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The Falcon and the Winter Soldier

The Falcon and the Winter Soldier, l’ultimo episodio divide il fandom

Finisce la miniserie Disney+ ma apre a nuovi scenari per l'universo Marvel

13 minuti di lettura

The Falcon and the Winter Soldier, la miniserie Marvel targata Disney andata in onda ogni venerdì su Disney+, si conclude con una sesta puntata ancora più ricca di combattimenti, che ha l’arduo compito di chiudere degnamente un discreto numero di trame e sottotrame. Falcon (Anthony Mackie) e Bucky (Sebastian Stan) arrivano in fondo ad un percorso complicato, articolato in spettacolari scene action, trattazione di tematiche sociali piuttosto scottanti, tentativi di approfondimento psicologico dei personaggi, un percorso volto fin dal principio alla ricerca di un nuovo Captain America. La serie diretta da Kari Skogland si snoda tra alti e bassi, riuscendo sempre a intrattenere.

The Falcon and the Winter Soldier ha ricevuto buone recensioni dalla critica e dal pubblico; un prodotto Marvel raramente risulta in un totale flop. Voci di corridoio dicono che sia già in fase di produzione un quarto film dedicato a Captain America, sceneggiato proprio dallo showrunner di The Falcon and the Winter Soldier, Malcolm Spellman.

The Falcon and the Winter Soldier

Ma che cosa accade nell’ultimo episodio della stagione? Al centro del gran finale dovrebbe esserci lo scontro tra Falcon, che ormai sta abbracciando il suo futuro da Captain America, e i terroristi noti come Flag-Smashers (tant’è vero che il titolo della puntata è il motto dell’organizzazione, “Un mondo, un popolo“). Alla fine, però, dei cattivi di turno ci importa ben poco e gli occhi sono puntati sulla trasformazione di Falcon in Cap, preannunciata dagli eventi del precedente episodio. Un costume (molto) sgargiante, che ricalca quello indossato da Sam nei fumetti, catalizza l’attenzione degli spettatori e li accompagna in innumerevoli combattimenti.

In poco tempo si susseguono davvero molti avvenimenti. È il momento della resa dei conti per il misterioso Power Broker, la cui identità è ora rivelata, e anche per Batroc (interpretato da George St-Pierre e apparso nello scorso episodio, si era alleato col gruppo terroristico per vendicarsi di Falcon).

Intanto, John Walker (Wyatt Russell) cerca di farla pagare a Karli Morgenthau (Erin Kellyman), leader dei terroristi, Zemo (Daniel Brühl) controlla i suoi interessi dalla prigione e il “Captain America nero” Isaiah Bradley (Carl Lumbly) ottiene finalmente i riconoscimenti che merita. Cerchiamo di analizzare pro e contro del finale e dell’intera stagione, con particolare attenzione all’evoluzione dei personaggi e ai messaggi che la serie vuole trasmettere. Ovviamente, con spoiler.

Tiriamo le somme, meglio The Falcon and the Winter Soldier o WandaVision?

the falcon and the winter soldier

Il primo episodio dello show è stato uno dei più visti di sempre, superando gli ascolti di The Mandalorian e WandaVision. A differenza di quest’ultimo prodotto, The Falcon and the Winter Soldier è forse stato amato più dagli affezionati fan Marvel e meno seguito dal pubblico generalista.

Questo è accaduto un po’ perché le avventure di Bucky e il destino di Falcon erano e sono legati a doppio filo all’imponente figura di Steve Rogers, quindi la curiosità degli spettatori era racchiusa nel desiderio di scoprire chi sarebbe stato il nuovo Captain America, un po’ perché lo show si presenta fin da subito come una serie che unisce spionaggio, azione e componente supereroistica, laddove WandaVision, pur rientrando nel MCU, appare più appetibile ai non-fan perché innovativa dal punto di vista della forma e del contenuto, incentrata poco sugli scontri e sui superpoteri e tanto su misteri da svelare e conflitti interiori.

WandaVision si era risolto in un finale che aveva lasciato a bocca asciutta tantissimi spettatori, i quali avevano teorizzato, sbagliando, esiti ben diversi da quelli scelti dagli showrunner e perciò hanno visto le loro aspettative infrangersi.

Invece, The Falcon and the Winter Soldier ha avuto la sorte opposta, perché succede esattamente quello che il pubblico si aspetta (e fin troppo). Nel caso dei nostri protagonisti, non è percepito come difetto: dopottutto i fan sono ben felici di vedere sullo schermo ciò che avevano maturato nelle loro menti, specie se in linea con la caratterizzazione dei personaggi fornita dalla sceneggiatura.

Così, Falcon diventa esattamente colui che doveva diventare per volere dello stesso Steve, Bucky completa la terapia per il reinserimento in società. Il problema sorge quando scopriamo che dietro all’identità di Power Broker si cela quella di Sharon Carter (Emily VanCamp), poiché è qualcosa che chiunque aveva tristemente intuito già nei primi episodi oltre che una rivelazione priva di pathos, noiosa, insensata.

Al contrario di quanto avveniva in WandaVision, quest’ultima puntata riesce a dare (quasi) tutte le dovute spiegazioni in meno di un’ora, lasciando in sospeso soltanto ciò che avrà modo di essere sviluppato in film e serie TV successivi.

L’evoluzione dei personaggi (o l’annoso problema della costruzione di un buon villain)

 the Falcon and the Winter Soldier

Merita un discorso a sé la caratterizzazione dei personaggi, che tenta di procedere con linearità senza riuscirvi fino in fondo. La grave mancanza della serie è non essere in grado di costruire un villain accattivante, pecca purtroppo rintracciabile in vari prodotti Marvel (Whiplash, Il Mandarino, Teschio Rosso, Ultron – non andiamo avanti perché non vogliamo farci del male – sono piatti e poco amati dal pubblico).

