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Serie TV Horror

Perché abbiamo bisogno dell’horror nelle serie TV

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11 minuti di lettura

Nella prolifica costellazione di generi nelle serie TV, l’horror trova oggi una posizione desiderosa di crescita. Così, tra le timide offerte che si fanno spazio sulle piattaforme online, ci chiediamo quasi spontaneamente: l’horror nelle serie TV funziona?

Ebbene sì, perché l’assuefazione alla paura si consuma lentamente e gode della progressione narrativa degli episodi. Laddove il film si tronca dopo un’evoluzione funambolica tra morbose attese e jumpscare, la serie cerca il suo spazio. Traspone l’eccitazione orrorifica in una cadenza controllata, anche se non tutte le serie TV sono uguali.

Serie TV horror
Channel Zero (Starzplay)

La raccolta antologica, dove ogni episodio è autoconclusivo, contrae la paura in una singola puntata, per poi ricominciare dalle fondamenta. Lo sviluppo orizzontale, invece, abbraccia più famelicamente la logica del binge watching, che vive nel limbo ansiogeno progressivo.

Quest’ultima avanza laddove il film si conclude. Per questo i personaggi, tradizionalmente pedine sacrificali o eroiche asservite all’occulto, conquistano complessità psicologica. E tale intreccio permette una maggiore fidelizzazione dello spettatore, nel vedere la propria quotidianità proiettata in una realtà uguale e contraria. Ma dove nasce la paura?

Serie TV, bambini e terrore: l’oscurità della psiche votata all’infanzia

Serie TV Horror
Creeped Out – Racconti di Paura (Netflix)

C’è una dimensione ottenebrata e profonda della nostra mente dove dimorano gli incubi infantili. Così solo l’evocazione della presenza di un mostro notturno, che si annidi sotto il letto o dentro l’armadio, lo rende fattuale. I più piccoli si spaventano, in un sistema canonizzato alla Monster & Co, ma hanno anche un infuso desiderio di conoscere. Quei personaggi decantati dalle Fiabe Sonore, come la Baba Jaga o Barbablù, diventano inediti protagonisti di notti insonni. E qui scatta un primo meccanismo.

Si pensa infatti che, nonostante lo spazio di terrore mentale infantile sia sempre presente, la consapevolezza adulta aiuti a fronteggiarlo. Tuttavia, dal successo di serie TV Netflix come Stranger Things, fino a Piccoli Brividi e Creeped Out – Racconti di Paura, sono i bambini i coraggiosi protagonisti. Il loro interesse avventuriero e l’inconsapevolezza del pericolo li rendono i motori perfetti di un climax narrativo.

Davanti ai loro occhi, i giocattoli diventano creature disturbanti, ma al tempo stesso affascinanti. Così noi vediamo sullo schermo il preciso momento in cui nasce la paura, in cui si incastona un’ombra nell’inconscio. E qualcosa si riaccende in una mente che non ha mai abbandonato le paure embrionali.

Horror ed estetica del sublime

Tuttavia, dove si parla di emozioni di terrore e paura, emerge il richiamo letterario al sublime. Quella sensazione di impotenza e al tempo stesso fascinazione provata dall’uomo nei confronti di ciò che non può controllare. E la letteratura gotica si piega a questo appagamento narrativo, nell’evocare quella dimensione di occulto ed esoterico tradotta nel simbolo della casa infestata.

Così pensiamo al tenero Casper (1995) o alle pittoresche avventure dei Ghostbusters (1984) fino alla rocambolesca Casa Dei Fantasmi (2003) di Eddie Murphy. Ma come dimostra la recente serie TV su Sky, Hausen, la casa è il primo luogo di cui avere paura. Proprio quest’ultima, scrigno di sicurezze eterne, può essere reso un accattivante nemico intangibile sullo schermo.

L’horror si intesse così al sublime in una contemplazione disinteressata, che vive della protezione mediatica dello schermo. Così il piacere della visione gode di un allontanamento non partecipativo. Ma cosa succede quando l’ignoto invade l’intimità domestica?

Lo vediamo crescere in The Haunting of Bly Manor, o nel suo prequel The Haunting Of Hill House, dove la famiglia invasa dal tormento ipnotico del suo passato diventa la nostra potenziale famiglia. Una situazione terribilmente concreta, che si estende in chiave monster-fantasy con la serie coreana Sweet Home, dove una palazzina diventa terreno di scontro con creature maligne. Parte quindi tutto dalla casa, l’incipit anche di una fortunata serie horror.

