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Scordato, Rocco Papaleo dialoga con la coscienza del poeta

8 minuti di lettura

Scordato è il titolo del nuovo film di Rocco Papaleo, che ha anche il ruolo di protagonista. Nelle sale dallo scorso 13 aprile, la pellicola vede l’esordio attoriale di Giorgia che è comunque presente in un ruolo meno incisivo rispetto a quanto mostrato nel trailer.

Scordato, in una perfetta combinazione tra comicità e dramma interiore, spinge lo spettatore a seguire la vicenda con disincanto e curiosità finché non stronca le aspettative iniziali. Non è una commedia, ma una sorta di viaggio di formazione del protagonista che alla fine ritroverà più di se stesso: la sua casa, la sua famiglia, la sua identità.

Lo Scordato di Rocco Papaleo, un poeta scanzonato

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Il protagonista di Scordato è Orlando, un accordatore di pianoforti – da qui il gioco di parole del titolo – che fin da subito appare come uno dei tipici personaggi di Rocco Papaleo. Questo ha spesso dato voce sullo schermo a ignoranti menefreghisti, ma anche a uomini con un più alto senso della realtà, caratterizzati da potente sarcasmo e umorismo tagliente. Il debito evidente è quello di Basilicata Coast to Coast, che l’attore sta in questi giorni anche portando nei teatri.

Anche in Scordato la presenza della musica e della Basilicata è dirompente. Orlando è scappato a Salerno per motivi che all’inizio non conosciamo, ne scopriamo solamente la quotidianità: è un acceso consumatore di canne, si è chiuso in se stesso, è un misantropo che non riesce a provare emozioni neppure con il sesso. Il suo dramma personale è rappresentato da un mal di schiena che lo tormenta in continuazione e gli impedisce anche di consumare un rapporto sessuale all’inizio del film.

Le cose cambiano quando conosce un’eccentrica fisioterapista, Olga, interpretata da Giorgia, che cura i propri pazienti a suon di “riallineamento” e musica. Il pregiudizio su queste cose zen, che appartiene a molti, è abbracciato anche da Orlando che però, essendo disperato, si fida di lei quando riesce a sistemargli, per breve tempo, la schiena, affascinato anche dall’avvenenza della dottoressa. Per aiutarlo a fondo, però, Olga gli dice che deve vedere una sua foto da ragazzo, per confrontare le condizioni della sua postura e della schiena. Diversi flashback e parallelismi mostrano un Orlando giovane, che è pieno di vita, ama muoversi, ama scoprire con la sorella la trasgressione della gioventù.

Un viaggio di formazione verso casa

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In un espediente narrativo piuttosto telefonato, Orlando deve quindi recarsi a Lauria, il suo paese di origine, per prendere questa foto. È chiaro fin da subito, però, che il vero obiettivo del viaggio sarà un altro: affrontare i propri demoni e confrontarsi con il passato. È una storia tipica già affrontata dallo stesso Rocco Papaleo, per non dire da grandi capolavori della letteratura (impossibile non pensare a La luna e i falò di Cesare Pavese, ma anche a Conversazione in Sicilia di Elio Vittorini).

Ciò che rende tutto interessante, per quanto all’inizio Scordato faccia fatica a ingranare, sono i costanti soliloqui di Orlando che scopriamo poi parlare con se stesso. Ha una sorta di armadillo, come direbbe Zerocalcare, che è la voce della sua coscienza, quella di se stesso da giovane. Il modo con cui tale rappresentazione è presentata è forse il più riuscito di Scordato, per come riesce a stupire lo spettatore. E poi, ci sono le parole. Le conversazioni, che ci ha ricordato Vittorini, sono continue e ambigue. Non si comprende a volte quali personaggi siano reali e quali fantasmi del passato immaginati, a rappresentare quella coscienza ormai data per smarrita.

Inoltre, a proposito delle parole, un tempo, Orlando scriveva anche poesie. Le rime e i versi di questo giovane racchiudono il tormento di cosa sarebbe potuto essere e di cosa invece non è e forse potrebbe non essere mai.

Poi c’è lei, la Basilicata che, con scene comiche esilaranti, viene descritta nelle sue contraddizioni con odio che in realtà è amore. La casa lasciata per scappare, per vigliaccheria, da un dramma familiare e politico che non ingombra la scena. Il dramma politico è infatti presentato senza retorica e senza forti approfondimenti, ma suscita nello spettatore curiosità e domande proprio per questo.

Le contraddizioni tra gli uomini nel loro modo di essere è rappresentata da una delle scene più divertenti, quando Orlando si fa dare un passaggio da un uomo estremamente volgare, che lo accusa di essere un “materano”. Siamo prima del 2019, quando Matera è Capitale della cultura. Orlando ne gioisce con quell’entusiasmo giovanile che gli fa ricordare cosa significa essere tornato a casa.

Scordato è una storia di tutti

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Non sarà la Basilicata ma un’altra regione, non sarà la poesia ma un altro impeto artistico, e forse non saranno droghe leggere a farci conoscere la nostra coscienza. Tuttavia, Orlando è un personaggio estremamente vero che non può non appartenere al dramma di essere al mondo. Invecchiare ha fatto bene a Rocco Papaleo: i suoi sessant’anni (nel film; nella realtà ad agosto saranno sessantacinque) rendono Orlando il tipico uomo vissuto ormai deluso da tutto. Eppure pateticamente (in senso etimologico, quindi da Pathos, cioè sofferenza, ma anche in senso letterale) sarcastico, intollerante, incredibilmente simpatico allo spettatore.

L’accordatura del pianoforte e la presenza forte della musica, che comprende anche una performance canora di Giorgia, simboleggia in Scordato quel tentativo di controllo delle proprie vite e la ricerca della propria identità. Non scordarsi di chi siamo e non scordare se stessi, prendere le note giuste, consentirebbe di non sentirsi una nota senza armonia. Questa la cerchiamo incessantemente e la ritroviamo sempre negli stessi luoghi, negli stessi ricordi, negli stessi attimi.

Scordato riesce a raccontare una storia universale e semplice grazie alla capacità del film di incuriosire, demistificare, sbeffeggiare, con un protagonista ben scritto. È un poeta disincantato e divertente, grazie al lavoro di Rocco Papaleo, che riesce anche a sopperire la recitazione un po’ meccanica di Giorgia, che comunque per il ruolo risulta adatta. Le risate non mancano ma l’importanza di Scordato va ben oltre: è un viaggio alla ricerca di ciò che siamo.


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Nata ad Agrigento nel 1997, ha conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne e una magistrale in Filologia Moderna e Italianistica. È una tuttofare nell'ambito della letteratura e scrittura: docente di letteratura italiana e latina, scrittrice e redattrice per vari siti di divulgazione culturale e critica musicale. Svolge anche il ruolo di editor e copywriter.È autrice di un saggio su Oscar Wilde e della raccolta di racconti «Dipinti, brevi storie di fragilità». Come dice il suo autore preferito, la vita è una cosa troppo seria per essere presa sul serio e quindi attenzione: può contenere sarcasmo.

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