Eppure, la narrazione coinvolge tanti personaggi che si muovono in interessanti zone grigie: Power Broker è Sharon Carter, che fu abbandonata da tutti e costretta a vivere come una fuggitiva, Karli e i Flag-Smashers cercano di cambiare il mondo guidati da giusti ideali ma tramite atti terroristici, John Walker parte con le migliori intenzioni, vuole onorare la figura di Captain America, ma è dilaniato dal dolore per la perdita di un amico, e Zemo è un personaggio machiavellico che utilizza metodi violenti per raggiungere obiettivi tutto sommato condivisibili.

L’idea del “personaggio grigio” sfaccettato e complesso funziona soltanto Zemo, perché gli altri si limitano a cambiare rapidamente, non se ne comprendono appieno le intenzioni e i piani o, ancora peggio, passano in sordina al punto che non ci interessa neanche approfondirli.

The Falcon and the Winter Soldier

Il fatto che Sharon fosse Power Broker era troppo telefonato, Karli e i Flag-Smashers hanno sì dei trascorsi e un piano raccontati pezzo dopo pezzo nei vari episodi, ma non è sufficiente per empatizzare completamente con loro. Un capitolo a parte è John Walker, interpretato da un ottimo attore ma altalenante nella caratterizzazione. Dapprima siamo convinti che sia buono, subito emergono però dei complessi d’inferiorità nei confronti dei supersoldati e di Captain America stesso, infine sembra impazzire totalmente in seguito all’assassinio di Battlestar (Clé Bennett). Vuole uccidere Karli, ma il suo lato buono prevale e rinuncia per salvare degli ostaggi. Nonostante la buona azione, è difficile cancellare il ricordo degli eccessi di rabbia di un episodio o due prima. Insomma, quando la serie finisce non ci è chiarissimo da che parte collocarlo e non capiamo in senso di alcune sue azioni impulsive.

Per quanto riguarda il fronte dei buoni, nel sesto episodio vengono privilegiati i combattimenti (stavolta montati in modo un po’ confusionario), sacrificando i rapporti tra i personaggi, per esempio tra Sam e Bucky. A fine stagione ci accorgiamo che la componente d’analisi psicologica è scemata.

Spunti di riflessione sul privilegio bianco e di classe

captain america the winter soldier sam

The Falcon and the Winter Soldier si è mostrata fin da subito molto politica. Non sorprende che il monologo finale di Sam, trasmesso in diretta nazionale, intrecci i problemi dovuti al razzismo sistemico con quelli che nascono quando un gruppo di ricchi privilegiati prende decisioni che condizionano la vita delle masse più povere. È il governo il vero nemico della serie, il governo i cui rappresentanti vivono chiusi negli uffici senza avere alcun contatto con la popolazione che dovrebbero aiutare. Si tratta di un’élite chiamata a sentenziare sul destino di tanti cittadini inermi.

Disney trova una via per lanciare un messaggio importante, lo fa in maniera soft, senza assumere opinioni scomode, ma senza esitazioni (qualche volta sfociando nel banale a causa di una scrittura superficiale). Invita a riflettere sul privilegio di classe così come sul privilegio dei bianchi, che vede come sua vittima più tormentata Isaiah Bradley. Per Falcon non è semplice essere “un uomo di colore a stelle e strisce“, perché non tutti ne sono contenti: il classico Captain America è un principe azzurro in piena regola, l’incarnazione dell’americanità più tradizionalista. Sam decide di accettare comunque lo scudo di Cap, non solo rendendo onore a Isaiah, che prima di lui era finito col vestire i panni di “Captain America nero”, ma soprattutto scegliendo di esporsi per cambiare il sistema.

Eppure eccomi qui. Senza supersiero, non sono biondo, non ho gli occhi azzurri. L’unico potere che possiedo è credere sempre che si possa fare di meglio. Non possiamo pretendere che la gente si esponga se non facciamo noi il primo passo.

Sam Wilson una volta divenuto il nuovo Captain America

Che cosa ci aspettiamo dal futuro del MCU?

the falcon and the winter soldier finale

Nonostante qualche evidente pecca, The Falcon and the Winter Soldier rimane un tentativo riuscito, che intrattiene e appassiona, oltre ad inviare messaggi di cui oggi c’è molto bisogno. La serie avrebbe beneficiato forse di qualche episodio in più, per garantire l’approfondimento dei personaggi, o magari di qualche sottotrama in meno. Adesso il futuro del MCU riparte da qui. Rivedremo John Walker nei panni di U.S. Agent, con un nuovo costume e nuove ambizioni (non si capisce se malvagie o meno) e Sharon Carter, graziata e riabilitata, che avrà accesso a segreti governativi da usare per i suoi loschi scopi (non si capisce quali, forse scopriremo che questa Sharon è in realtà uno Skrull? Ancora strana da digerire questa trasformazione in boss del crimine).

Zemo, dalla prigione, è riuscito a far fuori il gruppo dei Flag-Smashers, che probabilmente non incontreremo mai più (cosa abbastanza confortante vista la fatica che abbiamo fatto a raccogliere qualche informazione su di loro, con scarso successo). Bucky e Sam si preparano a nuove avventure, che avranno certamente luogo in Captain America 4. Non ci resta che aspettare.


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Classe 1998, con una laurea in DAMS. Attualmente studio Cinema, Televisione e Produzione Multimediale a Bologna e mi interesso di comunicazione e marketing. Sempre a corsa tra mille impegni, il cinema resta il vizio a cui non so rinunciare.

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