Ormai sulla piattaforma Netflix spuntano come funghi questi teen horror che di horror hanno ben poco. Quest’autunno ci eravamo già scontrati con C’è qualcuno in casa tua. Trame banali, sempre ambientate nell’adolescenziale mondo scolastico fra amici che vogliono far baldoria, bulletti e prime cotte, il tutto con l’aggiunta dello spirito di turno che vuole impossessarsi/uccidere i ragazzi protagonisti. The Privilege non fa eccezione.
The Privilege, la banalità è servita
Il primo grosso errore di questa pellicola diretta da Felix Fuchssteiner e Katharina Schöde, si vede nei primissimi minuti del film: c’è uno spirito in giardino. The Privilege va dritto al sodo, anche troppo. Non si ha mai il dubbio che il protagonista, rimasto da bambino scioccato dalla strana morte della sorella, sia effettivamente pazzo. Si sa che l’elemento soprannaturale c’è e si vede pure in faccia, togliendo così tutta una possibile tensione durante il corso del film. Il mostro è uscito allo scoperto, lo spettatore l’ha visto. La paura dell’ignoto, che è l’ingrediente principale per tenere il pubblico sul filo, viene a mancare completamente.
La trama di The Privilege è semplice e ingenua. Finn è un ragazzo segnato dalla tragica fine della sorella maggiore, morta davanti ai suoi occhi per mano di questo spirito. Per la sua salute mentale gli viene prescritta questa pillola, una specie di ansiolitico che, si scoprirà, viene preso da un po’ tutti i suoi compagni di scuola.
Da qui in poi la trama prende un sacco di strade diverse per non concluderne nessuna.
Un cocktail di idee
In questo teen horror, che vorrebbe avere il sapore di un giallo, ci sono troppi plot twist. Si ha la sensazione che presto le cose si chiariranno nella soluzione di un mistero che però non arriva, o meglio, giunge in modo molto blando e senza una reale conclusione. C’è il tema dell’adozione, della setta segreta, della droga, delle sedute spiritiche, delle possessioni demoniache. Troppa carne al fuoco per un finale “a sorpresa” che di sorprendente non ha nulla.
L’unica variante che avrebbe potuto rendere interessante questo film la dà un fungo molto particolare. Ma non basta.
Anche il ritmo non brilla. 1 ora e 47 minuti sono decisamente troppi per una pellicola che non ha nulla da dire. La morale della favola vorrebbe essere che non ci si può fidare di nessuno, un messaggio decisamente blando per quasi due ore di film che aprono un sacco di porte per non chiuderne definitivamente nessuna.
C’è qualcosa di buono in The Privilege?
Se bisogna proprio salvare qualcosa di questo The Privilege, la scelta va sull’interpretazione dei personaggi, abbastanza ben scritti, anche se si intuisce subito chi sono i buoni e chi i cattivi. Questi ragazzi sono i privilegiati, un gruppo inconsapevole di adolescenti che vivono in una gabbia dorata accuditi da apparentemente amorevoli genitori. I primi giovani fortunati che hanno il privilegio di assumere queste innovative pillole antistress. Da qui il titolo: The Privilege.
Se i teen movie sono la vostra passione, accomodatevi. Il consiglio di NPC Magazine è di passare oltre. Il catalogo Netflix vi può offrire qualcosa di meglio.
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