Shakespeare in love è una commedia romantica. Una di quelle commedie romantiche capaci di ricevere tredici nomination agli Oscar e di vincerne sette, lasciandosi dietro film acclamati da critica e pubblico e ben più impegnati ed impegnativi.
Nell’anno di Salvate il soldato Ryan, The Truman Show, American History X e dell’italiano La vita è bella, la gemma diretta da John Madden riesce, di fatto, a stravolgere i canoni dell’Academy e fa incetta di premi (tra i più importanti) grazie ad uno script intelligente, furbo ed irriverente.
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Nel tempo, nonostante le indubbie qualità dell’opera, c’è chi ha parlato di un’accurata e strategica campagna di marketing e di premi immeritati, da attribuire più alla produzione che a meriti reali di un film storicamente poco accurato e sicuramente troppo leggero per possedere il physique du role.
Come a voler urlare, tronfi ed orgogliosi di portare la scomoda verità del fatto che ci sia del marcio in quel di Hollywood.
Uno scrittore tormentato e un amore impossibile
Nell’Inghiterra del 1593, William Shakespeare è alla disperata ricerca di un’ispirazione per una nuova commedia commisionatagli da un impresario alle prese con pressanti problemi economici.
Shakespeare, interpretato da uno scanzonato Joseph Fiennes, è tratteggiato come uno scrittore svogliato e frivolo in una Londra attanagliata dalla peste e popolata allo stesso modo da mendicanti e nobili che si mescolano anche quando non dovrebbero.
L’incontro con una ragazza inaspettata (Gwyneth Paltrow, Oscar alla migliore attrice protagonista) segna la scintilla capace di risvegliare la fantasia e l’ardore dello scrittore e pone le basi per la nascita di Romeo e Giulietta.
Un film da Oscar?
Ad una trama fin troppo semplice e banale, Shakespeare in love risponde con una scrittura precisa e divertente, capace di mecolare il dramma alla commedia e di fare della metanarrazione il suo punto forte.
L’idea di voler dare l’impressione di un’opera teatrale in un film che racconta di un’opera teatrale è ben congegnata, in parte spiazzante e sicuramente in anticipo rispetto ai tempi e riesce a dare freschezza ad un tema abusato e quasi adolescenziale e a caratterizzare in maniera positiva una sceneggiatura che sa trasformarsi da commedia a tragedia più volte, mantenendo un ritmo alto anche grazie ad una regia pulita e ben strutturata.
E in fin dei conti è proprio la struttura narrativa particolare a dare una marcia in più all’opera distribuita da Miramax, che riesce ad intrattenere e a stupire nonostante la sdolcinatezza di fondo che tende a nascondere temi sottesi e fondamentali di quello che è considerato cinema impegnato, come la parità tra i sessi e la diginità dell’arte.
Shakespeare in love, il miglior film che non ti aspetti
Sicuramente Shakespeare in love non è il classico “miglior film” che tutti si aspettano e i paragoni con gli altri classici usciti nello stesso anno possono rappresentare un peso gravoso da portare sulla schiena, capace anche di deviare il giudizio dei più critici ed intransigenti.
Allo stesso tempo, però, ci si trova di fronte ad un film particolare e in qualche modo unico nel suo genere, divertente, struggente e pieno di spunti interessanti sui quali riflettere.
Una commedia romantica, naturalmente, ma una di quelle commedie romantiche capaci di vincere sette Oscar.
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