Tarrac, il film di chiusura all’Irish Film Festa del 2023, è un dramma sportivo recitato in irlandese e diretto da Declan Recks, regista affermato nel panorama del cinema irlandese, che racconta la storia di Aoife, una ragazza di città che torna nella città natale per prendersi cura del padre convalescente e scorbutico e riscopre la passione del canottaggio, creando un equipaggio di sole donne. Da semplice hobby sportivo il canottaggio delle Naomhòg diventa strumento di rivalsa verso l’ingombrante e scomodo passato famigliare e momento di catarsi pura.
Il Naomhòg, la tipica imbarcazione per le gare di canottaggio locali, porta con sé ricordi e dolori ma anche speranze e rivelazioni: in un film interamente ambientato nella contea del Kerry, ogni protagonista trova sé stesso in mare e durante la gara attraverso un urlo, un tuffo o una remata verso il giro di boa che lo porta alla meta.
Aoife è frenata da sentimenti contrastanti verso un padre che è stato poco presente e che è stato sempre in mare ad allenare equipaggi, anche quando sua moglie è mancata improvvisamente. Bear dopo l’infarto è distaccato e scontroso nei confronti di una figlia che è “scappata” in città per ricostruirsi una vita e ha abbandonato la tradizione di famiglia, così fondamentale che è in grado di creare rapporti ma anche di spezzarli.
Le protagoniste e la barca che le unisce
Aoife, la Kelly Gough di The Fall e Tenebre e Ossa, durante l’estate si riavvicina al paese e decide di metter su una squadra per partecipare al campionato regionale. Nel pub di paese raccoglie a sé elementi valenti ma con storie disastrate e famiglie difficili a carico: Jude , interpretata dalla Kate Nic Chonanoaigh di The Quiet Girl, madre di tre figli, la figlia del locandiere Aisling, e Naomi, impersonata dalla giovane Rachel Fenney di Belfast e Assassinio sul Nilo, con una situazione famigliare poco stabile e costretta a vivere in roulotte con il fratello Noellie.
Seppur con fatica e iniziale diffidenza, il gruppo legherà molto velocemente e riusciranno anche a farsi aiutare da Bear, un sorprendente Lorcan Cranitch, che le costruirà un imbarcazione più leggera e adatta e dandogli consigli a come sfruttare le correnti del golfo.
Il cast femminile è degno di nota ed è la punta di diamante di questo film poiché restituisce un ritratto di donne libere e forti che riescono attraverso lo sport a creare uno spirito di sorellanza puro che gli farà compiere grandi performance fisiche e rafforzerà il loro morale. Il regista, presente al festival con lo sceneggiatore Eugene O’Brian, Lorcan Cranitch e Cillian O’Gairhbi, l’interprete di Noellie, ha preparato dal punto di vista agonistico il gruppo di ragazze quattro settimane prima delle riprese per restituire più realismo e fatica.
La scelta della lingua è stata molto complessa e particolare anche per gli attori stessi che sono stati seguiti da dialect coach o gente del luogo: l’interpretazione comunque non risulta piatta e il suono è roco e sia lieve e una probabile scelta di tale dialetto dipende proprio dalla volontà di fotografare una comunità affiatata e tradizionale con i suoi riti ed eventi unici al mondo, senza togliere nulla allo spirito di rinnovamento e novità che portano le sorelle del mare.
Tarrac, una pellicola sulla riconciliazione e sulla rivincita
Immersa nella contea di Kerry, la trama di Tarrac si muove sui personaggi e sul loro stretto contatto con il mare, su come li cambia e li scalfisce e si concentra proprio nelle scene di allenamento e sforzo fisico, a volte lasciando troppo da parte la storia incentrata sul lutto e l’elaborazione di esso. Il vero personaggio che sviluppa dall’inizio alla fine il tema è Aoife che scoppia nel finale, quasi mettendo in difficoltà l’equipaggio all’alba della gara.
Il lutto a volte lambisce poco questa storia, sembra rimanere superficiale come le onde sui piedi della protagonista: proprio il personaggio di Bear funziona e carbura pian piano e grazie solo all’interpretazione svogliata e fortemente drammatica dell’attore, che offre anche un malinconico canto davanti ad una pinta di birra.
Tarrac si concentra più sulle emozioni e le funzioni dell’attività sportiva delle ragazze e si dimentica a volte o distribuisce pian piano in modo disconnesso le altre storie. Anche dal punto di vista tecnico la qualità è molto più presente nelle scene d’azione e di performance e rimane sottotono negli interni della casa del padre e del pub, luogo comune dove scaturiscono maggior parte degli eventi. La pellicola è un affresco della liberazione dei sentimenti repressi e un ritorno alle origini immerso nella verde distesa di rilievi del Kerry e nelle acque azzurre dell’oceano. Un film comunque capace di scaldare il cuore e strappare qualche sorriso.
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