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They/Them

They/Them: l’horror di John Logan ha potenziale, ma non lo sfrutta

They/Them potrebbe anche rivelarsi uno di quegli horror che a distanza di vent'anni viene rivalutato, ma per ora rimane un enorme grattacapo

7 minuti di lettura

Dopo qualche mese di assenza (se non si conta il successo recente di Black Phone), la casa di produzione horror Blumhouse torna in sordina con un nuovo film diretto per lo streaming, They/Them (un intelligente gioco di parole: They Slash Them, ovvero “loro li accoltellano”), scritto, diretto e prodotto da John Logan.

Il regista è noto soprattutto come sceneggiatore per alcuni dei più bei film degli ultimi anni, come Sweeney Todd, Rango, Skyfall e i due film di Martin Scorsese The Aviator e Hugo, senza contare anche la serie gotica cult Penny Dreadful.

L’ultimo film di Logan è un horror ambientato in un campo di terapia di conversione, e sta facendo molto parlare per il cast inclusivo e variopinto. Purtroppo, il cast e i temi trattati non sono necessari a rendere They/Them un film memorabile. Anzi.

Le premesse e l’horror sprecato di They/Them

They/Them NPC Magazine

Le premesse per rendere They/Them un horror interessante, come sempre, ci sarebbero tutte: il concetto di un campo di conversione per giovani ragazzi LGBTQ+ è, già di per sé, molto inquietante e terrorizzante. Ma il film di John Logan non si concentra sull’horror psicologico, poiché They/Them è in realtà uno slasher, contenendo anche degli espliciti rimandi a Jason Voorhees e ai film di Venerdì 13. Già questo primo depistaggio toglie molto al fascino iniziale della premessa del film, poiché le aspettative si spostano da un horror psicologico a un genere completamente diverso.

Eppure anche la componente slasher alla fine è estremamente marginale, e anzi compare in maniera molto condensata solo nell’ultimo atto del film. Non è ben chiaro quindi dove effettivamente risieda l’elemento horror in They/Them, visto che i brividi e gli spaventi sono pressoché assenti per tutto il film, se non nelle scene con Kevin Bacon, il sinistro capo del Whistler Camp, che regala appunto un’interpretazione molto inquietante. Tra l’altro la presenza dell’attore in uno slasher contemporaneo è un velato omaggio al primo Venerdì 13, ovvero l’esordio cinematografico di un giovanissimo Bacon.

Sono ovviamente presenti scene pensate per mettere a disagio il pubblico, trattando la tematica dell’emarginazione sociale e del disagio che persone gay e/o transgender provano nella vita sociale: mentre molti personaggi del film sono stati obbligati a venire al Camp, alcuni sono arrivati di loro spontanea volontà, per rinnegare quello che sono e provare a integrarsi nelle loro comunità e famiglie conformiste, per sentirsi finalmente accettati. Alcune scene horror puntano molto su queste insicurezze e su queste paure, e forse They/Them avrebbe dovuto concentrarsi esclusivamente su questo tipo di horror psicologico.

La sovversione dello slasher

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They/Them risulta quindi un confusionario miscuglio di horror diversi, senza una direzione precisa. Alla fine è evidente che il vero killer, la vera minaccia sono il bigottismo e la discriminazione nei confronti delle comunità LGBTQ+, ma il film li racconta con una banalità e una serie di cliché disarmanti, al punto da domandarsi sul perché un autore come John Logan abbia realizzato un prodotto così vacuo e scontato, vista la sua filmografia. Lo stile di Logan qui è praticamente assente, quando invece si riconosceva il suo tocco poetico e la sua scrittura intelligente addirittura in un film come Alien: Covenant.

L’unica osservazione interessante che si può fare su They/Them è su come Logan tenti di sovvertire il genere slasher. In tutti i primi film del genere (si pensi a Venerdì 13 o a Halloween), le vittime erano sempre i giovani adolescenti, che invece di dedicarsi ad attività utili, si svagavano in atti promiscui e fornicazione. La “punizione” per questo eccesso di lussuria era proprio di venire uccisi dal killer mascherato di turno: soprattutto negli anni conservatori di Reagan, in America questo tipo di film voleva insegnare ai giovani di stare al proprio posto e di non abbandonarsi al mondo del sesso prima del matrimonio, o comunque non prima di entrare nell’età adulta.

Alcuni slasher degli anni ’80 sono stati condannati dalle comunità LGBT anche perché il killer era spesso e volentieri omosessuale (come nell’altrimenti ottimo Cruising di William Friedkin, con Al Pacino) o addirittura transgender (come in Sleepaway Camp), quindi, nella mentalità conservatrice e puritana dell’epoca, persone deviate e pericolose per la società. In They/Them, ovviamente, questa formula viene completamente sovvertita, poiché le vittime del misterioso killer non sono i giovani, che sono anzi vittime del Whistler Camp, ma tutti gli altri.

Un horror scisso in due

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They/Them è quindi un horror scisso in due, come il suo stesso trailer: da una parte è (o vorrebbe essere) un horror psicologico per i giovani protagonisti, vittime delle tecniche di conversione del Camp, dall’altro uno slasher per gli adulti bigotti e frustrati, applicando quindi l’insegnamento opposto degli slasher degli anni Reaganiani. Ma sia l’uno sia l’altro genere risultano poco convincenti, poco paurosi, e pieni di cliché. Il film è lodevole per aver ingaggiato un cast così diversificato e inclusivo, un elemento non da poco per la rappresentazione LGBTQ+, ma tutto il resto semplicemente non funziona.

Se il film si fosse dedicato al commento dell’emarginazione sociale e alle paure psicologiche dei protagonisti, invece di essere un generico slasher, They/Them si sarebbe forse salvato dalla terribile accoglienza che sta ricevendo online, e John Logan avrebbe mantenuto alto il livello della sua filmografia. They/Them potrebbe anche rivelarsi uno di quegli horror che a distanza di vent’anni viene rivalutato, ma per ora rimane un enorme grattacapo.


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Nato a Roma, studia attualmente al DAMS di Padova.
Vive in un mondo fatto di film, libri e fumetti, e da sempre assimila tutto quello che riesce da questi meravigliosi media.
Apprezza l'MCU e anche Martin Scorsese.

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