Samuel L. Jackson, nato a Washington il 21 dicembre del 1948, compie oggi 74 anni. Il notissimo attore statunitense è stato premiato quest’anno con l’Oscar alla carriera. Il prestigioso riconoscimento ha consacrato i lunghissimi anni di attività di Samuel L. Jackson, che dal 1988 ha mostrato il suo talento in numerosi film, declinando, in diverse interpretazioni, il suo amore per il cinema e la sua voglia di stupire chi guarda interpretando personaggi, con intensità, emotività e storie differenti.
Con circa 152 film all’attivo, Samuel L. Jackson ha sempre fatto la differenza, mettendo in ciascuna pellicola la sua inconfondibile firma. È impossibile non aver visto un film con Samuel L. Jackson.
Dall’inizio alle luci della ribalta
È Spike Lee a scegliere un già maturo Jackson per le sue pellicole più rappresentative, quali: Aule turobolente (88), Fa la cosa giusta (89) e Jungle fever (’91). Nei diversi film, Lee ci restituisce rappresentazioni della comunità afroamericana (e italoamericana) nelle diverse città americane, raccontandoci situazioni di conflitto e difficoltà.
Samuel L. Jackson ha fatto proprio la sua prima apparizione nel film Aule Turbolente del ’88, un film di un importanza epocale. Il film si classifica come il primo musical afroamericano e racconta il fervore di alcuni ragazzi in una università afroamericana, che, tra lotte e amori, reclamano la loro identità.
Samuel L. Jackson sotto la regia di Lee interpreta anche una piccola parte in Fa la cosa giusta, mentre in Jungle Fever, veste il ruolo di Gator Purify, tossicodipendente fratello del protagonista, interpretazione che lo porta a vincere un premio come attore non protagonista al festival di Cannes. La pellicola non fu però esente da critiche che la ritenevano troppo superficiale e stereotipata.
Il Successo internazionale
Fin dai suoi esordi Samuel L. Jackson è stato quindi sempre in grado di accettare sfide recitative e personaggi complessi, a volte definiti controversi, ma sicuramente sempre intensi.
Tra i film più iconici che lo hanno portato al favore del grande pubblico troviamo in prima battuta Jurassic Park (1993), in cui Jackson interpreta il ruolo dell’ingegnere del parco giurassico Ray Arnold.
E come non citare Pulp Fiction(1994) per la regia di Tarantino. Samuel L. Jackson nel film ricopre il ruolo del Killer a sangue freddo Jules Winnfield, di cui ricordiamo i dialoghi iconici in coppia con John Travolta (Vincent Vega), gli sguardi magnetici e la mitica scena ricca di pathos in cui il protagonista recita il passo biblico di fantasia Ezekiel 25:17.
E proprio quando pensavamo di averlo visto interpretare qualsiasi ruolo immaginabile, l’attore si veste da Jedi e mette la sua firma anche nella saga di Star Wars e poi nell’Universo Marvel, nei panni di Nick Fury.
Teatrale e realistico: l’antagonista amato da Tarantino
Guardati l’AK-47, il meglio del meglio che ci sia sulla terra, quando senti il bisogno di fare piazza pulita una volta per tutte degli scarafaggi che ti circondano, non accettare imitazioni
(Jakie Brown, Ordell)
Pulp Fiction (1994), Jakie Brown (1997), The Hateful Height (2015), tre pellicole firmate Quentin Tarantino che vedono tra i protagonisti Samuel L. Jackson nei panni di un killer a sangue freddo, un criminale internazionale e un cacciatore di taglie sempre spietato e sanguinario….come piace a Tarantino.
Samuel L. Jackson in questi tre film è il ritratto dell’antagonista, che prende il dominio assoluto della scena. L’attore ci regala un’ interpretazione squisitamente teatrale e altisonante in The Hateful Height o Pulp Fiction.
In Jakie Brown, invece, abbiamo una rappresentazione più realistica del personaggio di Ordell, criminale internazionale legato a spaccio, reciclaggio e vendita di armi, degradato dai suoi stessi vizi e vittima di sé stesso, non furbo e scaltro quanto la mitica ed iconica Jakie Brown.
Grazie alla sue numerose interpretazioni Samuel L. Jackson è stato in grado di restituirci diversi personaggi e di sfumare la realtà, non ergendosi mai a eroe, ma lasciando raccontare la realtà dai suoi personaggi e dal loro modo di vedere il mondo, nel bene e nel male, o in tutto ciò che c’è nel mezzo.
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