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Titanic

Titanic, l’anniversario di un successo senza tempo

Il capolavoro di James Cameron torna al cinema in una nuova veste

9 minuti di lettura

Dal 9 febbraio, in occasione del 25° anniversario, torna nelle sale italiane una versione rimasterizzata in 4K di Titanic, il capolavoro di James Cameron vincitore ai tempi di ben 11 oscar, tra cui miglior film e miglior regia. Di certo un periodo propizio per il regista canadese, che proprio in queste settimane sta cogliendo i frutti del suo lavoro più recente, il poderoso Avatar 2 – La via dell’acqua, al momento il terzo maggior incasso di sempre (dopo, appunto, Titanic).

Trailer di Titanic, 25th Anniversary, dal 9 febbraio al cinema

Un film che ha strapazzato ogni record

Titanic leonardo di caprio kate winslet

Era il 19 dicembre 1997 quando Titanic uscì per la prima volta nelle sale statunitensi. Non c’era ancora lo streaming, Blockbuster era una realtà consolidata e il cinema non era affatto un luogo in crisi. Si entrava in sala, si acquistava una bibita o dei popcorn, e si attendeva soltanto l’inizio del film, senza preoccuparsi di dover spegnere il proprio cellulare. Non esistevano piccoli schermi; l’unico schermo che contava era quello gigantesco su cui da circa un secolo si proiettavano le grandi storie. Ma la tecnologia, seppur non avanzata come quella di oggi, cominciava già a rivoluzionare il cinema con inedite modalità di fruizione.

Oggi, nel 2023, è ormai consueto imbattersi in film dal budget elevato. Basti pensare ai chiacchieratissimi prodotti di casa Marvel, la quale riesce quasi sempre a portare in sala un gran numero di spettatori, non solo giovanissimi. Ma nel 1997 le cose andavano diversamente; certo, grandi film con grandi produzioni alle spalle esistevano, ma è stato il fenomeno Titanic a cambiare radicalmente le carte in tavola. Forte di un budget di 200 milioni di dollari (a cui bisogna aggiungere altri 85 per la promozione, che all’epoca si rivelò davvero efficace), Titanic sembrava destinato, ancor prima di uscire, a strapazzare ogni record.

Oltre al budget, il più costoso mai messo a disposizione fino a quel momento, e all’incasso mostruoso, il film di Cameron ha fatto riscoprire una delle tragedie più appassionanti di sempre: il vero naufragio dell’RMS Titanic, il leggendario transatlantico affondato il 15 aprile 1912 dopo aver colpito un iceberg. Di conseguenza, dalla verità di un dramma realmente accaduto ad una finzione raccontata con grande sapienza narrativa e tecnica; il cinema, in una delle sue forme più mature e consapevoli, che abbraccia il reale, spettacolizzandone i contenuti. Ma tra i moltissimi meriti di Titanic spicca qualcos’altro: una certa lungimiranza che rende ancora oggi il film particolarmente attuale.

Tra crisi climatica ed emancipazione femminile

titanic kate winslet

La trama è super famosa: il povero e squattrinato Jack Dawson (Leonardo DiCaprio) e l’istruita e facoltosa Rose Dewitt Bukater (Kate Winslet) si innamorano a bordo del lussuoso transatlantico. Ma la loro relazione si scontra prima con il “mondo” di lei, ricco e pieno di pregiudizi, e poi con il già citato naufragio, che inabissa quella che sembrava a tutti gli effetti una nave “inaffondabile”. Se la trama del film non ha più segreti, diverso è il discorso che si potrebbe fare sulla sorprendente attualità che caratterizza questo cult. Non basta, infatti, insistere sulla chimica formidabile che s’instaura sin da subito tra DiCaprio e Winslet, o sull’incredibile regia che esalta parimenti scene romantiche e sequenze catastrofiche.

Come sottolineato dallo stesso regista in occasione del Global Junket in Nuova Zelanda, “Ora stiamo affrontando una crisi chiamata cambiamento climatico. Una cosa che sappiamo da anni, ma che ora vediamo venire contro noi senza riuscire a cambiare rotta alla nave. E indovinate chi soffrirà di più? I poveri, e non le nazioni ricche che hanno causato questo disastro“. Il parallelismo è evidente: come quella notte d’aprile a farne le spese furono soprattutto gli uomini di terza e seconda classe, anche ora, con la crisi climatica ormai evidente a tutti, saranno i più poveri a soccombere. Un accostamento pertinente e non poco preoccupante, che incoraggia un’interpretazione di Titanic molto più profonda.

Si considerino tra l’altro le parole utilizzate da Cameron sull’importante tema dell’emancipazione femminile: “Credo che [il film] mostri quel periodo di post-adolescenza in cui la società imponeva alle donne di non essere mai davvero se stesse, e questo in una società dominata dagli uomini. Non è certo il caso di Rose. Lei è una donna diversa che sopravvive alla tragedia e vive pienamente la sua vita. E poi che dire del suo amore per Jack? È la cosa più importante della sua vita e a 103 anni crede ancora fermamente che un giorno si riunirà a lui“. Nulla da obiettare, dunque; anche a distanza di 25 anni, Titanic riesce con grande lucidità a raccontare le tematiche più stringenti del nostro presente.

La strada verso Pandora

avatar 2

Ma non si può parlare di Titanic senza menzionare le due grandi passioni che hanno condotto Cameron fino al gigantesco progetto di Avatar: l’acqua e la tecnologia. Per quanto riguarda la prima, appaiono ancora oggi sensazionali le varie scene che, girate sott’acqua dentro modernissime piscine allestite ad hoc, parecchio impegnarono attori e tecnici. Per non parlare della maestosa scena dell’affondamento della nave, una delle più complesse e appassionanti dell’intera storia del cinema. Amore per l’acqua, dunque, che già con Titanic si rivela uno dei temi più cari al regista canadese: quel rispetto profondo per la natura che è un po’ il leitmotiv di tutta la sua fenomenale produzione.

Per quanto riguarda invece la seconda passione, la tecnologia, è lampante che Cameron sperimenti con Titanic tutto ciò che allora era possibile sperimentare. Naturalmente, si tratta di un film di venticinque anni fa, ed è risaputo che la tecnologia, soprattutto nell’ultimo decennio, abbia fatto dei sostanziali passi in avanti. Ma già nel 1997, Titanic cercava di ricostruire fedelmente un terribile fatto di cronaca sfruttando set modernissimi, videocamere di ultima generazione e innumerevoli attrezzature d’avanguardia. Il tutto grazie a un budget sì spropositato, ma mai come in questo caso vincente.

In definitiva, non sembra affatto casuale rivedere Titanic al cinema; il 4K, la tecnologia HFR (in grado con i suoi 48 fotogrammi al secondo di rendere molto più fluide le scene in movimento) e ovviamente il 3D (perfezionato nell’ultimo capitolo di Avatar) valorizzano non solo l’iconicità del film, ma anche la poetica di un regista sempre fedele a se stesso. Un artigiano delle settima arte che ancora oggi, dopo più di quarant’anni di carriera, riesce a unire con maestria innovazioni tecniche e qualità filmica, amore sconfinato per il cinema e attenzione su tematiche fortemente attuali.


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Napoletano, classe 1996, laureato in Filologia moderna e con un master in Drammaturgia e Cinematografia. Perennemente alla ricerca di sonno, cibo e stabilità psicofisica, vivrebbe felice anche nel più scoraggiante dei film di Von Trier, ma si accontenta della vita reale insegnando nelle scuole ad amare le belle storie. Nulla gli illumina gli occhi più del buio di una sala.

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