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Sex Education 4, un ritorno alle radici, più maturo

8 minuti di lettura

L’estro e l’esuberanza sono tornati su Netflix il 21 settembre, quando è arrivata sulla piattaforma l’ultima – e attesissima – stagione della serie Sex Education. La serie inglese, con questa quarta stagione, termina il suo incredibile viaggio. Sex Education ha affrontato sullo schermo una tematica considerata per i più un vero e proprio tabù, contribuendo così a creare uno spazio sicuro e libero per chiunque la guardasse, togliendo lo stigma da tutto ciò che concerne la sessualità intesa a 360°. Ma in questa stagione Sex Education fa un passo in più e va più lontano.

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Si tratta infatti di una vera e propria montagna russa emotiva. Le nostre emozioni e i nostri sensi sono continuamente stimolati e, a differenza delle precedenti stagioni, l’argomento del sesso è presente ma fa da sfondo a tutta una serie di questioni che riguardano l’intimità, l’emotività legata al coito e le dinamiche relazionali. La serie porta sullo schermo anche diverse realtà, come ad esempio la disabilità.

Si può notare quanto la scrittura di Sex Education 3 peccasse di originalità e di brio, due caratteristiche fondanti della serie, rispetto a questo finale di stagione, che riesce invece a farsi portavoce di ciò che ha da sempre rappresentato: una Serie TV in grado di aprire le menti e toccare i cuori, convincendo gli spettatori ad ampliare la nostra percezione del mondo.

Cambio di setting, nuova avventura

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Si assiste a un cambio di setting per questo finale di stagione: vengono chiuse le porte della Moordale Secondary School e si aprono quelle di Cavendish, un’oasi di pace dove tutto sembra perfetto e in cui gentilezza e zero tolleranza per la cattiveria sono alla base della politica di una scuola autogestita dagli studenti. Tutto ciò, a dir la verità, sembra ben poco realistico, ma ai produttori di Sex Education poco interessa, perché il suo scopo è un altro. I colori, la musica, la fotografia non fanno altro che sottolineare questo aspetto idilliaco, rispecchiato anche dallo stile che ripercorre gli anni ’70, ’80, ’90, per inserire la Serie in un presente senza tempo.

La storia di Sex Education si espande, si dilata nello spazio e nel tempo, e se prima ciò che l’aveva resa celebre e così amata era la capacità di parlare di sesso in maniera de-stereotipizzata e di problemi legati alla sfera sessuale in maniera così libera e disinibita, quello che rende unica e caratterizza invece questa stagione finale è la capacità di appellarsi alla sensibilità di chi guarda, riuscendo ad essere quanto più rappresentativa possibile.

Rappresentare significa vedere, e vedere significa dare valore e voce a diverse realtà. Infatti nella Cavendish Secondary School i nuovi protagonisti portano sul grande schermo la totalità della comunità LGBTQIA+. Vengono poi sondati i temi anche della disabilità e tutti i disagi ad essa connessi e lampanti in una società in cui barriere architettoniche e mentali rappresentano un ostacolo non indifferente.

Sex Education 4, la rinascita

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Un leitmotiv presente nella quarta stagione di Sex Education è quello del trauma. Si parla molto di ciò che ha segnato i protagonisti nel corso della loro vita e di come un evento traumatico possa avere conseguenze sull’impronta percettiva che si ha del mondo presente. Tutto ciò denota una crescita nella narrativa della Serie non da poco, una profondità e uno spessore che tocca le corde più intime di chi guarda, arrivando a raccontare le storie in una maniera così diretta e per niente pietistica da emozionare lo spettatore.

Nel corso delle 8 puntate vediamo molti personaggi portare avanti quel percorso di guarigione e cambiamento che avevamo visto intraprendere nelle precedenti stagioni. Ognuno di loro impara a trasformare il dolore, presente o passato, in estro creativo. Oltre all’elaborazione del trauma ritorna l’evoluzione dei personaggi, che indagano la propria identità, sotto diversi punti di vista, per correggere alcuni comportamenti e fare lo sforzo di migliorarsi e regalare a sé stessi, e agli altri, la loro versione migliore. Questa particolare attenzione viene data anche quando, ad essere trattate, sono tematiche di indubbia potenza e pesantezza, quali gli abusi e le violenze, e tutto quel che ne segue per la vittima.

Rinascere è quindi la parola chiave di questa quarta stagione. Rinascere e fiorire, risolvendo crisi, elaborando traumi e migliorando sé stessi al fine di prospettare scenari sempre migliori. Sex Education è dunque anche questo, uno spazio in cui approfondire il tema della cura personale e dell’importanza della terapia.

Sex Education augura buon viaggio in un mondo perfezionabile

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Per concludere, si può affermare che la stagione finale di Sex Education lascia felicemente soddisfatti poiché ricca di messaggi e insegnamenti che riesce a trasmettere con successo. Sex Education si rivolge al presente e risveglia nello spettatore la voglia di riscoprire tutti i temi che vengono affrontati. La serie spinge a considerare la possibilità di creare una realtà diversa da quella che conosciamo, una realtà che è possibile raggiungere se solo si agisce per gettarne le fondamenta. I presupposti della prima stagione vengono in quest’ultima sviluppati e conclusi, con più carattere e corpo. Sex Education si dimostra una serie che nel tempo è riuscita a maturare e ad essere particolarmente sensibile a temi quali genere, sessualità, sesso, orientamento sessuale ma anche inclusività, tolleranza, empatia, dialogo e terapia.

Sex Education traccia la strada per intraprendere un vero e proprio viaggio in un mondo in cui la diversità non deve più spaventare; un mondo in cui affrontare tematiche legate al sesso non dovrebbe creare una situazione di incertezza, bensì creare uno spazio sicuro per aprire un dialogo solido e fondante. “Non è abbastanza ma è un buon inizio”, dice Eric (Ncuti Gatwa) nell’ultima puntata: un addio fiducioso, ricco di amore e con un pizzico di musica e colore.


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Giulia, classe '98, milanese ma con radici ben salde nella mia Campania. In generale mi piace definirmi una persona molto curiosa e che si appassiona facilmente alle cose. Mi affascina tutto ciò che regala un' emozione, scrivo per vedere i miei pensieri e poter sviluppare un mio punto di vista sulle cose.