Soulmates è la una serie anthology distribuita da AMC in America a partire dall’ottobre 2020 e ora disponibile su Amazon prime video. La serie, che conta sei episodi e racconta sei vicende diverse, è stata ideata da William Bridges e Brett Goldstein: il primo è celebre per aver curato la sceneggiatura di alcuni episodi di Black Mirror e Stranger Things. Infatti, la serie statunitense strizza l’occhio proprio a queste due produzioni e le ricorda, soprattutto in riferimento a Black Mirror, rivelandosi in grado di costruire trame fitte e spinose.
Soulmates pone le vicende in una situazione distopica che guarda ad un futuro relativamente vicino, sottolineando l’influenza, quasi invadente, della tecnologia sulla vita dell’uomo. La serie fa ciò regalando atmosfere cupe e buie e situazioni che ci danno la sensazione di essere sempre in bilico.
Soulmates promette amore eterno
Soulmates presenta una narrativa di tipo antologico che, per ogni puntata, costruisce una storia sempre diversa coinvolgendo personaggi e vite differenti. La serie si apre con la presentazione di un test creato dall’azienda Soul Connex. Questo test assicurerebbe a chiunque lo faccia di trovare il proprio “soulmate“, ovvero la propria anima gemella, anche chiamata “match” all’interno della serie. Questo sarà il presupposto e la trama base su cui si sviluppano le vicende. Il test viene presentato al pubblico attraverso uno spot futuristico, quasi come se fosse un ennesimo prodotto da vendere per riempire la vita dell’uomo; ma questa volta non si tratta di una tv, un telefono o degli auricolari, ma di qualcosa che garantisce il tanto ambito e cercato amore eterno. Un amore per cui poeti, scrittori, registi, pur di riuscire a catturarlo e renderlo eterno, si struggono da quando ne abbiamo memoria.
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Il presupposto che ci presenta Soulmates è un’utopia? Può il processo tecnologico decretare qualcosa di così viscerale come l’amore? Lo scopriremo solo analizzando la prima stagione dell’ambiziosa serie tv. Nelle sei puntate vengono proposte trame ben costruite ed interessanti, con personaggi intriganti che catturano la curiosità dello spettatore, coinvolgendolo in un vortice di dubbi, amore, passione e anche di paura. Peculiare è il fatto che queste storie abbiano tutte un epilogo diverso: alcune prendono una piega incerta, altre inusuale ed altre ancora hanno una chiusura decisamente dark.
La cieca accettazione
Soulmates ci presenta la sei storie come un crescendo. Nel corso della prima stagione cresce la consapevolezza e si sviluppa piano piano una presa di posizione nei confronti del test. Il primo episodio racconta di una coppia sposata da molti anni che metterà in discussione il proprio matrimonio percependo le difficoltà e i problemi che si formano con il tempo come qualcosa di invalicabile e irreparabile. La coppia, infatti, vedendo che il mondo attorno a loro sembra essere impazzito a causa del test, sceglierà la strada più semplice, ma sarà anche la migliore? La fine della puntata ci dà la sensazione di non essere una vera e propria conclusione, poiché i due non sembrano convinti della scelta, ma si lasciano indietro con amore e tristezza negli occhi.
Nella seconda puntata vediamo come il solo pensiero di un’anima gemella fa cedere ciecamente, e non senza conseguenze, il protagonista ad una donna che, affermando di essere il suo match, lo condiziona a livello mentale facendolo cadere nella sua trappola.
Il dubbio e il cambiamento
Dalla cieca accettazione dei primi due episodi si arriva alla vicenda di Libby (Laila Costa) che ci dona un concetto più ampio di amore, non prendendo il test come una strada a senso unico, ma imboccando contemporaneamente due vie parallele. Così Libby sceglie di amare sia il suo sposo, compagno di vita da tanti anni, sia il suo match, trattando l’amore come un qualcosa che si sviluppa e si trasmette attraverso diverse anime. Un epilogo indubbiamente curioso.
