The Empty Man, disponibile su Disney+, è un horror soprannaturale scritto e diretto da David Prior e tratto dall’omonima graphic novel del 2014 di Cullen Bunn e Vanessa R. Del Rey.
Progetto ambizioso, dalla durata di oltre due ore, The Empty Man riesce ad intrigare e ad intrattenere perdendo purtroppo colpi sul finale, dove diventa eccessivamente intricato fallendo così nel tentativo. Il problema del film è quello di voler stupire a tutti i costi lo spettatore; un fenomeno ormai comune a troppe pellicole, con risultati che sono sempre e spesso inconcludenti ed esagerati.
The Empty Man: un horror in bilico tra mistero e misticismo
La trama di The Empty Man, dopo un’intensa e riuscita introduzione, segue le vicende di James Lasombra (James Badge Dale), ex detective che si ritrova a seguire le tracce di una ragazza, sua vicina, scomparsa improvvisamente da casa.
L’indagine lo porterà a scoprire un misterioso gioco adolescenziale che, nascendo da una leggenda metropolitana, sembrerebbe avere sempre più ripercussioni sul mondo reale e ad indagare su una setta che si rifà all’idea della forza creatrice del pensiero.
La realtà in cui si ritroverà il protagonista ad agire sarà sempre più oscura e pericolosa, introducendo lo spettatore in un vortice di tensione crescente fatto di pericoli terreni e sovrannaturali celati, metaforicamente sottoterra, al mondo ignaro.
Colonna portante di The Empty Man è il tema legato alle nuove forme di religione e di filosofia che, grazie al potente mezzo informatico che è il web, dilagano nel nostro mondo sempre più in bilico tra materialismo alienante e pensiero magico: l’idea di una setta legata ad un culto del pensiero positivo viene mostrata anche nei suoi lati più oscuri e spesso inesplorati a volte a discapito dei pericoli ben riconosciuti e concreti legati a tali movimenti pseudo-religiosi.
Un buon comparto tecnico offuscato da un finale precipitoso
Caratterizzato da una fotografia dal livello altalenante e da un buon equilibrio tra tensione e jumpscare, The Empty Man è nel complesso tecnicamente ben riuscito e la prestazione di James Badge Dale nei panni dell’investigatore tormentato risulta credibile. Il tutto si accompagna ad un’atmosfera molto forte ed intensa che avvolge lo spettatore dall’inizio alla fine nonostante un plot che, per necessità, riesce a sfruttare un ritmo allo stesso tempo lento ed implacabile.
Le cattive notizie arrivano, come detto prima, sul finale: presentato in maniera troppo veloce, poco legato agli avvenimenti precedenti e che appare artificioso nonostante la buona idea che lo caratterizza. Troppi sono i personaggi di The Empty Man soltanto abbozzati e pochi gli indizi di scrittura che possano giustificare il cambio di rotta agli occhi di uno spettatore smaliziato.
Il risultato è purtroppo inconcludente e dal sapore amaro, dando l’impressione che troppi nodi non siano stati sciolti nel modo giusto, nonostante la lunghezza (imponente per il genere) della pellicola.
The Empty Man: una pellicola riuscita a metà
The Empty Man di Prior certamente non si può considerare un fallimento ma allo stesso modo delude le aspettative che fino alla metà del film si sono andate a costruire. Bisogna soprattutto considerare il fatto che il pubblico di riferimento, nonostante la presenza di un cast molto giovane, non sembri essere quello tipico dei teenager, quest’ultimi pronti ad accettare buchi di trama o plot twist improvvisati a scapito di uno show più adrenalinico ma meno accurato.
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