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The Mandalorian

The Mandalorian 3, le prime impressioni sull’inizio della terza stagione

Un inizio di stagione interessante ma che evidenzia alcuni difetti strutturali

5 minuti di lettura

Torna la Serie Tv ambientata nel mondo di Star Wars più amata dai fan: The Mandalorian. La seconda stagione era finita con il plauso degli appassionati, smorzato un po’ dalle serie successive (Obi Wan Kenobi e The Book of Boba Fett) e da una serie come Andor che è piaciuta a molti ma non ha suscitato interesse e passione.

Dove eravamo rimasti?

Con la fine della seconda stagione vedevamo Mando e Grogu separarsi. Dopo aver sconfitto il Moff Gideon di Giancarlo Esposito – soprattutto grazie all’aiuto di una guest star d’eccezione, Luke Skywalker – Grogu viene preso da quest’ultimo per essere allenato nelle vie della forza. Mando invece, ora in possesso della Darksaber, è il prescelto per comandare i mandaloriani rimasti alla conquista di Mandalore, nonostante lui non sia interessato alla missione e voglia solo tornare alla base del suo credo. Con gli episodi dedicati a Mando in The Book of Boba Fett, scopriamo poi che la sua setta lo rinnega per essersi tolto il casco da mandaloriano, e che l’unico modo per espiare le proprie colpe è tornare al pianeta sacro, Mandalore.

Con The Mandalorian 3 si torna nella galassia lontana lontana

The Mandalorian

Il primo marzo è uscito il primo episodio di The Mandalorian 3, e siamo di nuovo nella galassia lontana lontana, tra mercanti di rottami e Mandaloriani. L’episodio inizia mostrandoci la setta di cui faceva parte Din Djarin (Pedro Pascal) celebrare un’iniziazione mandaloriana. Questa scena trasmette gravitas, avendo richiami religiosi per un rito simile a un battesimo, che viene poi bloccato dall’attacco improvviso di una creatura enorme.

I primi dieci minuti di The Mandalorian sono quindi di grande impatto, tra misticismo e battaglia, con le scene più elaborate e interessanti girate alla luce del sole e con una CGI esteticamente ineccepibile.
Mando torna in compagnia di Grogu, e il suo obbiettivo è quello di farsi riaccettare dalla sua tribù, guidata dall’Armaiola, la mandaloriana che a inizio puntata stava celebrando l’iniziazione. Dopo essersi tolto il casco durante la seconda stagione viene additato come un’apostata (che è il titolo di questo primo episodio).

A Mando verrà data una missione per espiare le sue colpe, che molto probabilmente lo porterà, durante questa stagione, a visitare Mandalore, il pianeta da cui il suo credo deriva. L’episodio in sé, nonostante l’inizio scintillante, è molto basico e ricicla la struttura episodica verticale delle altre stagioni. Riusciamo però a capire la direzione che la stagione prenderà. Rivediamo alcune vecchie conoscenze e quindi ci costruiamo un’idea su cosa più o meno potrebbe succedere.

Una grave mancanza, ma comunque un buon inizio

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Il problema principale di questo primo episodio è che non sembra un primo episodio, e forse non lo vuole neanche essere. Questa stagione di The Mandalorian inizia con un difetto: per essere vista è necessario aver visto The Book of Boba Fett. In quella serie c’erano due puntate centrali che spostavano il focus da Boba Fett a Mando, approfondendo alcuni temi rimasti appesi dalla fine della seconda stagione e dandoci alcuni indizi sulla terza.

Alcune dinamiche che quindi ritroviamo in questo episodio vanno a ripetere, in maniera meno approfondita e meno intensa, quanto gia visto lì, mentre altre dinamiche importanti per il futuro di Grogu non vengono riprese, lasciando lo spettatore che non ha visto The Book of Boba Fett con la domanda: Perché se Grogu e Mando si separavano alla fine della scorsa stagione, qui sono di nuovo insieme? Che fine ha fatto il percorso di Grogu nelle vie della forza?

Questo problema è però solo evidentemente produttivo e decisionale, e non va ad intaccare la qualità dell’episodio, che riesce ad essere godibile e che ci proietta su un territorio inesplorato in live action come Mandalore, che vedremo sicuramente nelle prossime puntate, e verso possibili sorprese che lo show Disney+ potrebbe riservarci.


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Nato a Fermo, anno 1997. Scopro la passione per il cinema e per le serie tv durante l'università, studiando tutt'altro. Appassionato di film scomposti, imperfetti ed esageratamente lunghi, il mio regista preferito è Guillermo Del Toro. Le altre passioni sono la letteratura, il ciclismo e la politica.

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