller con cui recita a fianco di una giovanissima Nicole Kidman, e il maestoso Caccia a Ottobre Rosso, film action a cardiopalma e cult dell’epoca con Sean Connery e Alec Baldwin, in cui interpreta il capitano Borodin, fedele compagno di Ramius che decide di disertare l’esercito russo su uno dei sottomarini più avanzati al mondo, in grado di schermarsi e rendersi invisibile a qualunque sonar.
Lo stile e i suoi tratti duri
Si nota in particolare come sia predisposto a interpretare personaggi fedeli e determinati fino all’estremo sacrificio, personaggi dai tratti duri ma anche dotati di flemma e intelligenza. La recitazione non è quasi mai sopra le righe per lo standard del tempo ed è posata nelle espressioni. Non esagera quasi mai ma rimane ferma nella scena e adatta e flessibile a seconda del contesto.
Una pellicola in cui è andato in overacting puro è Il seme della follia, capitolo finale della trilogia dell’Apocalisse di John Carpenter, horror dai richiami lovercraftiani in cui un ‘investigatore privato alla ricerca di uno scrittore scomparso viene fagocitato in un mondo tra l’incubo e la realtà che stravolgerà la sua vita. Qui si lascia andare alla completa mercè del regista dell’orrore che pretende una recitazione stravolta e allucinata di un personaggio dalle tinte fosche che entra in uno stato di follia progressiva fino al finale metanarrativo e pessimista, uno dei migliori e crudi mai portati sullo schermo.
Altro film horror in cui concentra molto una recitazione esagerata è il fantascientifico Punto di non ritorno, anch’esso molto crudo al limite dello splatter in cui possessioni e demoni extra-dimensionali la fanno da padrone e le sue espressioni ghignanti e inquietanti rimangono impresse e si misura in maniera eccellente con una delle prime pellicole di Paul W.S. Anderson. L’attore però non ha dei bei ricordi di quel set specialmente per le 8 ore di trucco prostetico in pieno inverno.
La televisione e lo show-biz tiranno
Oltre al cinema fa molta televisione specialmente in patria a cui partecipa in soap opera come I Sullivan e in sceneggiati storici tra i quali Ivanhoe e La rivoluzione francese. Degno di nota è la miniserie tv in due parti Merlino, fantasy che riadatta la storia del celebre mago e consigliere di Re Artù in chiave intima e avventurosa con lo stile che rassomiglia a una fusione tra Fantaghirò e Robin Hood-Principe dei Ladri. Non bisogna dimenticarsi le recenti apparizioni in serie puramente storiche e in costume quali I Tudors e Peaky Blinders.
La sua carriera è costellata di numerosi lavori ma risulta molto strozzata specialmente nella seconda metà degli anni 90 proprio a causa della ricerca di divi giovani e richiesti proprio come i già citati Cruise, Pitt o il giovane e istrionico Johnny Depp. Nonostante la brusca frenata ha continuato a lavorare in patria e in produzioni internazionali, spesso sempre con colleghi connazionali o australiani: basti pensare ai cameo dei Thor di Taika Waititi .
Sta di fatto che è riuscito a distinguersi in ogni ruolo anche quelli più secondari e non manca di stupire per la sua umiltà e autoironia. Si spera di vederlo più frequente del solito anche senza dinosauri, sottomarini o libri maledetti.
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