Con l’estate il catalogo di Netflix si arricchisce di commedie e action movie che danno una scossa alla stagione più calda dell’anno, e quest’anno tra loro troviamo The Out-Laws- Suoceri fuorilegge, disponibile sulla piattaforma streaming dal 7 luglio scorso. Diretto da Tyler Spindel, il film ha subito conquistato la prima posizione tra i prodotti più visti della settimana, ma i lati negativi non tardano a mostrarsi.
The Out-Laws è poca carne al fuoco
Owen (Adam DeVine), un direttore di banca molto sicuro di sé, sta per sposare Parker (Nina Dobrev) la donna della sua vita. A pochi giorni dalle nozze, la sua tranquilla quotidianità viene interrotta da una rapina in pieno giorno proprio nella sua banca per opera di due ricercatissimi fuorilegge; il tutto si complica quando Owen si rende conto che coloro che lo hanno derubato non sono niente di meno che Lily (Ellen Barkin) e Billy McDermott (Pierce Brosnan), i suoi futuri suoceri appena arrivati in città per il matrimonio.
The Out-Laws- Suoceri fuorilegge si presenta sin da subito come un miscuglio di generi cinematografici differenti, all’apparenza sicuro di sé e delle sue potenzialità, ma che in realtà cela numerose mancanze e lacune evidenti. Un action movie che divide i suoi toni con il genere comedy, dove il mix tra queste due componenti – che poteva centrare il bersaglio- invece che passare come punto a favore per il lungometraggio non fa altro che affondarlo in un abisso ricco di banalità e confusione, avvolgendo la sua trama e il suo sviluppo in una nebbia di incertezze e insicurezza.
Poca sicurezza, troppi elementi
Ma che cos’è realmente The Out-Laws? Troppi elementi, poco spazio per potersi esprimere, questo è il difetto principale che può essere attribuito a primo impatto al lungometraggio. Il minutaggio riservatogli – poco più di un’ora e mezza- non rende giustizia a quelle che erano le sue potenzialità, rendendo frettoloso e poco convincente lo sviluppo di quegli elementi che potevano risultare punte di diamante per la narrazione. Il genere comedy e il genere dell’azione viaggiano continuamente su due binari diversi che non sembrano mai ricongiungersi, nemmeno quando la possibilità di farlo è più che alta.
Le parti riservate alla commedia sono irriverenti ma mai troppo impegnate, sempre bloccate ad un confine immaginario che gli risulta impossibile valicare; un discorso molto simile può essere fatto anche per le parti dove l’azione è predominante, anche se risultano meglio strutturate e più convincenti rispetto alle prime. Un amalgama mal riuscito che voleva contare sulla bella presenza piuttosto che sulla sostanza, uno sviluppo più che caotico che nel suo complesso poteva essere facilmente evitato, andando invece a gravare su una storia, come quella alla base di The Out-Laws, che di per sé poteva essere avvincente nella sua diversità.
The Out-Laws, una storia che non coinvolge
A gravare sulla riuscita di The Out-Laws – Suoceri fuorilegge risulta essere anche il poco spazio dedicato ai personaggi. Caotico e confusionario è il destino riservatogli, complice una sceneggiatura che non da spazio ad una, anche seppur minima, loro caratterizzazione; Owen, il protagonista interpretato da Adam DeVine, non risalta sopra agli altri e non si distingue, nonostante la goffaggine che lo permea. Stesso discorso anche per i personaggi interpretati da Pierce Brosnan ed Ellen Barkin, la cui storia viene trattata solo superficialmente, nonostante il perno della narrazione giri attorno alle loro vicende.
The Out-Laws – Suoceri fuorilegge è quindi nel suo complesso un lungometraggio poco coinvolgente e poco convincente, con una linea narrativa che non sa bene quale sia la direzione corretta da prendere, dove i lati negativi superano di gran lunga quelli postivi. Ennesima occasione sprecata di Netflix, che anche questa volta ha deciso di puntare su altro piuttosto che sulla qualità.
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