Gli ultimi tre episodi sono molto interessanti dal punto di vista narrativo. Nella storia di Mateo (Bill Skarsgård) vediamo una chiara deviazione e una lampante voglia di decidere per il proprio destino. Mateo, infatti, sceglierà, sulla strada per conoscere la sua anima gemella, di restare con Jonah (Nathan Stewart-Jarrett), superando così l’attrattiva del test e facendo un percorso di crescita personale e conoscenza profonda di sé attraverso la scelta di chi amare. Mateo definisce in prima persona le regole del gioco.
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In quinto e il sesto episodio sono l’uno lo specchio dell’altro, poiché trattano ambedue il tema della morte e della vita. Nel quinto episodio il protagonista Kurt (Charlie Heaton), avendo scoperto di aver perso la sua anima gemella, è disposto a rinunciare alla vita per riconciliarsi con un amore che in promessa era fantastico, ma che non ha mai concretamente conosciuto o sperimentato. Kurt crede che quell’amore fosse l’unica cosa a definirlo o a dargli una speranza per uscire fuori dalla vita priva di gioia che si proietta senza amore. Il protagonista alla fine ritroverà un approccio con la vita dopo averla vista quasi andare via. In egual modo, ma con una chiusura più dark e cupa, si sviluppa la vicenda di Caitlin (Betsy Brandt) . La donna conduce la sua vita in balìa degli altri, continuando a farlo con l’ossessione di volersi sentire una “brava persona”, intrappolata in un lavoro e in una relazione soffocante. Catlin sopravviverà anch’essa alla sua anima gemella, ma lo farà scoprendo un lato di sé decisamente oscuro, trasformandola da vittima a carnefice e donandole un’altra inquietante vita.
Soulmates, una possibile chiave di lettura
«Il desiderio che ha l’uomo di amare è infinito non peraltro se non perché l’uomo si ama, di un amore senza limiti» (Giacomo Leopardi)
Con l’esperimento di Soulmates, l’uomo sembra quasi essere stato in grado, attraverso il processo tecnologico, di comandare e dettare legge su una cosa che, per sua definizione, leggi non ne ha. Qualcosa di sfuggente e misterioso come l’amore. La presunzione ci catapulta in un universo senza bussola in cui l’essere umano si fa trasportare dalle sue incertezze più profonde e dalla sua voglia di cercare ininterrottamente qualcosa di sempre migliore, di diverso, pronto così ad abbracciare e a cedere alla promessa del test; e fa ciò sopprimendo sentimenti e lasciandosi trascinare da un’immagine diversa, all’apparenza migliore, che dovrebbe curare questa incertezza tipica dell’uomo, che brancola nel buio e nel caos dei sentimenti.
Così uomini e donne decidono di fare il test per abbracciare il lato razionale delle cose. Il test fa quindi leva sull’insicurezza dell’uomo, sul suo sentirsi sempre incompleto, non finito e desideroso di qualcosa di migliore, che non sa nemmeno lui in cosa consiste. La serie, come abbiamo visto, abbraccia questo presupposto, ma prende anche strade diverse, non permettendo al test di valicare del tutto l’esperienza umana dell’amore; altre volte però consente alla scoperta del proprio Soulmate di cambiare e determinare le proprie sorti, in tutti i sensi. Emblematica in questo senso è l’ultima puntata, decisamente la più intensa, carica di emozioni e cambiamenti che ci lascia con uno sviluppo negativo del punto di partenza e lo distorce.
Siamo soddisfatti di Soulmates?
Soulmates, che tratta un tema delicato in maniera distopica e fantascientifica, esagera su un futuro in cui l’uomo si spinge più in là dei propri limiti. Al contempo però la serie ci restituisce una varietà di prospettive sul tema, presentandoci diverse sfaccettature e diversi approcci nei confronti del presupposto che traina tutta la narrazione ed indagando in maniera interessante sul rapporto che l’uomo ha con l’amore. Il punto di partenza è sicuramente molto interessante, seppur sfuggente e ambiguo, il che rende il tutto un po’ dispersivo e forse sconclusionato. Probabilmente è solo un modo per battere il terreno in vista di una seconda stagione.
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