Diciamocelo, Snowpiercer non si è rivelata la serie tv che molti si aspettavano. Se l’omonimo film del regista Bong Joon-ho aveva riscosso un discreto successo, non si può dire lo stesso del prodotto targato Netflix. All’alba dell’uscita della seconda stagione, sul catalogo della piattaforma con un episodio a settimana a partire dal 26 gennaio, ci chiediamo: perché guardare Snowpiercer 2?
Stagione nuova, vita nuova?
Il primo episodio della nuova stagione riprende le vicende esattamente da dove erano state lasciate dalla prima. Ritroviamo quindi gli stessi personaggi alle prese con le vicende all’interno del treno dalle mille più una carrozze, con qualche piccola sorpresa. La prima stagione, infatti, era terminata con la comparsa di un secondo treno denominato Big Alice. New entry d’eccezione di questa nuova stagione è Sean Bean, che guiderà il Big Alice nei panni di Mr. Wilford.
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Il primo episodio scorre tutto sommato con disinvoltura. Se però da un lato troviamo piacevole la continuità così fluida tra un stagione e l’altra, alcuni elementi continuano a farci storcere il naso. Resta sottintesa una palpabile voglia da parte dello spettatore di un risvolto più profondo ed analitico delle vicende che si spera possa giungere con i nuovi episodi.
Snowpiercer 2: nuovi episodi, stessi difetti
Purtroppo la continuità con la prima stagione implica anche la perseveranza dei difetti che avevamo già riscontrato. Ritroviamo, non con troppa sorpresa, la stessa regia insipida e priva di personalità, che si limita a seguire le vicende. Regia che si accompagna ad una fotografia finta, alla stregua di prodotti con cast nettamente meno stellari. Indubbiamente, questi elementi continuano a stonare con un lavoro che porta in copertina il nome di Bong Joon-ho.
Anche per quanto riguarda la prova attoriale si rimane leggermente perplessi. Nonostante siano presenti nel cast volti conosciuti, non c’è nulla che ci colpisca in positivo. Un elemento di svolta per Snowpiercer 2 potrebbe essere rappresentato dalla comparsa di Sean Bean, consacrato attore che ha preso parte a produzioni del calibro de Il Signore degli Anelli e Il Trono di Spade.
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Grande assente anche in questo episodio il tanto atteso risvolto sociale. Il motivo per cui questo prodotto, che ha tutte le carte in regola, continua a non decollare è proprio la superficialità con la quale fino ad ora vengono trattati gli avvenimenti. Come ben sappiamo, invece, la critica sociale è da sempre al centro delle produzioni di Bong Joon-ho, ma forse è ancora troppo presto per dare per persa questa speranza.
La speranza è l’ultima a morire
Perché dunque proseguire nella visione di una serie che sembra avere più difetti che pregi?
Innanzitutto una seconda possibilità la si deve a tutti. Nonostante l’inizio un po’ raffazzonato e con qualche sbavatura, è ancora possibile una ripresa. Come abbiamo già detto, infatti, la serie possiede tutti gli elementi per diventare un prodotto di punta del catalogo Netflix. Ciò che sembra più probabile al momento è un risvolto interessante dato dalla figura di Mr. Wilford, in cui riponiamo le nostre aspettative per un villain con i fiocchi.
In ogni caso, la trama, sempre interessante e dai risvolti polizieschi, porta avanti lo show da sola anche senza la cura e i dettagli che ci si aspettava. Nonostante al momento Snowpiercer sia una serie che non si distingue e non spicca, speriamo che la seconda stagione (e la terza, che sembra già essere confermata) riesca a convincerci del contrario.
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