American Horror Story

American Horror Story 7
American Horror Story 7 – CULT

“Sta arrivando qualcosa di malvagio”. Così Ryan Murphy ha commentato l’imminente arrivo della decima stagione della serie TV horror American Horror Story. Lui e il fido collega Brad Falchuk sono dei maestri della serialità e lo dimostra un ventaglio di generi trattati sempre differenti. Non può quindi mancare l’horror che, dalla comicità spietata di Scream Queens, affiora in AHS.

Si tratta di una vera e propria saga di 9 stagioni, attualmente in corso, che fonde tutti i canoni dell’horror in un purgatorio di anime decadenti. Così ogni stagione affronta una diversa realtà, dalla casa infestata (Murder House), al manicomio (Asylum), fino alla stregoneria (Coven) e al circo (Freak Show) in un’apoteosi del disturbante.

La serialità, quindi, permette di appagare un interesse sempre differente, toccando anche il riferimento a fatti morbosi della Storia. Questi li ritroviamo in chiave pseudo-documentaristica in una serie come Lore Antologia dell’Orrore, tratta dall’omonimo iconico podcast, e sono sempre di indubbio interesse, come dimostra la raccolta American Crime Story.

Non solo, ma Murphy e Falchuk giocano anche sull’omaggio ai cult horror cinematografici. Pensiamo al recente Ratched, che rievoca la sadica infermiera di Qualcuno Volò Sul Nido Del Cuculo (1975). E questa stessa logica compare in un altro prodotto di successo, Bates Motel (2013), prequel dettagliato di Psycho (1960).

La realtà che non vorremmo conoscere

The Purge
The Purge (Prime Video)

American Horror Story attiva quindi due strade vincenti del genere. Da un lato l’approccio antologico a stagioni, che vive di storie sempre diverse intessute con il reale. Un punto di forza di Channel Zero, serie di Starzplay figlia delle storie creepypasta a tema horror diffuse su forum e social network dedicati. Dall’altro la cura estetica e stilistica, che dimostra come un affascinante apporto visivo, legato a una sceneggiatura ben costruita, sia la chiave della serialità horror. C’è poi quella dimensione di realtà latente, che in AHR è però spesso decontestualizzata in un’altra epoca o resa intoccabile e lontana da noi.

Cosa succede, invece, se il riferimento spaziale è più contestualizzato? Certo, nessuno andrebbe a vivere in una casa apparentemente inquietante o lontanamente si troverebbe in un manicomio. Ecco dunque che l’ipotesi distopica di The Purge (2018), in streaming su Amazon Prime Video, si radica su una più ferrea paura del contemporaneo. Quando i protagonisti sono ordinari personaggi votati a una follia indotta dalla società, dalla legge di sopravvivenza e dalla fame di sangue. Soprattutto quando quest’ultima risponde a un gioco, a un vizio annoiato di quella dimensione animale e primitiva regolarizzata dall’educazione civile.

Cosa ci regala l’horror e perché serve alle serie TV

La serie TV horror The haunting of Hill House
The Haunting Of Hill House (Netflix)

Si ritorna quindi alle basi dell’horror: l’ignoto che penetra una tranquilla realtà quotidiana. Ma quante forme può assumere l’ignoto? In una contemporaneità frammentaria, labile e continuamente incerta, tutto può fare potenzialmente paura. E laddove la precarietà economica e l’incertezza del futuro avvolgono le paturnie dell’oggi, deve esistere un contraccolpo sullo schermo.

Uno spazio di sfogo, evasione, che accentui la paura in una dimensione incontrollabile per l’individuo. Così che quest’ultimo sappia con certezza di non poterla affrontare e di poterne godere disinteressato.

Ma perché la serialità? Perché le serie TV sono la naturale evoluzione della contemplazione visiva. Un proseguo incalzante che estende il piacere visivo oltre la singola pellicola. Non a tutti piacciono, ma permettono una duplice visione, frammentata a episodi discontinui o continuativa. Così che sia lo spettatore a scegliere come trasporre la sua eccitazione adrenalinica sullo schermo. È un potere nelle mani dell’uomo, che diventa vincente con l’innesto orrorifico, tanto temuto quanto necessario per scuotere l’apatia di una routine spesso serializzata.

Ecco perché scegliamo l’horror, ecco perché scegliamo la serialità.


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Classe 1996, laureata in Comunicazione e con un Master in Arti del Racconto.
Tra la passione per le serie tv e l'idolatria per Tarantino, mi lascio ispirare dalle storie.
Sogno di poterle scrivere o editare, ma nel frattempo rimango con i piedi a terra, sui miei immancabili tacchi.

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