Netflix colpisce ancora con una nuova pellicola originale dal trailer molto poco interessante. Superati i grossi problemi che la casa dalla N rossa ha con la promozione dei propri titoli, The Harder They Fall si rivela un film che intrattiene molto bene, infarcito di battutacce e violenza gratuita come impone ogni buon tappabuchi per una serata piovosa, ma con una regia più che discreta e nobili intenti.
Alla regia troviamo l’emergente Jeymes Samuel, conosciuto anche come The Bullitts, che al suo debutto si trova già a dover dirigere due totem come Idris Elba e Regina King. L’incipit introduce bene l’obiettivo di The Harder They Fall: “Tutto quello che vedete è finzione. Ma i protagonisti erano tutti reali”.
Si tratta di mettere insieme le grandi leggende black del Far West (a prescindere dalle discrepanze di tempo e luoghi), unirle e farle scontrare in un film divertente e chiassoso, che nelle dichiarazioni omaggia Spike Lee e Sergio Leone, ma nello spirito di rifà al Quentin Tarantino di Django Unchained.
Trama semplice per una buona sceneggiatura
Come nella più classica delle storie la trama di The Harder They Fall ruota intorno a un torto subito. Nat Love (Jonathan Majors) è un bandito forgiato dal trauma vissuto da bambino: la tragica e insensata morte dei suoi genitori per mano di Rufus Buck (Idris Elba), sanguinario criminale appena rimesso in libertà. Ovviamente a spingere Nat è il bruciante desiderio di vendetta, che gli fa riunire in una banda i migliori pistoleri del West, per affrontare la sua nemesi in un duello all’ultimo sangue.
Il gruppo di Nat Love offre personaggi ben presentati e caratterizzati, come “Treacherous” Trudy Smith, interpretata dalla magnetica Regina King, o come il cowboy filosofo e dalle idee pacifiste interpretato da LaKeith Stanfield o ancora Stagecoach Mary, una sensuale quanto letale proprietaria di saloon con il volto di Zazie Beetz. Ognuno di loro si prende il suo spazio sullo schermo, creando un poker di personaggi secondari che secondari non sono e non vogliono esserlo.
La musica di The Harder They Fall merita un capitolo a parte, complice il fatto che Jeymes Samuel per prima cosa è un musicista. Una colonna sonora piuttosto pesante, seppur molto curata, che prende a mani basse da tutti i generi: hip-hop, raggae, pop e classica, avvicinando pericolosamente The Harder They Fall ai numerosi filmetti pop che fanno della scelta musicale il loro perno (sì Suicide Squad del 2016, guardiamo proprio te). Fortunatamente l’orecchio allenato di Samuel evita per un pelo il troppo che stroppia.
The Harder They Fall è più di ciò che sembra
Nelle sparatorie a ritmo di Jay-Z (che compare anche come produttore di The Harder They Fall), nel sangue e nelle battute spaccone si incontrano degli spunti di ottima sceneggiatura e soprattutto di una regia attenta e innovativa, che parla attraverso il colore e la composizione delle scene, imponendo il proprio film come in tutto e per tutto parte del genere western e non come la “versione nera” di The Hateful Eight o dei film di Sergio Leone, come già qualche critico impietoso ha fatto.
Dietro un film che non si prende sul serio c’è un sotto testo da non ignorare, che mostra al fan del genere “bianco” per eccellenza, il western, che non solo è possibile un ottimo cinema di genere con attori neri, ma che nel vero Far West questi erano molto più numerosi e molto più importanti di quanto decenni di filmografia hanno tentato di far credere.
Sceriffi, banditi, giustizieri e semplici cowboy neri sono esistiti e, seppur in modo semplice e chiassoso, The Harder They Fall vuole ridare giustizia a queste figure storiche facendole rivivere sul piccolo grande schermo di Netflix.
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